lunedì 17 febbraio 2014

Dossier Marezzane

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Dopo oltre 17 mesi il 27.05.2013 la Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto esprime parere favorevole “sulla richiesta di pronuncia di valutazione di Impatto Ambientale … e ritiene adempiuta la verifica di compatibilità ambientale del progetto di ampliamento e recupero ambientale...”

Perché la procedura non si è chiusa?
Perché interviene la Direzione regionale?
Ma la Soprintendenza di Verona smentisce se stessa?
Insomma cosa è successo?

Nel parere della Direzione Regionale sparisce, dalla narrativa della ricostruzione procedurale, la memoria di tutti i pareri espressi in precedenza dalle Soprintendenze territoriali.
L’unico riferimento è contenuto nel citare il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona (prot.12230 del 6 maggio 2013) in cui si ricorda che:

In seguito al parere negativo  del medesimo ufficio, di cui alla nota prot.34696 del 16 dicembre 2011 “ il progetto è stato rivisto e ridimensionato e si compone dei seguenti elementi”

Vengono richiamata una nuova nota  dell'Industria Cementi Rossi acquisita dalla

Direzione Regionale dei beni Culturali e Paesaggistici del Veneto il 14 dicembre 2012 e ulteriore documentazione integrativa presentata in data 15 aprile 2013 da Cementirossi a seguito di una richiesta del 21 gennaio 2013 della Sovrintendenza per i beni paesaggistici e architettonici di Verona.

Si scopre  che la Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto, con nota del 9 gennaio 2013 non solo si esprime nuovamente ma richiede   che ogni intervento che preveda movimentazione del terreno sia effettuato con assistenza archeologica a cura di personale dotato di adeguata professionalità”.
A differenza di quanto “dichiarato nella comunicazione del 4 novembre 2011l'area acquista interesse archeologico. Tale interesse in modo “sorprendente” viene ricavato dalla relazione preventiva del rischio archeologico  redatto dalla SAP Società Archeologica su incarico della stessa Industria Cementi Giovanni Rossi.

Proviamo a ricostruire cosa è successo.
Il 15 dicembre 2011  l'Industria Cementi Rossi invia una raccomandata per richiedere la “sospensione del procedimento e dell'autorizzazione relativa al progetto[...] onde consentirci di predisporre integrazioni migliorative dello stesso progetto relativamente agli aspetti paesaggistici”.

Nel frattempo tra la fine 2011 e inizio 2012 i presidenti dell’Associazione Valpolicella 2000 e del Comitato Fumane Futura subiscono entrambi danneggiamenti ai propri mezzi parcheggianti dentro casa e uno delle cantine, che avevano presentato ricorso, subisce il taglio di alcune vigne.

La vicenda ha una qualche rilevanza nel risvolti della situazione perché malgrado la solidarietà formalizzata dal Consiglio Provinciale (con un solo astenuto) e quella espressa dal comune di Fumane, il Prefetto non ha mai non solo ricevuto ma nemmeno espresso un segno di solidarietà ai danneggiati malgrado la richiesta di un suo intervento sia stato richiesta da un cartello di associazioni e sollecitato e auspicato dallo stesso Consiglio Provinciale.

L'8 febbraio 2012 la Cementirossi presenta   ricorso al TAR contro il parere espresso dalla Soprintendenza.

Il 9 febbraio 2012 è lo stesso Prefetto che presiede  una riunione  presso la Prefettura di Verona con la presenza , della Sovrintendente di Verona e dell'Industria Cementi Giovanni Rossi  per scongiurare il rischio di chiusura dell'attività produttiva del cementificio di Fumane dovuta alla carenza di minerale a seguito del parre della Sovrintendente”. Motivazione riportata sia sui giornali e ripresa pari pari anche nella nota della Industria Cementi Rossi del 6 novembre 2012.
Motivazione assolutamente infondata. La cementeria non ha per i prossimi 10 anni alcun problema di rifornimento di materiale di cava. La crisi dell’edilizia e il crollo del mercato del cemento sono la causa della crisi del settore che per altro paradossalmente allunga la vita delle attuali cave in quanto c’è meno necessità di estrazione di calcari e marne. Ma tant’è.

L’azione del Prefetto da l’avvio a tutta una serie di anomalie procedurali.

La Cementirossi e la Sovrintendenza si incontrano  sia il 15.02.2012 e il 14.03.2012che hanno provato ad elaborare delle varianti in miglioramento del progetto che tenessero conto delle osservazioni espresse dalla Sovrintendenza  nel parere” . Il parere diventa  un'insieme di osservazioni.

