domenica 27 marzo 2011

La Torre con lo sconto


Che ieri sia stato presente anche Maurizio Vecchi, è un segnale. Si tratta di uno dei proprietari e quindi forse hanno capito che sul cementificio di Fumane c’è ben poco da scherzare.
Le rappresentanze sindacali che si sono dimostrate preoccupate per il futuro dell’azienda sono quelle che hanno capito esattamente come stanno le cose. E in effetti le motivazioni dei dipendenti sono, necessariamente, più realistiche del re.
Il sopralluogo della Provincia nelle miniere e nella fabbrica, non capiamo a che cosa serva. Chissà, con quel bagaglio di esperienze accumulate dall’Ente nei più svariati settori, magari sono in grado di fornire qualche soluzione tecnica sul come si scava e sul come si cuoce …
“…si potrebbe prevedere un provvedimento per autorizzare urgentemente anche piccole quantità di gessi” è una elucubrazione mentale di Fabio Venturi che si inserisce nella logica del “parla parla che qualcosa resterà”.
“La sentenza del TAR mi lascia un po’ perplesso” è sempre una constatazione del Venturi. Il perché di questa sua perplessità rimane nelle pieghe recondite dei suoi pensieri.

“Cementirossi si è detta disponibile a concordare e trattare per trovare soluzioni ambientali accettabili e migliorie, specialmente per quanto riguarda la torre alta 103 metri” . Si tratta di un déjà vu. Si tenga presente che a Monselice la Italcementi aveva presentato un progetto (il famoso revamping) dove la torre misurava 125 metri. Dopo il tira e molla tra Comuni, Comitati, Ente Parco e dopo l’abbassamento delle mutande di quest’ultimo, la torre si riduce miracolosamente a 89 metri.
Fatta la proporzione 125 sta a 89 come 103 sta ad x, ecco la misura della torre che ci proporranno per Fumane: 73 metri.

Ed eccoci arrivati alla chicca dell’incontro: “IMPOSSIBILE LA SOLUZIONE DI UN TRASFERIMENTO DELLO STABILIMENTO IN ALTRO LUOGO”. Non si capisce se è sempre farina del sacco di Venturi o se è un nuovo dogma della fede. Perché impossibile? Ma che cosa pensate che vogliano tutti quelli che si stanno battendo contro la Cementirossi? Ma dove sta scritto che la Valle dei Progni deve essere sacrificata in toto alle necessità della Cementirossi di Piacenza?
Anzi, ecco come stanno le cose: il cementificio ha impianti vecchi, obsoleti e inquinanti in modo ormai non più sopportabile. Non ne vuol sapere di rinnovare gli impianti e di continuare a far cemento. Il motivo lo conosciamo benissimo: il business futuro non è nel cemento ma nello smaltire rifiuti. Ha la concessione a scavare fino al 2025, ma con gli impianti attuali non ci può arrivare. Quindi un incaponimento a voler fare a tutti i costi il forno a cicloni (la famosa torre), potrebbe portare ad una chiusura anticipata anche rispetto al 2025. Quella torre e quel coinceneritore in Valpolicella non lo vogliamo! E’ inutile sperare che la Soprintendente sia scavalcata da qualche funzionario del Ministero che dia parere favorevole. Sarebbe un motivo per fare la rivoluzione.

Le successive amenità del tipo “Anche le quantità di diossina, in base ai dati trasmessi da
Arpav, sono molto basse e non dovrebbero esserci pericoli” o “In moltissime zone dove si
produce vino di qualità ci sono cementifici” sono una ulteriore dimostrazione di che cosa l’assessore Venturi abbia capito della Valpolicella.

Chissà che cosa ne pensa il signor Maurizio Vecchi dell’incontro con gli uomini della Provincia di Verona. Chissà se ci pensa ancora al ricorso al Consiglio di Stato. Chissà.

