venerdì 30 settembre 2011

Marezzane in Gioco - Domenica 9 Ottobre


Domenica 09 Ottobre 2011
Malga Biancari - Marano di Valpolicella

Marezzane in Gioco
la festa in difesa della collina diventa la festa dei bambini
una domenica di gioco per tutti e alcuni momenti di riflessione per i più grandi


Dalle 10:00 alle 14:30
La Cooperativa Hermete presenta “il Ludobus”:
giochi su cavalletti (biliardi, air-hockey, passetrappe, trottole), giochi all’aperto (superjenga, gessi,
corde per il salto, racchettoni, tiro delle comete, labirinti giocanti), giochi in movimento (trampolini
elastici e superstrane bici) e giochi giganti (costruzioni giocanti, pista del trenino di legno).

alle 11:30 “Le conseguenze del cemento” incontro con il giornalista Luca Martinelli autore del libro.

alle 13:00 Pranziamo insieme con i prodotti tipici del territorio.


alle 14:30 Super Caccia al Tesoro! Con l’Associazione Culturale Multiversi: aiuta Futura e il suo cagnolino a salvare la collina.

alle 15:00 i Comitati fanno il punto: salvaguardia del territorio e beni comuni. Dibattito aperto a tutti.

alle 18:30 Rimani con noi...  c'è il risotto all'amarone

la storia continua... 
una produzione Marezzane non si tocca!

lunedì 19 settembre 2011

Qualità dell'aria sotto la lente - No all'uso di rifiuti nel cemento


Stop della Provincia: da ottobre la Cementirossi non potrà mescolare gessi e scarti di fonderia alla marna Nel mirino anche i fitofarmaci usati in agricoltura

