mercoledì 19 novembre 2008

Natura, salute, valori





Sto cercando di capire bene cosa significherebbe per Fumane e la Valpolicella la presenza di fatto di un potenziale inceneritore.


Tento in assoluta buona fede di ascoltare sia le voci contro che quelle pro-incenerimento di rifiuti (onestamente sono in grande maggioranza le voci critiche, rispetto quelle favorevoli).
Nello sforzo di conoscenza mi sono resa conto che si devono assolutamente ampliare i propri orizzonti.
Molti sono gli spunti di riflessione: ci sono i livelli di diossina riscontrati nel latte materno in Belgio e Olanda; ci sono le malformazioni degli alligatori del Canada e degli agnelli in sud Italia; ci sono i medici preoccupati e quelli che affermano il contrario; c'é il riscaldamento gratuito e ci sono i vantaggi economici; c'é il rapporto antagonista che contrappone riciclo ed incenerimento; ci sono un sacco di dati tecnici che si fatica a capire.


Spesso l'eccesso di dati e di tecnicismi serve solo a rendere inaccessibili i termini dei problemi alla maggioranza e a confondere le idee.
In tutto questo mare di informazioni mi sono rivolta quindi una domanda "terra terra", una domanda che forse anche la mia nonna contadina si sarebbe posta: ma veramente noi uomini siamo immuni dalle leggi naturali? Ma veramente pensiamo di poter incenerire in un nanosecondo quello che la natura impiegherebbe centinaia di anni per ri-assimilare? Non so; sono sicuramente domande grandi, ma siamo in un momento di emergenza planetaria che impone a ciascuno di noi uno sforzo di riflessione; non possiamo semplicemente rassegnarci ed adattarci. La natura ha i suoi tempi, che sono decisamente più lunghi dei tempi umani, ma temo che prima o poi ci presenterà il conto. Viviamo in un mondo tondo, fatto di cicli. Quello che forse noi speriamo di gettare lontano (il problema dei rifiuti), prima o poi ci tornerà indietro.. Forse, come dicono alcuni, stiamo tagliando il ramo su cui sediamo..

lunedì 10 novembre 2008

Lezione di democrazia del sindaco Frapporti


Cito dall'odierno servile servizio del quotidiano locale sulla questione della trasformazione in inceneritore della CementiRossi:
"Per quanto riguarda la possibilità che il cementificio diventi un inceneritore, mi sembra che sia remota: non vi sono autorizzazioni date finora allo smaltimento di altri rifiuti, non si é ancora deciso nulla, quindi é inutile parlarne"
Non si é ancora deciso nulla, quindi é inutile parlarne?!?!?!
Grazie per il consiglio, signor sindaco; aspetteremo di parlarne quando le decisioni saranno giá prese e il nostro territorio, i nostri valori e il nostro futuro saranno irrimediabilmente compromessi.

domenica 9 novembre 2008

"La me par el cementificio de Fumane!"

