venerdì 5 settembre 2014
Marezzane non si tocca!
Sabato 13 Settembre 2014
Malga Biancari – Marano di Valpolicella
Dalle 11,00
Assemblea delle 22 Associazioni “Progetti per il Territorio” Idee ed iniziative a confronto
Dalle 12,30
Pranzo insieme con “Gnocchi di Malga”
Dalle 14,30
Giochi di prato e laboratori per piccoli e ragazzi
Dalle 15,00
Laboratorio – Bolle, sempre bolle, fortissimamente bolle a cura di MarinaMu Ensemble e Teatro dei Burattini del progetto Favolava.
Dalle 16,30
Merenda in Malga con le “Torte della nonna”
Alle 17,00 Aperitivo con Delitto
L’Autore presenta il libro “Marne Rosse”
Un giallo ambientato in Valpolicella tra finzione delitti e realtà…. e Malga Biancari è il luogo del delitto. Aperitivo offerto dall’Az. Agr. Girotto
Dalle 18,30
Cena insieme con “Risotto all’Amarone”
Dalle 21,00 Marezzane, il Gusto, la Terra
Sapori Storie e Suggestioni ritmati dall’assaggio di 5 vini e di cibi tipici del territorio. Biologico e rispetto della Terra. (solo su prenotazione vedi scheda)
Fumane Futura e Valpolicella 2000
Insieme a ….
A.Ve.Pro.Bi, Ambiente e Vita, Archivio P. Gazzola, Arte Entropia Zero, Borghi di Pietra, Gaspolicella, Il Carpino, Italia Nostra, MDF, Musa Antiqua, Nour, Red Zone Art, SalvArbizzano, Salvapolicella, Salviamo il Paesaggio, Slow Food Condotta di Verona, SommaGas, Terra Viva, Tirtha, WWF, Giros, Legambiente, Mamme della Valpolicella
martedì 13 maggio 2014
giovedì 17 aprile 2014
A Fumane scoppia il caso cave
L'ipotesi di situazioni di illegalità sono da ieri al vaglio della Procura. Il Procuratore Beatrice Zanotti, coadiuvato dalla polizia forestale ha deciso di intervenire effettuando un blitz nelle cave di Gorgusello e nello stesso Comune di Fumane. In attesa di ulteriori sviluppi della vicenda, vi proponiamo la rassegna stampa di tutto ciò che sta emergendo in queste ore.
Come sempre saremo vigili sentinelle e terremo informata la cittadinanza sugli sviluppi del caso.
Chiunque avesse qualcosa da segnalare lo faccia senza indugio.
16/04/2014 - Blitz sulle cave di Fumane: sequestro di documenti in municipio
http://primoweb.it/blitz-sulle-cave-di-fumane-sequestro-di-documenti-in-municipio/
16/04/2014 - Fumane, gli agenti della Forestale escono dal municipio
http://primoweb.it/fumane-gli-agenti-della-forestale-escono-dal-municipio/
16/04/2014 - Fumane, le indagini riguarderebbero gli impianti esistenti
http://primoweb.it/fumane-le-indagini-riguarderebbero-gli-impianti-esistenti/
16/04/2014 - Fumane, Forestale in Comune per indagini su cave e rifiuti
http://www.larena.it/stories/1113_valpolicella/705534_fumane_forestale_in_comune_per_indagini_su_cave_e_rifiuti/
16/04/2014 - Cave e rifiuti, blitz Forestale a Fumane
http://www.tgverona.it/index.cfm/hurl/contenuto=380308/cronaca/cave_e_rifiuti_blitz_forestale_a_fumane.html
17/04/2014 - Fumane, l’esposto sulle cave partirebbe da alcuni imprenditori
http://primoweb.it/fumane-lesposto-sulle-cave-partirebbe-da-un-gruppo-di-imprenditori-della-lessinia/
17/04/2013 - Cave, il Corpo forestale negli uffici del Comune
http://www.larena.it/stories/394_valpolicella/705825_cave_il_corpo_forestale_negli_uffici_del_comune/
17/04/2014 - Verona, blitz della Forestale in municipio a Fumane: controlli sulle attività delle cave di pietra
http://www.veronasera.it/cronaca/verona-blitz-della-forestale-in-municipio-a-fumane-controlli-sulle-attivita-delle-cave-di-pietra.html
Come sempre saremo vigili sentinelle e terremo informata la cittadinanza sugli sviluppi del caso.
Chiunque avesse qualcosa da segnalare lo faccia senza indugio.