Si è parlato del futuro della Valpolicella, dei pericoli per la salute, dell'inquinamento prodotto sia dall'agricoltura che dal cementificio di Fumane, nella serata organizzata dal Coordinamento dei Viticoltori, dall'associazione culturale Borghi di Pietra, da Valpolicella 2000 e Fumane Futura. Eloquente il titolo dell'iniziativa, «Cambiare aria», e grande partecipazione del pubblico, con la sala consiliare gremita.
Il giornalista Massimo Rossignati, che ha moderato l'incontro, ha esordito con una notizia-bomba: la Giunta provinciale, giovedì 8 settembre, ha deliberato di non autorizzare più l'uso di rifiuti da mescolare all'impasto per fare il cemento. Dopo il 30 settembre, quando scadrà la proroga, la Cementirossi, se vorrà utilizzare scaglie, gessi o laminati di ferro, dovrà presentare nuove autorizzazioni, che la Provincia si riserverà di valutare. In pratica l'azienda, non potendo più mescolare rifiuti (per il cui smaltimento incassava un corrispettivo), sarà costretta a scavare più marna. Una mazzata, che arriva nel bel mezzo di una congiuntura economica tutt'altro che rosea.
E' stato però il nodo della qualità dell'aria al centro dell'attenzione. Paolo Groppo, di Fumane Futura, ha sottolineato la pericolosità del biossido di azoto, rilevato in quantità superiori a quelle di altre aree della provincia, compresa Verona (ma pur sempre ben inferiori ai limiti di legge). «Ipotizzando una diminuzione del 27 per cento di emissioni del biossido di azoto nel caso venisse approvato l'ammodernamento del cementificio, i valori rimarrebbero comunque il doppio di quelli della città», ha sottolineato Groppo mostrando proiezioni dell'Arpav. «Un risultato irrilevante, che non giustifica l'ampliamento della Cementirossi in Valpolicella».
Chiara Scamperle, esperta dell'Ulss 22, residente a Fumane, ha ricordato: «Non vengono effettuate qui indagini valide sulla popolazione per cui si possano escludere patologie collegate all'inquinamento del territorio a causa della presenza di un impianto insalubre di prima classe. Raffronti con altre province ci possono far sospettare e stare in guardia. Bisogna fare più controlli, un'indagine epidemiologica non è sufficiente e, soprattutto, si devono prendere misure precauzionali in relazione alle diossine e al Pcb, con monitoraggi ambientali continuativi di tutti gli inquinanti».
Quanto inquinano i trattamenti con pesticidi in agricoltura, specialmente nei vigneti, lo ha sottolineato il professor Giovanni Beghini, di TerraViva, che ha sottolineato l'importanza del biologico. Il professor Maurizio Boselli, dell'Università di Verona, ha invece parlato delle eccellenze delle produzioni enologiche, secondo strategie e una politica che si deve basare sull'informazione e la formazione continua. Per questo è importante la realizzazione di un polo tecnologico della Valpolicella a San Floriano, da sostenere, visti i tagli della manovra all'agricoltura.
Daniele Todesco, di Valpolicella 2000, si è limitato a invitare tutti i cittadini a prendere visione del Piano di assetto del territorio di Fumane, pubblicato sul sito del comune, e a fare proposte o chiedere spiegazioni. «Il Pat evidenzia le bellezze del territorio, ma prospetta tante criticità come quello delle cave o il problema della viabilità. E' importante che ogni cittadino si senta coinvolto e partecipi».
Il vicesindaco di Fumane, Giuseppe Bonazzi, ha promesso che il tabellone sulla facciata del municipio indicherà anche le date di chiusura e riapertura dell'attività del cementificio in modo che la popolazione si possa regolare. «Dall'aumento dei valori del biossido di azoto si può già capire che, da un paio di giorni, il camino della Cementirossi ha ripreso a lavorare», ha detto Bonazzi, «per questo teniamo il dato sotto controllo e abbiamo chiesto all'Arpav rilevazioni quotidiane, perchè conosciamo la sua pericolosità. I valori sono comunque entro i limiti».
Bonazzi ha toccato anche il nodo-Exide, azienda che sta conoscendo una fase di crescita: «Dai 30 dipendenti di qualche mese fa è passata a 50. L'Exide, che costruisce batterie per auto, si è specializzata in un particolare motore Bmw e ha cavalcato la ripresa. Bisognerebbe quindi focalizzare l'attenzione anche sulla lavorazione del piombo, presente in maniera preoccupante, secondo i dati Arpav».

di Giancarla Gallo
L'Arena, 18 Settembre 2011

Padre Alex Zanotelli contro la manovra finanziaria


In pochi giorni e senza alcun supporto mediatico sono oltre 9600  le adesioni, che continuano a ritmo incessante, all'appello di Padre Alex Zanotelli contro la manovra finanziaria che chiede di tagliare drasticamente le enormi spese militari italiane e non i servizi sociali.
Fra le manovre "tonde", quelle "quadre", o quelle non si sa di chi ma che si scaricano unicamente sulla povera gente, sosteniamo l'appello di padre Alex Zanotelli che è l'unica in grado di riportare l'Italia ed il mondo sulla retta via della pace e della giustizia sociale.
Per sostenere l'appello di Alex Zanotelli, per leggere le adesioni, vai al link:


Invitiamo i giornali a diffondere l'appello che sta avendo una vasta eco all'interno del mondo cattolico, e non solo, con centinaia di preti, religiosi e religiose che hanno aderito

La redazione del sito www.ildialogo.org

martedì 13 settembre 2011

La Provincia si rassegna ad applicare quanto disposto dal Tar


Finalmente dopo oltre 6 mesi la provincia si rassegna ad applicare quanto disposto dal Tar Veneto.

STOP AI RIFIUTI IN CEMENTERIA

Con delibera 161 del 8 settembre la Giunta provinciale ha formulato il giudizio negativo di compabilità ambientale in ordine al progetto di utilizzo di rifiuti presso la cementeria di Fumane. Pur essendo una sorta di atto dovuto suona come una gran buona notizia. Resta solo da capire il perché del continuo zigzagare della Provincia e della Commissione di Via che, a seguito della sentenza del Tar, prima annunciano il parere negativo sui rifiuti e poi esprimono parere favorevole riproponendo tale e quale il verbale del 2008, proprio quello annullato dal Tar.