Correvano i primissimi anni ‘70, e nel bar frequentato dai ragazzi e dalle ragazze del Duomo si vedeva spesso una tipetta diversa dalle altre, fidanzata di uno che sarebbe divenuto, nei ‘90, nientemeno che senatore. Lei non era del gruppo, forse veniva dal vicino borgo Trento, chissà. La tolleravano, per quello spirito di chiusura rionale che allora si esercitava anche in forme radicali, con esclusioni che non ammettevano repliche (niente a che vedere, in ogni caso, con i razzismi quotidiani di cui la nostra città è divenuta la portatrice insana per eccellenza). La verità è che la ragazza non piaceva, soprattutto perché si truccava troppo. A rivelare l’esagerata stratificazione delle pitture fu, come al solito, l’ingenuo della compagnia, quello che un bel giorno la condannò senza possibilità di appello, dicendo semplicemente: «La me par el cementificio de Fumane!». Fu quella una diagnosi impietosa ma calzante, perché tutti capirono che la pietra di paragone era il fastidioso paesaggio nevicato, che il cementificio più noto della provincia di Verona aveva contribuito a creare.
La ragazza, nel frattempo, avrà cambiato totalmente il suo look. Quello che invece esagera con i trucchi è il termine di paragone: lui, il semprevivo cementificio di Fumane. Non solo spande cortine di fumi e una messe di polveri (la sua cipria esclusiva!), ma attinge a man bassa ai trucchi della retorica e del politichese, agli scambi di favore. Un doppio trucco mortale, dal quale tuttavia esce continuamente indenne. Visto che di ceneri si tratta, diciamo pure che è come l’Araba fenice! In tutto questo, però, c’è un’esagerazione, ‘un di troppo’, che nessun ingenuo è ancora riuscito a svelare, e, di conseguenza, neppure a scalfire.
Il cementificio deve avere truccato le carte fin dall’inizio, e si dev’essere insediato nelle coscienze, prima ancora che nel luogo fisico in cui è, proprio nell’epoca in cui la cultura contadina subiva i più forti contraccolpi a opera della cultura industriale. Questo mostro, calato nel ventre di un fine valle e nel ventre delle coscienze scosse e ammutolite dai cambiamenti, divenne così, per il semplice fatto di esserci, con la sua epifania, il sovrano assoluto del luogo, assoluto nel senso letterale del termine: absolutus, sciolto da ogni legame, da ogni vincolo, anche da quello con il principio di realtà.
Scacciare questo sovrano crudele e tirannico, divenuto genio protettore del luogo, è impresa tutt’altro che facile. Forse bisognerebbe rivestirlo di panni diversi, allontanando dalla vista e dall’orecchio tutte le cortine fumogene con cui alletta le coscienze.
Forse il mito, il mito che è stato inventato per additare alle donne e agli uomini la strada del possibile, ci può ancora soccorrere. Proviamo a immaginare la grande fabbrica come la Sfinge, che sulla strada dal monte al piano sbarra la via ai passanti, sottoponendo loro l’indovinello irrisolvibile con cui li condanna a morte. Finché viene Edipo- figlio di re, ma anche sfigato, come direbbero i giovani di oggi: uno sfigato, che però riesce a capire che la domanda della Sfinge esige come risposta: «l’uomo».
Come la Sfinge sconfitta dalla risposta di Edipo, il cementificio deve volatilizzarsi, sparire dentro l’ultimo dei suoi fumi. Ma perché questo accada, deve prima essere rivelata la sua natura di idolo crudele, di tiranno cannibalesco, a cui solo l’uomo può contrapporsi, con la nudità di una risposta semplice: io sono l’uomo, e tu, tu sei il mostro.
Cristina Stevanoni

domenica 2 novembre 2008

Considerazioni ed informazioni




Allo sbocco della valle da cui Fumane riceve l'aria fresca e pulita dai magnifici Lessini è stato permesso STOLTAMENTE alla fine degli anni '50, esortando i contadini a cedere i campi e le belle marogne che i loro padri avevano pazientemente e faticosamente costruito e su cui avevavo creato l’economia per cui Fumane e la Valpolicella sono mondialmente conosciute, di costruire un Cementificio che emette effluvi abbondanti di Anidride solforosa e polveri grandi e sottili (vd per informazioni: http://www.stefanomontanari.net/index.phpoption=com_content&task=view&id=39&Itemid=1.)
Nel 2000 CementiRossi, subentrata a CementiVerona, ha ottenuto la concessione mineraria per altri 25 anni. Tutte le Amministrazioni di qualsiasi colore si sono supinamente assogettate a questa presenza entro il Parco Regionale. Ora il Cementificio, che da tempo brucia carbone e farine animali, ha fiutato l'affare per cui ha presentato un progetto di riammodernamento che prevede la costruzione di un forno a cicloni (detta fuori dai denti un INCENERITORE) nel quale per sua stessa ammissione potranno essere bruciati (il che equivale a dire che saranno bruciati) rifiuti.
E' risaputo che Fumane deve il suo nome non al cemento ma ai pregiati Valpolicella, Amarone e Recioto. Ben conscio di questa vocazione Domenica 12 ottobre il Comune ha presentato un piano di viabilità che prevede 6 ipotesi la cui insipienza devastante si può verificare al sito http://www.comunedifumane.it/ nella rubrica:
05/08/2008 STUDIO DI FATTIBILITA' DELLA VIABILITA' DI FUMANE In allegato lo studio di fattibilita' per il riassetto della viabilità di Fumane allegato.
Le giunte, di sinistra o di destra o di qualsiasi colore, sono affatto concordi e i responsabili sanitari muti. Naturalmente si tende a far passare dall'attuale Giunta tale reazione al Cementificio come un movimento a favore dell'opposizione con cui in realtà ha trovato confluenza perfetta.
Quest’ultima infatti, protestando ipocritamente per il disagio del traffico ma con l’occhio e tutti gli altri sensi ben attenta all’affare economico che rappresenta il riassetto della viabilità a solo ed esclusivo vantaggio del Cementificio (il quale da parte sua da sempre rifugge per quanto possibile da ogni pubblicizzazione), in realtà addirittura caldeggia tra i 6 dissennati progetti di viabilità commissionati dal Cementificio allo Studio Stradivarie (notare la finezza del riferimento al costruttore di violini Stradivari che si rivolterà nella tomba e inseguirà per secoli gli illuminati ingegneri per fracassare loro in testa i propri pregiatissimi strumenti) proprio i due che prevedono gallerie sotto S. Micheletto o Monte S. Urbano per portare rifiuti, senza inquinare col traffico (!!!!!), alla torre/inceneritrice/cancrovalorizzatrice alta quanto possibile: un loro consigliere, a sua volta ex-Amministratore (SPQA!!!) ha dichiarato apertamente che non interessa il paesaggio e quindi l’altezza della torre sia anche di 2 o 300 metri purchè si crei un ombrello su Fumane che faccia ricadere l’inquinamento termovalorizzatore a 60 o più Km di distanza e che gli altri...beh si arrangiassero).