Grida di dolore



GRIDA DI DOLORE
Opera teatrale, di danza e di musica. L’ambiente, la salute, il territorio
Storie, canti,sogni,offese, speranze

I)
Questa terra, non era meno bella né della Toscana, né di nessun altro idilliaco paesaggio, cinquant’anni fa; c’erano pochi luoghi altrettanto carichi di dolci e tranquille bellezze, all’inizio.
All’inizio, prima che inconsci ed irresponsabili manipoli di forsennati amministratori, cosiddetti progettisti del territorio, non la trasformassero nel grande affare da consumare, che ancora è, un fuoco che non si placa. Che è diventato un modello di sviluppo da esportazione.
Ancora hanno fame di squarci sinistri ,di cave, di ferite profonde, di moltiplicare i nastri d’asfalto ovunque, di ponti , e rotonde ed ora dell’ultima delle opere assurde, le gallerie.
Quando capiranno che la terra ed il nostro corpo sono una cosa sola?, che non lo possiamo amputare, o ritagliare a nostro piacimento, che la possiamo solo rispettare ed amare. Che siamo noi gli uccellini , che qualcuno caccia, non c’è separazione tra la terra, la natura e noi, siamo aspetti diversi dello stesso identico respiro. Un corpo unico, gli alberi sono i polmoni, i fiumi sono le reni, le montagne sono le ossa, noi umani il sistema nervoso, o forse solo la peluria.
Ogni piccolo danno che la natura subisce è un danno che arriva direttamente al nostro corpo fisico ed allo spirito e li ferisce, li amputa di qualcosa, e le ferite penetrano profondamente, assopiscono il desiderio innato di bellezza, alterano il nostro naturale ordine di valori
Due o tre millenni per costruire un paesaggio mirabile, quasi perfetto, come possono essere perfette le cose umane.
Cinquanta anni per riempire le pance ed i portafogli di alcuni, per svuotare il territorio della bellezza, dare spazio ad un terribile, squallido ordinario. La bellezza, che è nutrimento del corpo, dello spirito, della mente, del pensiero. Che ci è stata donata dai padri e di cui abbiamo voluto diventare padroni assoluti, fino ad ucciderla. Siamo ipernutriti con le menti denutrite, e neanche più affamate, siamo ormai assuefatti al valore del nulla, e non chiediamo neanche più, senza sogni e senza speranza, come ci vuole il potere.
Non riescono torte buone con ingredienti cattivi Chi vuol fare cemento con ciò che resta delle immondizie sa di fare case che probabilmente saranno dannose, forse velenose. Se si coltivano i campi con troppi veleni non può nascere un prodotto sano. Prima di tutte le tecniche sono necessari sapienza, amore e pazienza.

II)
Io sono lo spirito, siamo in quattro quassù, ora giochiamo, non c’è più rabbia o dolore, Eravamo amici anche in vita, lavoravamo insieme, tutti e quattro ad insaccare cemento, tutta la vita. In fondo è durata relativamente poco l’agonia, solo qualche anno perché il tumore ci prendesse, poi ci siamo ritrovati qui, e non abbiamo voce per avvisarvi: ora il pericolo è ancora più grande, è invisibile, ed è per tutti, per i bambini.
Sono un’orchidea, abitavo a Marezzane. Da millenni ogni primavera regalavo i miei colori ai viandanti, godevo silenziosa del sole, trasformavo la luce in bellezza.
Sono una nuvola, bianca e leggera spumeggio nel cielo. Non fate festa. Fumi e veleni mi hanno trasformata, sono cattiva, arrivo nei polmoni e nel sangue, porto altra morte.
Sono un campanile, ero la guardia ed il faro del territorio, il simbolo della casa, per secoli ho scandito il ritmo del tempo, sempre uguale. Ho ispirato e poi guardato e conservato gelosamente le geometrie piccole, umane. Ora il ritmo del tempo non lo conosco più, non è più umano, ho perso la sua dimensione. Come lo spazio, anch’esso non più umano, espropriato alle persone, tutto di proprietà privata, vietato ai giochi ai sogni ed ai progetti.
Sono un torrente, in me scorreva linfa di vita, per la terra, gli uomini, gli animali, portavo freschezza e simpatia, gioco ed allegria, la purezza era nel mio cuore. Poi hanno iniziato con piscio di porci, ed ancora hanno succhiato dalle mie vene per raffreddare forni industriali, hanno disperso infinità di rifiuti nel mio letto, per nascondere affari loschi. Niente più cure, amore, cautela, rispetto. Niente più giochi, scarsi i profumi di fiori, niente più gamberi. Ora giaccio quasi morto, vivo solo momenti di rabbia, quando mi gonfio, sono torbido ed urlo. Allora temetemi, posso essere terribile, vendicativo.
Sono un uccellino, anch’io sono natura, e dovete sapere che ho una vita anch’io, non nacqui solo per il divertimento di uomini spavaldi, la natura soffre senza di me.
Sono immigrato, son venuto fin qui ed avevo un lavoro, ora non l’ho più, ho famiglia ed ho vergogna con i miei figli. Questa valle mi prometteva sogni, vi ho dato le mie migliori energie, ora capisco che ho sbagliato a venire. Molti mi credono e mi descrivono ladro, oppure incapace, chiedo solo rispetto, imparate a conoscermi.
Sono terra, mi lascio volentieri calpestare non pretendo nulla , sono anch’io una madre, e fin che ho energia ne do, ma basta impregnarmi di polveri, di veleni, di chimica, non respiro più, di questo passo al posto dei fiori produrrò dei mostri
Perché ora per i contadini, che un tempo m’amavano e mi curavano, son solo un mezzo di produzione, una delle tante macchine industriali ?Non consideratemi inutile, sono e sarò sempre io la madre della vita !