16/04/2014 - Blitz sulle cave di Fumane: sequestro di documenti in municipio
http://primoweb.it/blitz-sulle-cave-di-fumane-sequestro-di-documenti-in-municipio/
16/04/2014 - Fumane, gli agenti della Forestale escono dal municipio
http://primoweb.it/fumane-gli-agenti-della-forestale-escono-dal-municipio/
16/04/2014 - Fumane, le indagini riguarderebbero gli impianti esistenti
http://primoweb.it/fumane-le-indagini-riguarderebbero-gli-impianti-esistenti/
16/04/2014 - Fumane, Forestale in Comune per indagini su cave e rifiuti
http://www.larena.it/stories/1113_valpolicella/705534_fumane_forestale_in_comune_per_indagini_su_cave_e_rifiuti/
16/04/2014 - Cave e rifiuti, blitz Forestale a Fumane
http://www.tgverona.it/index.cfm/hurl/contenuto=380308/cronaca/cave_e_rifiuti_blitz_forestale_a_fumane.html
17/04/2014 - Fumane, l’esposto sulle cave partirebbe da alcuni imprenditori
http://primoweb.it/fumane-lesposto-sulle-cave-partirebbe-da-un-gruppo-di-imprenditori-della-lessinia/
17/04/2013 - Cave, il Corpo forestale negli uffici del Comune
http://www.larena.it/stories/394_valpolicella/705825_cave_il_corpo_forestale_negli_uffici_del_comune/
17/04/2014 - Verona, blitz della Forestale in municipio a Fumane: controlli sulle attività delle cave di pietra
http://www.veronasera.it/cronaca/verona-blitz-della-forestale-in-municipio-a-fumane-controlli-sulle-attivita-delle-cave-di-pietra.html
18/04/2014 - «Interramenti di rifiuti a Gorgusello? Lo escluderei»
L'Arena - venerdì 18 aprile 2014 PROVINCIA, pagina 25
C'è attesa a Fumane dopo il blitz della Forestale in municipio per accertamenti sulle autorizzazioni alle cave di Gorgusello. La perquisizione nell'ufficio tecnico comunale di mercoledì e i sopralluoghi nelle cave del giorno precedente sono stati ordinati dalla Procura, su mandato del pm Beatrice Zanotti, e sono legate ai capannoni dei cavatori autorizzati in origine come deposito attrezzi e per la prima lavorazione della pietra. Una indagine di vecchia data relativa a una materia per la quale si attende una più precisa legislazione regionale. Il fatto che si sia mossa la Procura ha scatenato curiosità e domande, specie in questo periodo di campagna elettorale. Senza riscontri le voci che parlano di «interramento di bidoni contenenti scarti di fonderia ritenuti rifiuti speciali», come si legge nella notizia dell'agenzia Ansa di mercoledì. E proprio su questo l'avvocato Daniele Zivelonghi, che segue legalmente alcuni cavatori, precisa le sue affermazioni in merito: «Relativamente alle cave site in Gorgusello, per la mia conoscenza degli operatori, delle modalità di lavorazione e dei luoghi, escluderei che si possano essere verificati episodi di interramento di rifiuti. Relativamente all'indagine de quo, non posso dire nulla su Cementirossi che, peraltro, non mi risulta indagata».G.G.
18/04/2014 - Blitz sulle cave A Fumane nei guai tecnici e funzionari
Corriere del Veneto
VERONA - Sono tecnici e funzionari le persone su cui si stanno concentrando le indagini coordinate dal pm Beatrice Zanotti all'indomani del blitz, con relativa acquisizione di carte e cd, negli uffici del municipio di Fumane. Al centro dell'inchiesta aperta dalla procura scaligera, risultano cave, autorizzazioni all'escavazione ma anche presunti depositi incontrollati di rifiuti potenzialmente pericolosi. Tanto è vero che, stando alle indiscrezioni che filtrano dall'ex Mastino, i reati fin qui ipotizzati risultano quelli di falso materiale, discarica abusiva oltre a presunte irregolarità nel rilascio dei nullaosta. Sempre ieri, al secondo piano del tribunale, si è presentato anche l'avvocato Luca Tirapelle per conto dell'associazione Legambiente, che ha depositato «un'istanza finalizzata al riconoscimento come parte offesa». Mercoledì mattina, nel corso del sopralluogo in Comune, l'attenzione della Forestale si sarebbe rivolta in particolare a Cava Leoni, una delle realtà più importanti del settore della pietra della Lessinia, ma non solo. Le indagini, infatti, riguarderebbero attività svolte nelle cave che risulterebbero al di fuori delle autorizzazioni concesse, quindi irregolari. Sotto esame anche i capannoni che sarebbero stati costruiti in alcune di queste cave per accogliere tali lavorazioni. Cinque di queste strutture, in particolare, non avrebbero le carte in regola. Effettuato il «prelievo» di documenti in municipio, gli agenti della Forestale sono stati accompagnati all'esterno dal comandante della polizia municipale di Fumane, Mauro Valentini. E le indagini, in ogni caso, proseguono.
La. Ted.
L'Arena - venerdì 18 aprile 2014 PROVINCIA, pagina 25
C'è attesa a Fumane dopo il blitz della Forestale in municipio per accertamenti sulle autorizzazioni alle cave di Gorgusello. La perquisizione nell'ufficio tecnico comunale di mercoledì e i sopralluoghi nelle cave del giorno precedente sono stati ordinati dalla Procura, su mandato del pm Beatrice Zanotti, e sono legate ai capannoni dei cavatori autorizzati in origine come deposito attrezzi e per la prima lavorazione della pietra. Una indagine di vecchia data relativa a una materia per la quale si attende una più precisa legislazione regionale. Il fatto che si sia mossa la Procura ha scatenato curiosità e domande, specie in questo periodo di campagna elettorale. Senza riscontri le voci che parlano di «interramento di bidoni contenenti scarti di fonderia ritenuti rifiuti speciali», come si legge nella notizia dell'agenzia Ansa di mercoledì. E proprio su questo l'avvocato Daniele Zivelonghi, che segue legalmente alcuni cavatori, precisa le sue affermazioni in merito: «Relativamente alle cave site in Gorgusello, per la mia conoscenza degli operatori, delle modalità di lavorazione e dei luoghi, escluderei che si possano essere verificati episodi di interramento di rifiuti. Relativamente all'indagine de quo, non posso dire nulla su Cementirossi che, peraltro, non mi risulta indagata».G.G.