Ora che l’attuale Sindaco sia stato tra i primi adererenti al movimento Valpolicella 2000, che abbia promosso una raccolta differenziata esemplare, che provenga dalle fila della vecchia sinistra istituzionalizzata ma che nella fattispecie concordi con l'opposizione (per tanti anni tacitamente consenziente verso il danno gravissimo inferto alla Valpolicella) sulla modernizzazione del Cementificio in termovalorizzatore, che inoltre stigmatizzi da sempre la costruzione del Cementificio negli anni '50/60 come un tragico errore e che ora avalli la rifondazione del Cementificio in inceneritore indicendo una presentazione pubblica alla cittadinanza del piano viario tra l'altro proprio nel giorno della marcia "Marezzane non si tocca" (12 ottobre scorso) e reputando dei rompispermatofori chi si oppone a tali dissennatezze è quantomeno sconcertante e solleva numerosi quesiti. Il vero problema è la disinformazione della cittadinanza sui progetti, coperti da una vera e propria omertà. Ancora vige la mentalità del buon mezzadro che demanda tutto al paròn dal quale accetta riconoscente i paterni benefici (qualche orrendo edificio in linea con le brutture che deturpano oramai irrimediabilmente il tessuto urbano di Fumane, attrezzi sportivi, qualche computer che intimidiscono e rendono ossequienti anche illustri studiosi di storia del territorio, ciechi però totalmente sul danno inferto al paesaggio, all’aria ed alla salute pubblica) che esigono in cambio sottomissione e silenzio.
La gente teme, ha paura di esporsi ma tuttavia forse per la prima volta qualcosa si sta muovendo. In questa lotta alla sensibilizzazione senza la quale un referendum non avrebbe alcun esito, l'entrata in campo soprattutto dei vitivinicultori è a ns. vedere il passo decisivo. Per ora essi sono preoccupati ma passivi in quanto temono un autogol nel senso di essere accusati di non aver mai messo in forse gli eventuali danni provenienti dalle emissioni delle varie PM10 e di anidride solforosa. Noi tutti conosciamo bene la Grotta di Fumane e le meraviglie dei Monti Lessini (Spluga della Preta, Ponte di Veja etc....) e quindi noi tutti siamo chiamati, e non solo gli abitanti di Fumane, ad una opposizione netta: il futuro sarà non di chi continua ad inquinare per soldi ma di chi saprà creare una qualità di vita differente. E vogliamo ed esigiamo degli Amministratori FUTURI per una FUTURA FUMANE schietti e attenti al territorio.

sabato 1 novembre 2008

Lettera aperta al sindaco di Fumane


Intervento del 12 Ottobre in sala consiliare di Sergio Vartolo: lettera aperta al Sindaco di Fumane.