III)
Tutto viene dipinto di bianco, coperto da veli, nascosto. Le parole sembrano belle, ma pochi parlano linguaggio vero, sincero. I sindaci e le istituzioni approvano tutto e così svendono i nostri polmoni, le reni, i midolli. L’essenziale che ci serve per vivere, respirare, nutrirsi depurarsi, l’aria e l’acqua insieme alla terra, i beni più grandi sono azzannati da profittatori molesti che ci intasano, ci avvelenano, non vedono più in la del naso e rubano salute al futuro. Quanto tempo ancora ? Quante diagnosi infauste ?
Ed uguale minaccia incombe anche sul prodotto più famoso e prezioso che abbiamo. Che avrebbe bisogno di ambiente pulito
Abbiamo forse l’uva più preziosa d’Italia e siamo tutti ricchi e grati di questo. Ed è forse la più trattata. Cinquant’anni di dissennatezza sono passati anche nei campi, e la terra e l’acqua sono sempre più cariche di veleni. Non resisterà a lungo ancora. Abbiamo rubato la salute della terra al futuro e non sappiamo dire veramente il perché, si può fare vino ancora più buono anche senza troppi veleni.
Quando verrà primavera e vedremo nei campi quelle righe gialle di morte e di deserto, ancora una volta sapremo che terra acqua ed aria sono state avvelenate e squilibrate per un misero e ignorante risparmio di pochi
Le autorità, sono solo autoritarie ma senza autorevolezza, che è data solo dalla trasparenza, dal distacco, dal servire e dall’ascoltare. Vogliono solo svendere loro quello che è di tutti, neanche di tutti ma di nessuno, la natura appartiene solo a se stessa.
Marezzane è femmina, scavare, sventrarla è come stuprarla, è violenza, è stuprare se stessi. Milioni di metri cubi di stupro
E’ un luogo così dolce, che parla direttamente al cuore, ogni stagione lì si realizza pura, è il versante nord, non in vista, quello per fortuna ancora dimenticato, l’ultimo integro, che ora si vuol procedere ad offendere.
Quelle pacate colline, quegli alberi vecchi, i monti che chiudono la vista sugli scempi della pianura e delle altre colline, proteggono dalla visione delle violenze. Forse per questo la odiano, perché fa respirare la pace, perché trasmette emozioni di calma, di meritato riposo, o di antichi lavori, dell’inutilità della frenesia. Perché possiede ancora la forza ed i colori della natura, suoni remoti, la maestà degli alberi, il fascino del silenzio. Perché è bella, e se la gente si abitua a desiderare, a volere, a pretendere che sia indispensabile la bellezza, come la semplicità, allora va fuori dai binari permessi da questo sistema.
Ci sono uomini che si credono moderni perché stravolgono tutto, che impongono le loro leggi alla natura, che credono che dopo di loro la terra finisca (e ce la mettono tutta per farla finire con loro). Questi vogliono far sparire Marezzane, cancellarla dalle carte e dalla memoria.
Ci sono poi tantissimi uomini e donne, silenziosi, semplici, che danno amore e vita alla terra, rispettano le leggi ed i ritmi della natura. Impariamo da loro
Impariamo anche da chi crea bellezza ed armonia, da chi consuma poco, ha poche pretese, da chi non uccide animali, da chi cresce bambini con amore, da chi accudisce vecchi