Pochi giorni dopo il 22.02.2012 la Cementi Rossi ufficializza la decisione “di rinunciare al progetto di ammodernamento del cementificio di Fumane”. E il progetto presentato nel maggio 2008 e che dopo pochi giorni, il 1 marzo 2012 verrà completamente bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato.
Il 23 .03.2012 Cementirossi sollecita alla Regione la richiesta di sospensione del procedimento come richiesto il 15.12.2011  (prot. Regione 30.03.2012)

il 4 aprile 2012 vien sottoposta alla Soprintendenza una proposta di variante.

Nel frattempo la sospensione che viene concessa (non abbiamo l'atto) malgrado nel parere della Soprintendenza esplicitamente si fa riferimento alla migliorabilità del progetto.

Il 1 ottobre 2012 viene effettuato dalla Soprintendete un nuovo sopralluogo al cantiere di Marezzane.

Il 6 novembre 2012 (registrato in Regione 8.11.2012) viene presentata all'Unità VIA  la variante non sostanziale che non modifica il progetto del cantiere Marezzane  ma interviene solo sulla viabilità predisposta al fine di superare il parere precedentemente espresso dalla competente Soprintendenza”. 

IL 23 Novembre  2012  viene depositata la sentenza del  Tar del Veneto con cui si respinge il ricorso presentato dall’Industria Cementi Rossi contro il parere della Soprintendenza e viene condannata l’azienda al pagamento delle spese procedurali

Il 12.12.2012 viene convocata per il 19.12.2012 la commissione VIA.

Il 17.12.2012 nota alla regione in cui la Cementi Rossi comunica di aver trasmesso la documentazione alle Sovrintendenze (Regionale, Verona e archeologica di Padova)
Nella seduta del 19.12.2012 viene esaminata la nuova istanza.
L'oggetto non è più solo: INDUSTRIA CEMENTI GIOVANNI ROSSI SPA – Progetto di coltivazione mineraria Cantiere Marezzane  e rinnovo concessione mineraria “Monte Noroni” - comune di localizzazione: Marano di Valpolicella (VR) – Comune interessato: Fumane (VR) – Domanda di valutazione  d'impatto Ambientale ex D.Lgs n.152/2006. Artt.26 e 45 – (Prog.103/2007)  ma riporta una aggiunta “l'istanza di valutazione della variante relativa alla viabilità di accesso al Cantiere Marezzane e all'adozione di una nuova tecnologia di trasporto del minerale. Presentata  in data 06.11.2012, con prot. 506504/63.01.07 e.410.01.1

il 19.12.2012 l'unità complessa VIA richiede alle Soprintendenze il rilascio del parere di compatibilità ambientale e il rilascio della autorizzazione paesaggistica sulla “variante relativa alla viabilità ect...”

In tutta la nuova istanza l’Industria Cementi Rossi ci tiene a precisare che tutte le varianti riguardano la viabilità del cantiere “mentre per il cantiere di Marezzane vero e proprio non sono previste modifiche”. (nota del 6.11.2012) In sostanza il progetto vero e proprio su cui si è espressa in modo inequivocabile la Sovrintendenza veronese nel dicembre 2011, non è stato in alcun modo modificato riconfermando quindi la negatività del parere stesso. Non è un caso che l’oggetto di quanto sottoposto a valutazione è solamente la viabilità.

La Soprintendenza di Verona non ritiene sufficiente la documentazione presentata e chiede integrazioni.
il 21.02 2013 Unità complessa VIA richiede alla Cementirossi le integrazioni richieste dalla Soprintendenza paesaggistica di Verona.

Il 15.04.2013 Cementi Rossi fa pervenire  le integrazioni richieste.
All’interno della documentazione presentata dall’azienda vi sono delle grossolane deformazioni.[1]
Il 06.05.2013 la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Verona fa avere alla direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del veneto il proprio parere positivo.  



[1]  Ad esempio: la documentazione fotografica contenuta nella integrazione relazione paesaggistica presentata dall’azienda  nell’aprile 2013 mostra un sentiero sterrato attualmente esistente e non riporta nella simulazione le reali dimensioni. dell’intervento proposto Oppure nella medesima documentazione vengono alterati i coni ottici da Girotto e l’unica foto panoramica ripresa da Manune (località che sorge di fronte a Marezzane sull’altro versante della Valle dei Progni) viene così commentata: l’impatto paesaggistico è annullato, oltre che dalla posizione defilata del frantoio, dalla notevole distanza. Peccato che Manune non sia così defilato e l’effetto distanza sia ottenuto soltanto dall’ottica fotografica utilizzata. Non solo. Per i 60.000 visitatori che ogni anno si recano alle cascate di Molina che transitano quindi dalla strada di Manune hanno come unico e chiaro cono visivo  la collina di Marezzane. Come pure, come ribadito e facilmente documentato uscendo dalla Grotta di Fumane l’unica visuale è quella di Marezzane - Mazzarino. Per non parlare da ciò che si può vedere dal Sic Monte Pastello.