Egregio signor Sindaco,
se ricordo bene in una riunione a Marano in occasione del rinnovo della concessione mineraria della durata di 25 anni al CementiRossi, Ella disse che il Cementificio fu un errore delle allora Municipalità e che purtroppo dovevamo conviverci.
Il Sindaco di allora era Angelo Frapporti. Per uno dei tanti corsi e ricorsi della Storia tocca proprio a Lei, suo omonimo seppur, per quanto leggo nell’Arena del 7 Ottobre, non parente, rinnovare, aggravare e perpetuare questo errore, in contrasto palese sia con quanto ebbe a dichiarare che con la Sua funzione di difensore dei concittadini e ad esclusivo interesse di CementiRossi.
La costanza e la pervicacia con cui Ella si ostina a perseguire questi interessi cozza, almeno apparentemente, con la Sua lodevole iniziativa della raccolta differenziata che ha contraddistinto Fumane in campo nazionale. Proprio questo contrasto stona in maniera evidente e crea una profonda contraddizione: da un lato il cittadino si è ben volentieri adeguato a norme di smaltimento rifiuti da Lei promosse mentre dall’altro non appare da parte Sua alcuna preoccupazione per un ampliamento (in realtà una vera e propria RI-FONDAZIONE) della produttività dello Stabilimento che, se attualmente utilizza carbone di non controllata qualità, in futuro potrà bruciare, secondo quanto fu esposto dal Cementificio stesso, rifiuti.
Senza inoltre contare il disastro ecologico e paesaggistico in una zona nata e destinata alla coltivazione dell’uva. Infatti verrà costruito un vero e proprio inceneritore con una torre alta più di 100 metri.
Questo in un contesto di Parco naturale. Senza contare che i vincoli per i poveri concittadini per modificare o costruire sono strettissimi a fronte della disinvoltura con la quale si lascia a questo Stabilimento di stravolgere e il clima e tutto il tessuto urbanistico e sociale.
In questa prospettiva è sintomatico che la Giunta da Lei presieduta concordi perfettamente nelle scelte con l’opposizione che ha lasciato nascere e prosperare lo Stabilimento per tanti anni. Ella, sig. Sindaco, ci rappresenta tutti ed essendo l’Amministratore della cittadinanza deve tollerare qualsiasi richiesta di rendiconto delle pianificazioni delle decisioni e delle azioni della giunta che presiede, eletta democraticamente dai cittadini.
Ora devo invece constatare, anche per spiacevolissima esperienza personale, che Ella reputa generalmente offensivo un contraddittorio: lo ha varie volte dichiarato ed una delle ultime volte proprio in un’intervista nell’ultimo numero de l’Altro Giornale ove in relazione ad una civilissima lettera aperta Ella ha ancora una volta dichiarato che trova “alquanto offensivo dire che il Comune di Fumane si è appiattito sulla questione “Cementificio”: un’opinione civilmente espressa NON è mai offensiva né chi ha una responsabilità pubblica deve adirarsi a fronte di richieste di chiarificazioni delle motivazioni e soprattutto deve tollerare il dissenso anche aperto. La democrazia è sempre un confronto libero. Ora il Comitato spontaneo sorto recentemente e di cui la Sua appartenenza politica dovrebbe rallegrarsi invece di considerarla una voce scomoda da epurare Le pone vari quesiti:
1 la cittadinanza è adeguatamente informata della concreta possibilità che la produzione vitivinicola in ambito concorrenziale europeo non venga declassata e privata dei titoli di DOC in virtù della prossimità di un inceneritore?

2 Sempre su l’Altro Giornale il titolo ed il senso della sua intervista è categorico: “Ma questi eventi non devono ripetersi!” La frase richiederebbe un proseguimento: se no….? Forse sculaccerà il direttore del Cementificio? Noi siamo ansiosi di sapere cosa farà se si ripeteranno. Le faccio notare che in questi giorni si è rattristata più volte la faccina che indica la qualità dell’aria nel tabellone elettronico affisso davanti al Comune.