Anni fa c’era un castelliere, i resti di un villaggio neolitico, sulle colline. Qualcuno, in una sola notte, per paura di complicazioni al proprio lavoro, e per oggettiva ignoranza, distrusse in una notte con una ruspa una ricchezza, un patrimonio che uomini antichi costruirono, una fonte di cultura, privando tutti i posteri di una cosa che sarebbe stata di tutti. Non rifacciamo, non permettiamo che si facciano ancora questi furti di bellezza e di sapere.
Negli ultimi mesi sono state scoperte nella valle più intima delle nostre ben quattro enormi discariche. Sopra una non cresce neanche l’erba. Qualcuno si è arrogato il diritto di avvelenare, di violare e di violentare ancora una volta la nostra terra, noi stessi, per poi nascondere il misfatto e ne ha tratto sicuramente danaro. Qualcuno l’ha permesso, qualcuno ha eseguito l’ordine, qualcuno li ha coperti. Inganno, ipocrisia, imbroglio, violenza, stupro,paura.
Come è stata possibile una simile offesa, com’è possibile che siano rimasti impuniti, o almeno esecrati pubblicamente ?
Ed ora ad ogni respiro i nostri polmoni e tutti i nostri organi sono diventati le discariche che assorbono i peggiori inquinanti.
La Natura è sacra, così com’è l’abbiamo avuta in prestito. Non dai padri, l’abbiamo in prestito dai nostri figli, a loro la dobbiamo restituire, non possiamo commettere sacrilegi alterando il suo saggio equilibrio.

venerdì 25 marzo 2011

Rubbia: “Il futuro è dei giovani. Occorre un’alternativa al nucleare”




“Il futuro è la ricerca. E le fonti energetiche alternative al petrolio e al carbone sono il solare e il nucleare, ma non come li sfruttiamo adesso”. A dirlo è Carlo Rubbia, premio nobel per la fisica nel 1984, ospite d’onore all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Lumsa di Roma. Il fisico italiano è convinto che i giovani ricercatori devono rimboccarsi le maniche per trovare alternative migliori all’uranio e alle centrali di vecchio stampo come quella di Fukushima. Secondo il fisico, la soluzione potrebbe essere il torio, un metallo che riduce il problema delle scorie radioattive e non è connesso alle armi nucleari. A chi gli fa notare che il governo italiano invece di investire in nuove fonti energetiche effettua tagli sulla ricerca e l’innovazione, come sull’Enea e le rinnovabili, il premio nobel risponde: “Non dovete chiederlo a me, ma ai diretti interessati”.
Servizio di Irene Buscemi

giovedì 24 marzo 2011

Cresce il consumo di prodotti biologici in Italia nel 2010

Nell’ultima analisi dell’Ismea, Istituto per i servizi del mercato agroalimentare, sul consumo di prodotti biologici in Italia nel 2010, si è registrata una crescita delle vendite pari all’11,6%. Nel Sud del 22,5%, quindi l’incremento è stato quasi doppio rispetto alla media nazionale. Nel Nord-Est la crescita è stata minore, cioè 19,8%, ma l’incidenza sul totale nazionale è più consistente.

Il Ministro Galan ha sottolineato che i risultati positivi dell’agricoltura biologica si accompagnano ad un recupero dei livelli di redditività dell’agricoltura. “Per garantire al comparto alimentare una prospettiva di crescita – ha sostenuto Galan – bisogna puntare sulla qualità, sui prodotti con valore aggiunto, come dimostra il successo dei prodotti biologici”. Qualche motivo di ottimismo in più scaturisce dall’analisi della Coldiretti sui dati Ismea. “Alle regioni del Sud ed alla Sicilia in particolare – sottolinea la Coldiretti – spetta il primato per superfici agricole condotte secondo il metodo biologico e per numero di aziende agricole biologiche”.