18/04/2014 - Blitz sulle cave A Fumane nei guai tecnici e funzionari
Corriere del Veneto
VERONA - Sono tecnici e funzionari le persone su cui si stanno concentrando le indagini coordinate dal pm Beatrice Zanotti all'indomani del blitz, con relativa acquisizione di carte e cd, negli uffici del municipio di Fumane. Al centro dell'inchiesta aperta dalla procura scaligera, risultano cave, autorizzazioni all'escavazione ma anche presunti depositi incontrollati di rifiuti potenzialmente pericolosi. Tanto è vero che, stando alle indiscrezioni che filtrano dall'ex Mastino, i reati fin qui ipotizzati risultano quelli di falso materiale, discarica abusiva oltre a presunte irregolarità nel rilascio dei nullaosta. Sempre ieri, al secondo piano del tribunale, si è presentato anche l'avvocato Luca Tirapelle per conto dell'associazione Legambiente, che ha depositato «un'istanza finalizzata al riconoscimento come parte offesa». Mercoledì mattina, nel corso del sopralluogo in Comune, l'attenzione della Forestale si sarebbe rivolta in particolare a Cava Leoni, una delle realtà più importanti del settore della pietra della Lessinia, ma non solo. Le indagini, infatti, riguarderebbero attività svolte nelle cave che risulterebbero al di fuori delle autorizzazioni concesse, quindi irregolari. Sotto esame anche i capannoni che sarebbero stati costruiti in alcune di queste cave per accogliere tali lavorazioni. Cinque di queste strutture, in particolare, non avrebbero le carte in regola. Effettuato il «prelievo» di documenti in municipio, gli agenti della Forestale sono stati accompagnati all'esterno dal comandante della polizia municipale di Fumane, Mauro Valentini. E le indagini, in ogni caso, proseguono.
La. Ted.
lunedì 17 febbraio 2014
Dossier Marezzane
Scarica il dossier completo in pdf: Download
Dopo
oltre 17 mesi il 27.05.2013 la Direzione Regionale per i Beni culturali e
paesaggistici del Veneto esprime parere favorevole “sulla richiesta di
pronuncia di valutazione di Impatto Ambientale … e ritiene adempiuta la
verifica di compatibilità ambientale del progetto di ampliamento e recupero
ambientale...”
Perché la procedura non si è chiusa?
Perché interviene la Direzione regionale?
Ma la Soprintendenza di Verona smentisce se
stessa?
Insomma cosa è successo?
Nel parere della Direzione Regionale sparisce,
dalla narrativa della ricostruzione procedurale, la memoria di tutti i pareri
espressi in precedenza dalle Soprintendenze territoriali.
L’unico riferimento è contenuto nel citare il
parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona
(prot.12230 del 6 maggio 2013) in cui si ricorda che:
In seguito al parere
negativo del medesimo ufficio, di cui
alla nota prot.34696 del 16 dicembre
2011 “ il progetto è stato rivisto e ridimensionato e si compone dei seguenti
elementi”
Vengono richiamata una nuova nota dell'Industria Cementi Rossi acquisita dalla
Direzione Regionale dei beni Culturali e Paesaggistici del Veneto il 14 dicembre 2012 e ulteriore documentazione integrativa presentata in data 15 aprile 2013 da Cementirossi a seguito di una richiesta del 21 gennaio 2013 della Sovrintendenza per i beni paesaggistici e architettonici di Verona.
Si scopre che la Sovrintendenza
per i beni archeologici del Veneto, con nota del 9 gennaio 2013 non solo si esprime nuovamente ma richiede “che ogni intervento che preveda
movimentazione del terreno sia effettuato con assistenza archeologica a cura di
personale dotato di adeguata professionalità”.
A differenza di quanto
“dichiarato nella comunicazione del 4 novembre 2011” l'area acquista
interesse archeologico. Tale interesse in modo “sorprendente” viene ricavato
dalla relazione preventiva del rischio archeologico redatto dalla SAP Società Archeologica su
incarico della stessa Industria Cementi Giovanni Rossi.
Il 15 dicembre 2011 l'Industria Cementi Rossi invia una
raccomandata per richiedere la “sospensione
del procedimento e dell'autorizzazione relativa al progetto[...]
onde consentirci di predisporre integrazioni migliorative dello stesso progetto
relativamente agli aspetti paesaggistici”.
Nel frattempo tra la fine 2011 e inizio 2012 i presidenti dell’Associazione Valpolicella
2000 e del Comitato Fumane Futura subiscono entrambi danneggiamenti ai propri
mezzi parcheggianti dentro casa e uno delle cantine, che avevano presentato
ricorso, subisce il taglio di alcune vigne.
La vicenda ha una qualche rilevanza nel risvolti
della situazione perché malgrado la
solidarietà formalizzata dal Consiglio
Provinciale (con un solo astenuto) e quella espressa dal comune di Fumane, il Prefetto non ha mai non solo
ricevuto ma nemmeno espresso un segno di solidarietà ai danneggiati malgrado la
richiesta di un suo intervento sia stato richiesta da un cartello di
associazioni e sollecitato e auspicato dallo stesso Consiglio Provinciale.