D’ora in poi se si vorrà parlare dell’attuale cementificio e del suo futuro se ne potrà parlare solo in ordine al cemento.

Da anni le associazioni scriventi denunciano come quello dei rifiuti sia il reale affare e come questo risulti incompatibile con la salute e le economie della Valpolicella. Una boccata di ossigeno per tutti: non rifiuti vuol dire una qualità migliore dell’aria in riferimento sia alle emissioni dai camini sia alla riduzioni di camion per il loro trasporto. Tutto l’ambiente circostante a partire all’area della cementeria stessa, agli impianti sportivi, le abitazioni di via dei Ledri, di Purano e dell’intero paese, le coltivazioni di pregio della Valle dei Progni, di Fumane e Marano. Un’ulteriore passo vanti per cambiare aria.

Comitato Fumane Futura
Associazione Valpolicella 2000
Legambiente Verona


lunedì 12 settembre 2011

Cambiare Aria



Cambiare Aria
dal cementificio, alla viticoltura, al Pat
Conoscere per “Progettare il Futuro”


intervengono:
Maurizio Boselli - Università degli Studi di Verona
Le associazioni organizzatrici

modera il giornalista:
Massimo Rossignati

Venerdì 16 Settembre 2011
ore 20:45
Sala Consiliare di Fumane


Comitato Fumane Futura
Coordinamento dei Viticoltori
Borghi di Pietra
Associazione Valpolicellla 2000




martedì 6 settembre 2011

IL FALSO MITO DEI CEMENTIFICI-INCENERITORI




A cura di Agostino Di Ciaula, in collaborazione con Manrico Guerra, Vincenzo Migaleddu, Maria Grazia Petronio, Giovanni Vantaggi.

La combustione di rifiuti nei cementifici, pratica che si vorrebbe nel nostro paese sempre più diffusa, consente secondo chi la propone di limitare la costruzione di nuovi inceneritori, la sostituzione parziale con i rifiuti di parte dei combustibili fossili di solito utilizzati per alimentare questi impianti, la riduzione delle emissioni di CO2, il recupero totale delle ceneri di combustione (inglobate nel clinker) e, in ultimo, una minore produzione di diossine rispetto ai “classici” impianti di incenerimento dei rifiuti.
Se così fosse, questa pratica sarebbe davvero da considerare l'optimum nella gestione dei rifiuti residui. Tuttavia, questa soluzione presenta numerosi e pesanti limiti per i rischi alla salute umana, ancora maggiori rispetto agli inceneritori. I limiti di legge per le emissioni dei cementifici, infatti, sono enormemente superiori rispetto a quelli degli inceneritori (considerando solo gli NOx, per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc mentre per un cementificio è tra 500 e 1800 mg/Nmc).


I cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti già senza l’uso dei rifiuti come combustibile (industria insalubre di classe 1), e andrebbero drasticamente ridotti e contingentati, specie nel nostro Paese. L’Italia è infatti la nazione europea con più cementifici, con i suoi 59 impianti (22% del totale degli impianti europei). La Germania, che è al secondo posto in classifica, ne ha 38, 21 in meno dell’Italia (fonte: CEMBUREAU (European Commission 2011)).
Secondo il registro europeo delle emissioni inquinanti (E-PRTR, http://prtr.ec.europa.eu/IndustialActivity.aspx), i soli cementifici italiani (molti dei quali bruciano rifiuti) hanno prodotto nel 2009 13.8 Kg di PCB (la pericolosità di questa sostanza si misura in nanogrammi), 21.237.000 tonnellate di CO2, 12 Kg di cadmio, 53.4 Kg di mercurio, 115 Kg di Nickel, 13.643 tonnellate di CO, 369 tonnellate di ammonio, 49.930 tonnellate di ossidi di azoto, 2.917 tonnellate di ossidi di zolfo, 6,76 tonnellate di benzene e quantità incalcolabili di particolato, dannoso per la salute anche a minime concentrazioni (Ware 2000) e tramite particelle di dimensioni nanometriche (le UFP, Ultra-Fine Particles), impossibili da trattenere con i filtri comunemente utilizzati.