In entrambi i casi in questa speciale classifica svetta sempre al primo posto la Sicilia, a conferma dell’ottima cresita. Al Nord sono invece concentrate la maggior parte delle imprese di trasformazione, con il primato dell’Emilia-Romagna e della Lombardia. Da più parti questa crescita viene salutata con favore: infatti il prodotto biologico è sinonimo di tutela della salute del consumatore e di salvaguardia dell’ambiente. È stata posta la necessità comunque che i prodotti biologici vengano inseriti nei mercati locali e in quelli nazionali al fine di far aumentare la percezione del valore, la qualità e la sicurezza del prodotto nel consumatore.

All’inizio di quest’anno si sono messi concretamente in marcia in Sicilia i distretti biologici con un incontro che si è tenuto presso la sede dell’assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari. I distretti biologici sono istituiti al fine di agevolare e semplificare l’applicazione delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dal regolamento. Organismi che nel contempo favoriscono lo sviluppo della migliore pratica agricolo-zootecnica biologica, ricomprendendo anche i processi di preparazione e di trasformazione, nonché delle filiere collegate, la tutela e la preservazione delle tradizioni colturali locali, nonché della biodiversità agricola e naturale. (da qds)

Cinque artisti in campo in difesa di Marezzane

In scena per salvare Marezzane: sono cinque gli artisti, più un coro, che sabato alle 21 nel teatro parrocchiale «Don N. Mazza» - Circolo Noi a S. Pietro in Cariano costruiranno una serata per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla difesa della collina quasi completamente dentro il Parco della Lessinia, che rischia di sparire essendo inserita nell'area di scavi per il cementificio di Fumane. Marezzane, scelto come «Luogo del cuore» dal Fai, è diventato negli ultimi anni simbolo di bellezza della natura, con più di ottanta specie di orchidee selvatiche spontanee, con cascinali dipinti, «giassare» e sentieri, ed aziende che curano l'agricoltura biologica, destinate a sparire una volta che si cambiasse il delicato habitat ed equilibrio che consente certe coltivazioni.
Gli artisti in scena sabato sono la cantante folk Deborah Kooperman, l'attore e logopedista Marco Cantieri, il cantautore - scrittore Marco Ongaro, la danzatrice e coreografa Stefania Fuss, la cantante popolare Grazia De Marchi e il coro Banshees. La serata sarà presentata da Andrea Bendazzoli, introduce Beppe Muraro per la regia di Aronne Gasparato. Costo del biglietto è di 8 euro, al termine buffet offerto da alcune aziende agricole biologiche della zona. Ad organizzare l'evento, il primo di una serie, sono l'associazione Valpolicella 2000 e il comitato Fumane Futura, che stanno andando avanti nel loro impegno per difendere il territorio della Valpolicella dall'inquinamento prodotto dall'industria Cementirossi. «Anche gli artisti scelgono l'ambiente, la salute, la bellezza, le economie alternative all'industria insalubre», spiega Mimmo Conchi, presidente di Fumane Futura, «stiamo aspettando che la Soprintendenza si esprima in merito a Marezzane, dopo la presentazione delle valutazioni di impatto ambientale. Soprattutto dopo la sentenza espressa dal Tar Veneto il primo marzo, che ha sottolineato l'importanza di difendere l'ambiente, come dice la nostra Costituzione all'articolo 9 e la necessità di coerenza: non si può dare parere favorevole quando si è dimostrato che c'è grande impatto, come hanno fatto i Comuni di Fumane e Marano e la Provincia in merito al progetto di ampliamento dello stabilimento di Fumane con una torre alta 103 metri, la più alta in assoluto nella provincia di Verona, e all'utilizzo di ceneri pesanti da incenerimento di rifiuti non controllati da mescolare al cemento. Un cemento inquinato. Dopo i pareri favorevoli, ci aspettiamo che la Soprintendenza valuti attentamente la distruzione del territorio e impedisca il procedere delle ruspe». Sull'area di Marezzane c'è la pendenza del ricorso presentato un paio di anni fa dalla Comunità Montana e dall'associazione Valpolicella 2000.
«In caso contrario, se la Soprintendenza dovesse essere favorevole allo scempio della collina, visto che non è ammesso il silenzio assenso, noi siamo già pronti a presentare ulteriori ricorsi. Marezzane non si tocca!», conclude Conchi. Prossimo evento sarà la marcia pacifica di primavera sui sentieri di Marezzane il prossimo maggio, in data ancora da confermare. G.G.

