mercoledì 22 aprile 2009

Evidenze scientifiche: 3 casi


E’ oggi una delle maggiori industrie chimico-farmaceutiche tedesche. Si chiama Chemie Grünenthal e negli anni ’50 mise in commercio la talidomide, un sedativo anti-nausea rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza.
Le sperimentazioni scientifiche sugli animali dimostrarono l’innocuità assoluta del farmaco.
Sulla scatola si leggeva: “Di sicuro effetto, innocuo, assolutamente non velenoso”.
Nel 1961 il giornale “Welt am Sonntag” rivelava che il farmaco, distribuito in tutto il mondo alle gestanti, era causa di malformazioni congenite nei neonati e il 2 dicembre 61 la talidomide venne ritirata.

Strumento di una tecnologia avanzatissima, arma prima contro la malaria, il DDT fu il primo pesticida moderno.
Si credeva che fosse innocuo per l’uomo e il suo inventore fu insignito nel 1948 del premio Nobel per la Medicina.
Nel 1972, dopo aver inquinato terre e fiumi, il DDT venne proibito negli Stati Uniti; nel 1978 anche in Italia.

Un altro prodotto che ricevette l’ok ufficiale di tutti i più autorevoli enti del mondo fu l’amianto.
Per anni fu considerato un materiale estremamente versatile a basso costo: fu utilizzato come materiale edile in scuole, ospedali, palestre, carrozze ferroviarie e metropolitane, nonché per isolare tetti, caldaie e forni.
Il sospetto sulla sua tossicità venne avanzato già nel 1898 da H. Monague Murray, ma si è dovuto attendere un secolo (1994) per imporre il divieto totale di estrazione, importazione e produzione di materiali/manufatti che contengono amianto. Tuttora i dati riportati nella letteratura scientifica non sono omogenei per i metodi di campionamento ed analisi utilizzati.
L’esposizione all’amianto ha effetti cancerogenetici; il ritardo con cui le norme legislative hanno recepito il pericolo ha permesso che nel frattempo innumerevoli siano stati i malati di asbestosi, e i morti per carcinomi polmonari e mesoteliomi.
Si tratta di malattie a decorso molto lento, con latenza anche di diverse decine di anni.

Adesso attendiamo che maturino i tempi per sapere di che altra patologia si potrà morire in futuro a norma di legge e con il benestare della comunità scientifica.
Lana di vetro e di roccia, fumi da incenerimento di rifiuti, alimenti modificati geneticamente? Lo sapremo forse tra qualche decennio; per adesso il profitto e la sbandierata sacralità del lavoro difenderanno con le unghie e con i denti fabbriche che inquinano e uccidono.