L'8 febbraio 2012 la Cementirossi
presenta ricorso al TAR contro il
parere espresso dalla Soprintendenza.
Il 9 febbraio 2012 è lo stesso Prefetto che presiede una riunione
presso la Prefettura di Verona con la presenza , della Sovrintendente di
Verona e dell'Industria Cementi Giovanni Rossi
“per scongiurare il rischio di
chiusura dell'attività produttiva del cementificio di Fumane dovuta alla
carenza di minerale a seguito del parre della Sovrintendente”. Motivazione
riportata sia sui giornali e ripresa pari pari anche nella nota della Industria
Cementi Rossi del 6 novembre 2012.
Motivazione assolutamente infondata. La
cementeria non ha per i prossimi 10 anni alcun problema di rifornimento di
materiale di cava. La crisi dell’edilizia e il crollo del mercato del cemento
sono la causa della crisi del settore che per altro paradossalmente allunga la
vita delle attuali cave in quanto c’è meno necessità di estrazione di calcari e
marne. Ma tant’è.
L’azione del Prefetto da l’avvio a tutta una
serie di anomalie procedurali.
La Cementirossi e la Sovrintendenza si
incontrano sia il 15.02.2012 e il
14.03.2012 “che hanno provato ad elaborare delle varianti in
miglioramento del progetto che tenessero conto delle osservazioni espresse
dalla Sovrintendenza nel parere” .
Il parere diventa un'insieme di osservazioni.
Pochi giorni dopo il 22.02.2012 la
Cementi Rossi ufficializza la decisione “di rinunciare al progetto di
ammodernamento del cementificio di Fumane”. E il progetto presentato
nel maggio 2008 e che dopo pochi giorni, il 1 marzo 2012 verrà completamente
bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato.
Il 23 .03.2012 Cementirossi sollecita alla
Regione la richiesta di sospensione del procedimento come richiesto il
15.12.2011 (prot. Regione
30.03.2012)
il 4 aprile 2012 vien sottoposta
alla Soprintendenza una proposta di variante.
Nel frattempo la sospensione che viene concessa
(non abbiamo l'atto) malgrado nel parere della Soprintendenza esplicitamente si
fa riferimento alla migliorabilità del progetto.
Il 1
ottobre 2012 viene effettuato dalla Soprintendete un nuovo sopralluogo al
cantiere di Marezzane.
Il 6 novembre 2012 (registrato in Regione
8.11.2012) viene presentata all'Unità VIA
“la variante non sostanziale che non modifica il progetto del
cantiere Marezzane ma interviene solo
sulla viabilità predisposta al fine di superare il parere precedentemente
espresso dalla competente Soprintendenza”.
IL 23 Novembre 2012 viene
depositata la sentenza del Tar del
Veneto con cui si respinge il ricorso presentato dall’Industria Cementi Rossi
contro il parere della Soprintendenza e viene condannata l’azienda al pagamento
delle spese procedurali
Il 12.12.2012
viene convocata per il 19.12.2012 la commissione VIA.
Il 17.12.2012
nota alla regione in cui la Cementi Rossi comunica di aver trasmesso la
documentazione alle Sovrintendenze (Regionale, Verona e archeologica di Padova)
Nella seduta del 19.12.2012 viene
esaminata la nuova istanza.
L'oggetto non è più
solo: INDUSTRIA CEMENTI GIOVANNI ROSSI SPA – Progetto di coltivazione
mineraria Cantiere Marezzane e rinnovo
concessione mineraria “Monte Noroni” - comune di localizzazione: Marano di
Valpolicella (VR) – Comune interessato: Fumane (VR) – Domanda di
valutazione d'impatto Ambientale ex
D.Lgs n.152/2006. Artt.26 e 45 – (Prog.103/2007) ma riporta una aggiunta “l'istanza di
valutazione della variante relativa alla viabilità di accesso al Cantiere
Marezzane e all'adozione di una nuova tecnologia di trasporto del
minerale. Presentata in data 06.11.2012,
con prot. 506504/63.01.07 e.410.01.1
il 19.12.2012 l'unità complessa VIA
richiede alle Soprintendenze il rilascio del parere di compatibilità ambientale
e il rilascio della autorizzazione paesaggistica sulla “variante relativa alla viabilità ect...”
In tutta la nuova istanza l’Industria Cementi
Rossi ci tiene a precisare che tutte le varianti riguardano la viabilità del
cantiere “mentre per il cantiere di
Marezzane vero e proprio non sono previste modifiche”. (nota del
6.11.2012) In sostanza il progetto vero e proprio su cui si è espressa in modo
inequivocabile la Sovrintendenza veronese nel dicembre 2011, non è stato in
alcun modo modificato riconfermando quindi la negatività del parere stesso. Non è un caso che l’oggetto di quanto sottoposto
a valutazione è solamente la viabilità.
La Soprintendenza di Verona non ritiene
sufficiente la documentazione presentata e chiede integrazioni.
il 21.02
2013 Unità complessa VIA richiede alla Cementirossi le integrazioni
richieste dalla Soprintendenza paesaggistica di Verona.