Il limite giornaliero per le emissioni di particolato è di 50 μg/m3 e tale limite non può essere superato per più di 7 giorni all’anno dal primo gennaio 2010 (DM 2 aprile 2002, n.60 allegato III).
È stato calcolato che le concentrazioni medie di particolato in prossimità di un cementificio variano da 350μg/m3 (a 1 Km dall’impianto) a 200μg/m3 (a 5 Km dall’impianto) e che la maggior parte delle particelle emesse hanno dimensioni nanometriche (Baroutian et al. 2006) e sono dunque estremamente rischiose per la salute umana.
La letteratura medico-scientifica ha dimostrato aumentati livelli di alluminio e cromo nel sangue di chi lavora in un cementificio (Pournourmohammadi et al. 2008), che è a rischio elevato di tumore maligno del polmone (Bardin-Mikolajczak et al. 2007), aumentati livelli di particolato (Baroutian et al. 2006) e metalli pesanti nell'aria (Ali-Khodja et al. 2008;Mohebbi and Baroutian 2007) e nei terreni circostanti (Bermudez et al. 2010;Yatkin and Bayram 2010) e aumentati livelli di metalli pesanti nel sangue di chi vive in prossimità di un cementificio (Afridi et al. 2011).
I sostenitori della co-combustione di rifiuti sono soliti affermare che l’utilizzo di CDR nei cementifici può consentire una riduzione dell’uso di combustibili fossili e, di conseguenza, una riduzione della produzione di CO2. Ciò che di solito viene taciuto è che un cementificio produce di solito circa il triplo di CO2 rispetto ad un inceneritore. La sola cementeria COLACEM di Galatina (LE), ad esempio, nel 2007 ha prodotto 774.000 tonnellate di CO2, circa il triplo delle emissioni di un inceneritore di grossa taglia come quello di Brescia (228.000 tonnellate di CO2 nello stesso anno).
Considerata la abnorme produzione annua nazionale di CO2 da parte di questi impianti, una minima riduzione è dunque una goccia nel mare, per giunta pagata a caro prezzo, soprattutto se si considera la sottrazione di rifiuti alla raccolta differenziata, al riciclo, al riuso (la vera valorizzazione dei rifiuti) e la sommazione degli inquinanti già prodotti dai cementifici a quelli tipicamente prodotti dalla combustione dei rifiuti.
Non a caso la normativa nazionale permette limiti di emissioni da 3 a 7 volte superiori a quelle concesse ad un inceneritore. Un cementificio a co-combustione è autorizzato ad emettere (valori medi giornalieri) sino a 30 mg/Nmc di polveri, sino a 800mg/Nmc di ossidi di azoto, sino a 70mg/Nmc di COT. Un termovalorizzatore può emettere massimo 10 mg/Nmc di polveri, 200mg/Nmc di ossidi di azoto, 10mg/Nmc di COT (quantità comunque rilevanti dal punto di vista sanitario).

Molto propagandata è inoltre la minore produzione di diossine rispetto agli inceneritori “classici”, grazie alle elevate temperature raggiunte dai forni dei cementifici.