3 Perché gli interessi di un corpo estraneo alla vocazione di Fumane possono così facilmente essere anteposti a quelli della gente che la abita?
Se quello che Ella chiamò errore, la creazione del Cementificio, negli anni sessanta poteva avere una funzione occupazionale (funzione comunque i cui benefici economici immediati sono avvenuti a scapito dell’identità urbanistica e sociale) ora è sempre più evidente che tale funzione non sussiste e che il nuovo inceneritore incenerirebbe per sempre quello che ancora è rimasto della Fumane creata e consegnata ai cittadini attuali dagli avi che li hanno preceduti e che certamente inorridirebbero a vedere le marogne e i campi su cui hanno tanto lavorato e sudato venduti solo per ragioni puramente economiche per essere sventrati, le belle colline distrutte, la valle dei Progni, polmone di aria fresca e salubre, avvelenata ed il Progno, un tempo ricco di acqua popolata da pesci e gamberi, ora quasi sempre secco e senza vita. Le case costruite o ristrutturate senza alcun criterio che leghi l’attuale tessuto urbano alla tradizione che valore avranno all’ombra di una fonte così pericolosa di impatto ambientale, l’inceneritore appunto? La qualità della vita che caratterizzava questo paese pedemontano, ben superiore in origine alla tanto vantata Toscana (lago, monti, acque, aria, ville, chiese e cappelle antiche) ed ora tanto più irrimediabilmente danneggiato, che riceveva aria pura, aromatica e fresca nelle calure estive proprio dallo sbocco della valle dei Progni dove si è voluto stoltamente insediare ed ora ancora ulteriormente potenziare una fonte così potente di inquinamento, sarebbe distrutta.

4 Si rende conto che le motivazioni che giustificano un così radicale mutamento della viabilità sono ad esclusivo interesse del Cementificio/Inceneritore?
Cosa serve in realtà a Fumane una modifica così stravolgente? E qualora l’attività del Cementificio cessasse questi rivolgimenti a chi serviranno? Fumane diventerebbe un cantiere fantasma.

5 Perché il paese deve diventare un cantiere minerario?
Le argomentazioni del Cementificio dimostrano ampiamente che l’avvelenamento dell’aria ora esiste in quantità notevole in quanto il Cementificio stesso ha dato una tavola comparativa dei valori attuali con quelli che sarebbero prodotti dalla ri-fondazione in inceneritore. Da essa risulta l’altissimo inquinamento che ha finora caratterizzato l’attività estrattiva e di lavorazione, in particolare sul Monte Santoccio. A questo inquinamento ora si dichiara che la ristrutturazione porrebbe rimedio. Ma allora finora perché si è negato questo inquinamento? La stessa cosa è avvenuta per le polveri per le quali per anni si è negata l’esistenza pur installando in seguito filtri per limitare i danni che si erano sempre minimizzati se non negati. Ecco quindi sig. Sindaco il perché resta inspiegabile il Suo atteggiamento e perché tanti interrogativi preoccupati ci pone la sua prona e devota attenzione alla causa di CementiRossi. Chi aveva eletto la lista cui appartiene sperava in un ricambio evidente e netto di politica e tutti coloro che hanno scelto come primo cittadino la sua persona speravano in una espansione delle iniziative ambientali da Lei iniziate e perseguite da Assessore. Ora tali speranze sono completamente disattese dal suo governo assolutamente simile nelle scelte da quanto fu, secondo le sue parole, erroneamente voluto dalle precedenti Amministrazioni. Aggiungo e chiudo con due brevi osservazioni: a chi afferma che bisogna essere grati al Cementificio che avrebbe beneficato il paese rispondo che innanzitutto il benefattore non aspetterebbe domani a sbaraccare tutto se non gli convenisse più continuare l’attività. In ogni caso a mia conoscenza il cosiddetto benefattore fu CementiVerona e non CementiRossi. In chiusura devo ammettere che mi sto chiedendo chi me la fa fare a rendermi inviso ed inimicarmi una parte della concittadinanza alla quale dovrebbe stare a cuore ben più di me il perpetuarsi della tradizione e non un futuro nel quale la festa dell’uva e del vino dovrà essere sostituita più giustamente da quella del cemento e derivati.