Il 15.04.2013
Cementi Rossi fa pervenire le
integrazioni richieste.
All’interno della documentazione presentata
dall’azienda vi sono delle grossolane deformazioni.[1]
Il 06.05.2013 la
Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona fa avere
alla direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del veneto il
proprio parere positivo.
[1] Ad esempio: la documentazione fotografica contenuta nella integrazione
relazione paesaggistica presentata dall’azienda
nell’aprile 2013 mostra un sentiero sterrato attualmente esistente e non
riporta nella simulazione le reali dimensioni. dell’intervento proposto Oppure
nella medesima documentazione vengono alterati i coni ottici da Girotto e
l’unica foto panoramica ripresa da
Manune (località che sorge di fronte a Marezzane sull’altro versante della
Valle dei Progni) viene così commentata: l’impatto paesaggistico è
annullato, oltre che dalla posizione defilata del frantoio, dalla notevole
distanza. Peccato che Manune non sia così defilato e l’effetto distanza sia
ottenuto soltanto dall’ottica fotografica utilizzata. Non solo. Per i 60.000
visitatori che ogni anno si recano alle cascate di Molina che transitano quindi
dalla strada di Manune hanno come unico e chiaro cono visivo la collina di Marezzane. Come pure, come
ribadito e facilmente documentato uscendo dalla Grotta di Fumane l’unica
visuale è quella di Marezzane - Mazzarino. Per non parlare da ciò che si può
vedere dal Sic Monte Pastello.
lunedì 9 dicembre 2013
Dobbiamo fermare i veri estremisti
http://www.eddyburg.it/2013/11/dobbiamo-fermare-i-veri-estremisti.html
di Domenico Finiguerra
di Domenico Finiguerra
L'autore appartiene ai pochi che non contrastano il consumo di suolo solo con le parole, ma anche con i fatti. Lo ha fatto come sindaco di un piccolo comune alle porte di Milano e lo ha fatto come fondatore dell'associazione Stop al consumo di suolo.
Quante volte, partecipando ad un dibattito sul territorio, su una grande opera, su un piano regolatore, vi è capitato di essere etichettati come dei radicali ambientalisti, degli estremisti, dei sovversivi annidati nei comitati? A me è capitato moltissime volte.
La cosa mi ha sempre dato anche un certo godimento. Aumentava la mia autostima. Essere accusato di essere un sovversivo dai dirigenti del partito del calcestruzzo (sia da quelli di matrice neoliberista che da quelli di matrice progressista) era motivo di grande orgoglio. Cose da raccontare ai nipotini. «Ma smettila di opporti alle autostrade e al Tav! Vuoi farci tornare all'età della pietra? Vuoi muoverti con i cavalli! Estremista e ambientalista del c...!», «Si, adesso siete anche contro l'expo 2015! Ma vergognatevi. Siete dei talebani del verde! Volete farci perdere occasioni di sviluppo, di crescita, di competitività! Irresponsabili», «Ma che problemi vi da questo outlet? Ci sistemano anche tutta la viabilità e ci fanno 7 rotonde. Ah certo! Voi volete andare nei campi a caccia di farfalle, oppure volete tornare a coltivare la terra! Bravo! Oltre ad essere ambientalista sei pure terrone!»(questa me la sono beccata da parte dei dirigenti del partito del cemento della corrente leghista).
Ma poi, con il passare del tempo, questa etichetta ha cominciato a starmi stretta e con mia grande sorpresa mi sono reso conto che in realtà, io e direi anche tutti gli ambientalisti, siamo dei veri ed autentici moderati. Nel senso che siamo impegnati nel moderare il peso dell'uomo sulla terra. Vorremmo mantenere, difendere o ripristinare i delicati equilibri esistenti tra il genere umano, gli altri esseri viventi e la terra. Terra intesa sia come pianeta che come terra che abbiamo sotto i piedi.
Di converso, quelli che ad ogni assemblea pubblica, consiglio comunale o talkshow televisivo, non perdono occasione per sbeffeggiarci, disegnarci su un albero intenti ad abbracciare un panda oppure additarci all'opinione pubblica come i nemici della patria, hanno perduto la natura e lo smalto di moderati. Approvando e finanziando grandi opere, speculazioni edilizie, saccheggi vari del territorio, distruggendo biodiversità e suoli agricoli, con lo scorrere dei cronoprogrammi dei loro cantieri promessi alla lavagna di Porta a Porta, i rispettabili politici e lobbisti in doppiopetto hanno subito una metamorfosi che li ha trasformati in veri estremisti sovversivi, quasi sempre polemici e pronti ad alzare i toni della discussione. Se necessario anche usando il manganello...
Esagero? Mi pare proprio di no. Anzi possiamo affermare con pochi dati certi, che i veri nemici del benessere del paese e dei cittadini che lo abitano siano proprio loro. Loro che in un quarantennio hanno compromesso il futuro delle presenti e delle future generazioni. Vediamo perché.
Che cosa è fondamentale per un popolo, per le persone che vivono su un determinato territorio? Che cosa è indispensabile alla sopravvivenza dei cittadini? Il cibo. E che cosa è accaduto al nostro paese? È accaduto che dal 1971 al 2010 ha perso 5 milioni di ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Questo dato è dovuto a due fenomeni: l'abbandono delle terre e la cementificazione.