Le diossine sono tra i più potenti veleni noti in farmacologia e la loro pericolosità è dovuta alla non biodegradabilità (persistenza) e dunque a fenomeni di accumulo nel suolo, nella catena alimentare e negli organismi viventi nei quali, se esposti per lungo tempo, possono prodursi tumori maligni (principalmente linfomi e sarcomi), difetti di sviluppo del feto e varie alterazioni ormonali e metaboliche.
L’affermazione che le alte temperature diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di diossine è invalidata da evidenze che mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento esse si riaggregano e si riformano (Cormier et al. 2006).
I limiti di emissione delle diossine sono identici per cementifici a co-combustione e termovalorizzatori (0.1 ng/Nmc). Considerata una emissione giornaliera di ben 10 volte inferiore al limite consentito dalla legge (0.01 ng/Nmc) e considerato il tempo di dimezzamento delle diossine al suolo (in media 5 anni), in un giorno si depositerebbero nei terreni circostanti un cementificio a co-combustione “solo” 10 pg/m2, che diventerebbero 13.164 pg/m2 dopo 5 anni e 24.683 pg/m2 in 20 anni (la durata media di vita di questi impianti).
Considerato che il tempo di dimezzamento delle diossine nell’uomo è ancora più lungo (da 12 a 132 anni (Geyer et al. 2002), è facilmente comprensibile come le presunte “basse emissioni” di questi impianti siano una favola che difficilmente può lasciare tranquilli dal punto di vista sanitario ed epidemiologico.
Nei cementifici a co-combustione di rifiuti, inoltre, la riduzione quantitativa delle emissioni di diossine rispetto ai termovalorizzatori è compensata da un significativo incremento delle emissioni di metalli pesanti (Genon and Brizio 2008) (in particolare mercurio), altrettanto pericolosi per la salute umana.
Nello studio di impatto ambientale di un cementificio proposto dalla “Apricena Leganti”, gli stessi proponenti scrivono che “i metalli relativamente volatili, quale ad esempio il mercurio, non vengono trattenuti durante il processo”.
Il documento europeo di riferimento dei cementifici (BREF europeo) (European Commission 2011) riporta che gli impianti europei possono produrre sino a 1300 Kg/anno di mercurio. Questa sostanza, accumulabile nell’ambiente e nel ciclo alimentare, è estremamente tossica e pericolosa per la salute umana. L’esposizione prenatale a questo metallo può causare nel bambino deficit neurologici, vertigini, paralisi, disturbi della vista e dell’udito, anomalie dell’eloquio, difficoltà nella deglutizione e nella suzione (http://www.who.int/phe/news/Mercury-flyer.pdf).

Per questi (e altri) motivi, l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea (causa C-283/07) per aver assimilato il CDR-Q a materie prime come i combustibili fossili. La corte ha ribadito nella sue sentenza che “il CDR-Q, anche se corrisponde alle norme tecniche UNI 9903-1, non possiede le stesse proprietà e caratteristiche dei combustibili primari. Come ammette la stessa Repubblica italiana, esso può sostituire solo in parte il carbone e il coke di petrolio. Peraltro, le misure di controllo e di precauzione relative al trasporto e alla ricezione del CDR-Q negli impianti di combustione, nonché le modalità della sua combustione previste dal decreto ministeriale 2 maggio 2006, dimostrano che il CDR-Q e la sua combustione presentano rischi e pericoli specifici per la salute umana e l’ambiente, che costituiscono una delle caratteristiche dei residui di consumo e non dei combustibili fossili.”
In ultimo, riguardo al presunto vantaggio della “scomparsa” delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione, è da ricordare che essa è semplicemente dovuta al loro inglobamento nel clinker prodotto (“nulla si crea e nulla si distrugge”, Antoine Lavoisier, 1789), materiale utilizzato per gli impieghi più vari e, a fine vita delle opere, trasformato in materiale di risulta da smaltire in discarica, con il suo carico "nascosto" di pericolosi inquinanti, con buona pace dei propositi di sostenibilità.
Dal punto di vista strettamente sanitario (escludendo dunque ogni considerazioni di tipo economico e sociale, che pure avrebbe grande valore), una corretta gestione del ciclo dei rifiuti non dovrebbe assolutamente prevedere il loro incenerimento.
Che si tratti di inceneritori “classici” o di cementifici, tale pratica è dannosa per l’ambiente e per gli esseri umani che lo popolano, come documentato da ormai innumerevoli testimonianze scientifiche.
La proposta di co-combustione dei rifiuti nei cementifici come alternativa più “sostenibile” e meno pericolosa all’incenerimento in impianti dedicati, è al tempo stesso da considerare una dichiarazione indiretta della pericolosità dei termovalorizzatori (se fossero l’optimum non si sarebbero cercate alternative) e un ulteriore sacrificio del bene comune sull’altare di interessi privati.
Chi sceglie la sostenibilità ambientale e la sicurezza sanitaria dovrebbe percorrere altre e più proficue strade.