Per la risoluzione del primo, la politica è completamente assente e non riesce, anzi non prova neanche, ad arginare la perdita di terreno del settore primario rispetto al mattone. Coltivare la terra rende sempre meno in termini di reddito ed è molto faticoso, nonostante la meccanizzazione. Una crisi che richiederebbe anche un cambio di modello di produzione, avviando una riconversione che emancipi il settore stesso dalla monocoltura intensiva aprendo nuove prospettive. Non solo in termini di produzione ma anche di occasioni per riprodurre comunità e socialità.
Per il secondo fenomeno, la cementificazione, la politica dominante, non solo non ha arginato il fenomeno irreversibile della impermeabilizzazione dei suoli, ma lo ha facilitato e promosso: approvando normative che hanno spinto i comuni a fare cassa con la monetizzazione del territorio, progettando e realizzando opere infrastrutturali che hanno accompagnato l'espansione urbanistica (lo sprawl), favorendo la rendita urbana ai danni della tutela del territorio, del paesaggio e dell'agricoltura, coltivando il consenso facile con gli oneri di urbanizzazione che arrivano grazie alle colate di cemento.
Quante volte, partecipando ad un dibattito sul territorio, su una grande opera, su un piano regolatore, vi è capitato di essere etichettati come dei radicali ambientalisti, degli estremisti, dei sovversivi annidati nei comitati? A me è capitato moltissime volte.
La cosa mi ha sempre dato anche un certo godimento. Aumentava la mia autostima. Essere accusato di essere un sovversivo dai dirigenti del partito del calcestruzzo (sia da quelli di matrice neoliberista che da quelli di matrice progressista) era motivo di grande orgoglio. Cose da raccontare ai nipotini. «Ma smettila di opporti alle autostrade e al Tav! Vuoi farci tornare all'età della pietra? Vuoi muoverti con i cavalli! Estremista e ambientalista del c...!», «Si, adesso siete anche contro l'expo 2015! Ma vergognatevi. Siete dei talebani del verde! Volete farci perdere occasioni di sviluppo, di crescita, di competitività! Irresponsabili», «Ma che problemi vi da questo outlet? Ci sistemano anche tutta la viabilità e ci fanno 7 rotonde. Ah certo! Voi volete andare nei campi a caccia di farfalle, oppure volete tornare a coltivare la terra! Bravo! Oltre ad essere ambientalista sei pure terrone!»(questa me la sono beccata da parte dei dirigenti del partito del cemento della corrente leghista).
Ma poi, con il passare del tempo, questa etichetta ha cominciato a starmi stretta e con mia grande sorpresa mi sono reso conto che in realtà, io e direi anche tutti gli ambientalisti, siamo dei veri ed autentici moderati. Nel senso che siamo impegnati nel moderare il peso dell'uomo sulla terra. Vorremmo mantenere, difendere o ripristinare i delicati equilibri esistenti tra il genere umano, gli altri esseri viventi e la terra. Terra intesa sia come pianeta che come terra che abbiamo sotto i piedi.
Di converso, quelli che ad ogni assemblea pubblica, consiglio comunale o talkshow televisivo, non perdono occasione per sbeffeggiarci, disegnarci su un albero intenti ad abbracciare un panda oppure additarci all'opinione pubblica come i nemici della patria, hanno perduto la natura e lo smalto di moderati. Approvando e finanziando grandi opere, speculazioni edilizie, saccheggi vari del territorio, distruggendo biodiversità e suoli agricoli, con lo scorrere dei cronoprogrammi dei loro cantieri promessi alla lavagna di Porta a Porta, i rispettabili politici e lobbisti in doppiopetto hanno subito una metamorfosi che li ha trasformati in veri estremisti sovversivi, quasi sempre polemici e pronti ad alzare i toni della discussione. Se necessario anche usando il manganello...
Esagero? Mi pare proprio di no. Anzi possiamo affermare con pochi dati certi, che i veri nemici del benessere del paese e dei cittadini che lo abitano siano proprio loro. Loro che in un quarantennio hanno compromesso il futuro delle presenti e delle future generazioni. Vediamo perché.
Che cosa è fondamentale per un popolo, per le persone che vivono su un determinato territorio? Che cosa è indispensabile alla sopravvivenza dei cittadini? Il cibo. E che cosa è accaduto al nostro paese? È accaduto che dal 1971 al 2010 ha perso 5 milioni di ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Questo dato è dovuto a due fenomeni: l'abbandono delle terre e la cementificazione.
Per la risoluzione del primo, la politica è completamente assente e non riesce, anzi non prova neanche, ad arginare la perdita di terreno del settore primario rispetto al mattone. Coltivare la terra rende sempre meno in termini di reddito ed è molto faticoso, nonostante la meccanizzazione. Una crisi che richiederebbe anche un cambio di modello di produzione, avviando una riconversione che emancipi il settore stesso dalla monocoltura intensiva aprendo nuove prospettive. Non solo in termini di produzione ma anche di occasioni per riprodurre comunità e socialità.
Per il secondo fenomeno, la cementificazione, la politica dominante, non solo non ha arginato il fenomeno irreversibile della impermeabilizzazione dei suoli, ma lo ha facilitato e promosso: approvando normative che hanno spinto i comuni a fare cassa con la monetizzazione del territorio, progettando e realizzando opere infrastrutturali che hanno accompagnato l'espansione urbanistica (lo sprawl), favorendo la rendita urbana ai danni della tutela del territorio, del paesaggio e dell'agricoltura, coltivando il consenso facile con gli oneri di urbanizzazione che arrivano grazie alle colate di cemento.
Per rendere bene l'idea di quello che è successo nel nostro paese ci possono aiutare due grafici tratti da un rapporto sul consumo di suolo agricolo a cura del Ministero delle Politiche Agricole. Nel primo (sopra)si può vedere che a fronte di un aumento della popolazione, la superficie agricola utilizzata è diminuita (del 28% in 40 anni) e la forbice tende ad allargarsi. Nel secondo grafico (qui s)è chiaro ed evidente quanto l'Italia stia progressivamente perdendo sovranità alimentare. Riso, pomodori e frutta fresca sono le uniche colture che produciamo in misura superiore al nostro fabbisogno. Per tutte le altre siamo ben al di sotto dell'80% di copertura. Per alcune sotto il 40%. La media del nostro grado di approvvigionamento alimentare è tra l'80 e l'85% ed è in costante diminuzione. Solo 20 anni fa era pari al 92%
A questi dati, tenuti nascosti sapientemente all'opinione pubblica (ne avete mai sentito parlare al TG1, al TG3, a Ballarò, a Otto e mezzo?) se ne aggiunge un altro ancor più preoccupante: l'Italia è il terzo paese in Europa ed il quinto nel mondo nella classifica del deficit di suolo. In sostanza ci mancano 49 milioni di ettari per coprire il nostro intero fabbisogno che è pari a 61 milioni di ettari. Siamo destinati ad essere sempre più dipendenti dalla produzione di terreni di altri paesi. Il buon senso del buon padre o madre di famiglia dovrebbe portarci a fermare per decreto ed immediatamente la cementificazione ed il consumo di suolo, a bonificare le aree compromesse dal cemento e dai veleni, ad incentivare seriamente il ritorno alla coltivazione delle terre abbandonate. Ma purtroppo il buon senso e l'interesse collettivo sono spesso in contraddizione con gli interessi dei pochi e soliti noti...
Ma oltre che della perduta sovranità alimentare, gli estremisti dirigenti del partito del cemento si sono resi protagonisti dell'alterazione e della sovversione di delicati equilibri ecosistemici. Alterazione condotta grazie alle loro azioni irriducibili, condotte talvolta nottetempo: mitici i consigli comunali alle 3 di notte per approvare varianti ai piani regolatori (Nei quindici anni dal 1995 al 2009, i comuni italiani hanno rilasciato complessivamente permessi di costruire per 3,8 miliardi di mc). Le scelte di questi estremisti sono concausa certificata del dissesto idrogeologico e dello sprofondamento quotidiano del paese nel fango. Ma essi si ostinano quotidianamente a tenere la posizione, si oppongono in maniera davvero ideologica e radicale alle decine di proposte veramente moderate che presentiamo tutti i giorni.
Noi (ambientalisti, comitati, cittadini) chiediamo di investire le scarse risorse nella messa in sicurezza del territorio; loro ci rispondono arroganti che sono prioritari i buchi nelle montagne per portare merci a 300 km all'ora da Torino a Lione. Noi proponiamo di incentivare il recupero degli immobili esistenti, rendendoli più efficienti dal punto di vista energetico, di puntare sul risanamento/ricostruzione dei centri storici abbandonati (a partire da L'Aquila, dove recentemente si sono recati 22 sindaci moderati della Val di Susa per chiedere di impiegare in quella città le risorse destinate al Tav); loro si impuntano con le newtown in aperta campagna, le cittadelle dello sport, della moda, del design. Noi proponiamo di restaurare il paesaggio, di elaborare un grande piano nazionale di piccole opere, che aiuterebbe l'edilizia ad uscire dalla crisi (dall'abbattimento delle barriere architettoniche alla realizzazione di fognature, marciapiedi e piste ciclabili); loro ci rispondono polemicamente e strumentalmente con nuovi piani casa, nuovi grattacieli, nuovi grandi eventi e relative nuove grandi autostrade e nuovi grandi padiglioni. Insomma, noi chiediamo di andare più piano; loro accelerano con sprezzo del pericolo, spingendo il vapore a tutta velocità verso le estreme conseguenze, verso il baratro. Degli irresponsabili.
Risultato di queste scelte scellerate portate avanti con tanta veemenza bipartisan? Secondo l'ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale) ogni giorno vengono impermeabilizzati 100 ettari di terreni naturali. 10 mq al secondo. Quindi cosa facciamo?
Dobbiamo fermarli. Non c'è alternativa. Perché sono dei veri sovversivi. I veri estremisti di questo paese.
A questi dati, tenuti nascosti sapientemente all'opinione pubblica (ne avete mai sentito parlare al TG1, al TG3, a Ballarò, a Otto e mezzo?) se ne aggiunge un altro ancor più preoccupante: l'Italia è il terzo paese in Europa ed il quinto nel mondo nella classifica del deficit di suolo. In sostanza ci mancano 49 milioni di ettari per coprire il nostro intero fabbisogno che è pari a 61 milioni di ettari. Siamo destinati ad essere sempre più dipendenti dalla produzione di terreni di altri paesi. Il buon senso del buon padre o madre di famiglia dovrebbe portarci a fermare per decreto ed immediatamente la cementificazione ed il consumo di suolo, a bonificare le aree compromesse dal cemento e dai veleni, ad incentivare seriamente il ritorno alla coltivazione delle terre abbandonate. Ma purtroppo il buon senso e l'interesse collettivo sono spesso in contraddizione con gli interessi dei pochi e soliti noti...