Associazione Medici per l’Ambiente
ISDE Italia Affiliata all’International Society of Doctors for the Environment
Rapporto consultivo con l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l'UNECOSOC (United Nations Economic and Social Council)
Via della Fioraia, 17/19 – 52100 Arezzo
Tel. 0575/22256
Fax. 0575/28676
E-mail: isde@ats.it - http://www.isde.it


Bibliografia
Afridi HI, Kazi TG, Kazi N, Kandhro GA, Baig JA, Shah AQ, et al. 2011. Evaluation of cadmium, chromium, nickel, and zinc in biological samples of psoriasis patients living in pakistani cement factory area. Biol Trace Elem Res 142: 284-301. Ali-Khodja H, Belaala A, Demmane-Debbih W, Habbas B, Boumagoura N. 2008. Air quality and deposition of trace elements in Didouche Mourad, Algeria. Environ Monit Assess 138: 219-231. Bardin-Mikolajczak A, Lissowska J, Zaridze D, Szeszenia-Dabrowska N, Rudnai P, Fabianova E, et al. 2007. Occupation and risk of lung cancer in Central and Eastern Europe: the IARC multi-center case-control study. Cancer Causes Control 18: 645-654. Baroutian S, Mohebbi A, Goharrizi AS. 2006. Measuring and modeling particulate dispersion: a case study of Kerman Cement Plant. J Hazard Mater 136: 468-474. Bermudez GM, Moreno M, Invernizzi R, Pla R, Pignata ML. 2010. Heavy metal pollution in topsoils near a cement plant: the role of organic matter and distance to the source to predict total and hcl-extracted heavy metal concentrations. Chemosphere 78: 375-381. Cormier SA, Lomnicki S, Backes W, Dellinger B. 2006. Origin and health impacts of emissions of toxic byproducts and fine particles from combustion and thermal treatment of hazardous wastes and materials. Environ Health Perspect 114: 810-817. European Commission. 2011. Reference Document on Best Available Techniques in the Cement, Lime and Magnesium Oxide Manufacturing Industries. May 2010. Genon G, Brizio E. 2008. Perspectives and limits for cement kilns as a destination for RDF. Waste Manag 28: 2375-2385. Geyer HJ, Schramm KW, Feicht EA, Behechti A, Steinberg C, Bruggemann R, et al. 2002. Half-lives of tetra-, penta-, hexa-, hepta-, and octachlorodibenzo-p-dioxin in rats, monkeys, and humans--a critical review. Chemosphere 48: 631-644. Mohebbi A, Baroutian S. 2007. Numerical modeling of particulate matter dispersion from Kerman Cement Plant, Iran. Environ Monit Assess 130: 73-82. Pournourmohammadi S, Khazaeli P, Eslamizad S, Tajvar A, Mohammadirad A, Abdollahi M. 2008. Study on the oxidative stress status among cement plant workers. Hum Exp Toxicol 27: 463-469. Ware JH. 2000. Particulate air pollution and mortality--clearing the air. N Engl J Med 343: 1798-1799. Yatkin S, Bayram A. 2010. TSP, PM depositions, and trace elements in the vicinity of a cement plant and their source apportionments using chemical mass balance model in Izmir, Turkey. Environ Monit Assess 167: 125-141.