Ma oltre che della perduta sovranità alimentare, gli estremisti dirigenti del partito del cemento si sono resi protagonisti dell'alterazione e della sovversione di delicati equilibri ecosistemici. Alterazione condotta grazie alle loro azioni irriducibili, condotte talvolta nottetempo: mitici i consigli comunali alle 3 di notte per approvare varianti ai piani regolatori (Nei quindici anni dal 1995 al 2009, i comuni italiani hanno rilasciato complessivamente permessi di costruire per 3,8 miliardi di mc). Le scelte di questi estremisti sono concausa certificata del dissesto idrogeologico e dello sprofondamento quotidiano del paese nel fango. Ma essi si ostinano quotidianamente a tenere la posizione, si oppongono in maniera davvero ideologica e radicale alle decine di proposte veramente moderate che presentiamo tutti i giorni.
Noi (ambientalisti, comitati, cittadini) chiediamo di investire le scarse risorse nella messa in sicurezza del territorio; loro ci rispondono arroganti che sono prioritari i buchi nelle montagne per portare merci a 300 km all'ora da Torino a Lione. Noi proponiamo di incentivare il recupero degli immobili esistenti, rendendoli più efficienti dal punto di vista energetico, di puntare sul risanamento/ricostruzione dei centri storici abbandonati (a partire da L'Aquila, dove recentemente si sono recati 22 sindaci moderati della Val di Susa per chiedere di impiegare in quella città le risorse destinate al Tav); loro si impuntano con le newtown in aperta campagna, le cittadelle dello sport, della moda, del design. Noi proponiamo di restaurare il paesaggio, di elaborare un grande piano nazionale di piccole opere, che aiuterebbe l'edilizia ad uscire dalla crisi (dall'abbattimento delle barriere architettoniche alla realizzazione di fognature, marciapiedi e piste ciclabili); loro ci rispondono polemicamente e strumentalmente con nuovi piani casa, nuovi grattacieli, nuovi grandi eventi e relative nuove grandi autostrade e nuovi grandi padiglioni. Insomma, noi chiediamo di andare più piano; loro accelerano con sprezzo del pericolo, spingendo il vapore a tutta velocità verso le estreme conseguenze, verso il baratro. Degli irresponsabili.
Risultato di queste scelte scellerate portate avanti con tanta veemenza bipartisan? Secondo l'ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale) ogni giorno vengono impermeabilizzati 100 ettari di terreni naturali. 10 mq al secondo. Quindi cosa facciamo?
Dobbiamo fermarli. Non c'è alternativa. Perché sono dei veri sovversivi. I veri estremisti di questo paese.
giovedì 21 novembre 2013
venerdì 4 ottobre 2013
Marezzane non si tocca! (PIANO B)
Penelope, la perturbazione in arrivo, ci impedisce di festeggiare “Marezzane Non si Tocca” all’aperto sulle colline, ma non ci ferma nel continuare a tessere la nostra rete di relazioni.
Abbiamo pensato di recuperare la seconda parte della giornata.
Quindi domenica 6 ottobre alle ore 18,00 presso il teatro del circolo Noi di San Pietro in Cariano via don Oliboni:
“Dal digiuno contro il consumo del territorio un’occasione per il futuro”
saranno presenti Luca Martinelli giornalista di Altreconomia (http://www.altreconomia.it/site/) e don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati Costruttori di Pace, che con il suo digiuno ha dato avvio ad una forte presa di coscienza contro il consumo del territorio e contro le grandi opere del Veneto (oltre 90 persone veronesi stanno a staffetta proseguendo tale iniziativa digiunoterritorio.blogspot.it).
Letture di Massimo Totola e Cristina Patuzzo.
Alla fine proviamo a recuperare un po’ di festa con gustosa cena sempre presso il Noi di san Pietro in Cariano con l’immancabile riso all’amarone, spezzatino timorato e gelato al pero misso.
Abbiamo pensato di recuperare la seconda parte della giornata.
Quindi domenica 6 ottobre alle ore 18,00 presso il teatro del circolo Noi di San Pietro in Cariano via don Oliboni:
“Dal digiuno contro il consumo del territorio un’occasione per il futuro”
saranno presenti Luca Martinelli giornalista di Altreconomia (http://www.altreconomia.it/site/) e don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati Costruttori di Pace, che con il suo digiuno ha dato avvio ad una forte presa di coscienza contro il consumo del territorio e contro le grandi opere del Veneto (oltre 90 persone veronesi stanno a staffetta proseguendo tale iniziativa digiunoterritorio.blogspot.it).
Letture di Massimo Totola e Cristina Patuzzo.
Alla fine proviamo a recuperare un po’ di festa con gustosa cena sempre presso il Noi di san Pietro in Cariano con l’immancabile riso all’amarone, spezzatino timorato e gelato al pero misso.
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