L'Arena Giovedì 24 Marzo 2011

sabato 19 marzo 2011

Negrarizzazione. Speculazione edilizia, agonia delle colline e fuga della bellezza


Mercoledì 23 marzo alle ore 17.30 presso la Biblioteca Arturo Frinzi ci sarà la presentazione del libro-denuncia

Negrarizzazione. Speculazione edilizia, agonia delle colline e fuga della bellezza
Gabriele Fedrigo - QuiEdit, Verona, 2010
Presentano il volume la prof.ssa Daniela Zumiani e Lucia Turri.

La città di Verona ha sempre considerato la Valpolicella come il suo grande giardino dove poter ritirarsi in meditazione, respirare aria buona, godere della sua bellezza e praticare esercizi di ebbrezza della mente e del corpo. Ahimè! oggi sapete tutti come è andata a finire...

http://www.quiedit.it/scheda.aspx?id=190

venerdì 18 marzo 2011

FERMIAMO LA MENZOGNA NUCLEARE!

Nell'immane tragedia che ha colpito il Giappone sembra che la natura si voglia fare beffe degli uomini, che negli ultimi 200 anni si sono illusi di poterla controllare e dominare a piacimento, come pure di poter imbrigliare la forza terrificante dell'atomo. Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha affermato che la tragedia giapponese solleva dubbi sui rischi e sui costi collegati all'utilizzo dell'energia nucleare. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ordinato di fermare 7 reattori. L'UE chiede di revisionare e verificare la sicurezza di tutti gli impianti esistenti. Solo il governo italiano sembra non avere dubbi e, ad ogni occasione possibile, continua ad affermare di voler restare fermo sulle proprie decisioni. La tabella di marcia nella politica energetica del belpaese rimane immutata anche di fronte al disastro accaduto nel paese tecnologicamente più avanzato della terra. La tragedia giapponese, tuttora in corso e dai costi umani, ambientali ed economici incalcolabili, conferma che non esiste il rischio zero e col nucleare non si può scherzare nè ci si può permettere di correre alcun rischio.
Chi continua a declamare che il nucleare è sicuro, ecologico e conveniente o mente o è fuori di senno, perchè basta un solo incidente per vanificare tutti i presunti benefici economici e ambientali. Resta poi sempre la questione delle scorie nucleari. Dove le metteremo? In Parlamento? Le scorie sono contro ogni etica generazionale: non possiamo arrogarci il diritto di consegnare grossi problemi alle future generazioni. Per mantenere il nostro standard di consumi a un presunto (non provato) minor costo, scarichiamo pericoli e costi sulle generazioni future che abiteranno su un pianeta già devastato.
La verità è che tutto questo amore per il nucleare da parte della nostra classe politica nasce da precisi interessi economici: le centrali nucleari e le grandi opere in generale concentrano la ricchezza, attirano la malavita e il malgoverno, sfuggono alle iniziative e ai controlli democratici, si sottraggono alla valutazione dell'etica pubblica. La torta è troppo grossa e fa gola a molti. Per una fetta di questa torta vale la pena correre qualche rischio, e poi il prezzo lo pagheranno gli italiani di oggi e di domani.
La società civile si dà appuntamento in piazza a Roma il 26 marzo per lanciare il referendum per fermare il nucleare. E' l'unico modo per fermare questa pazzia. Non permettiamogli di ipotecare il nostro futuro! Questo evento deve segnare una svolta nella storia dell'umanità, è il momento di cambiare strada per svoltare decisamente nella direzione delle energie rinnovabili e di una nuova economia sostenibile e rispettosa dell'uomo e dell'ambiente, in cui non vi è posto per il nucleare.
Per questo il GIT Banca Etica di Verona aderisce con convinzione al comitato promotore della campagna referendaria e invita tutti ad andare a votare Sì alla cancellazione definitiva del programma nucleare italiano.

Il GIT Banca Etica di VR

Pesticidi e salute, qualità del cibo, necessità del biologico


Venerdì 15 aprile alle ore 21.00
presso l'Aula Magna dell'Istituto Istruzione Superiore "Stefani-Bentegodi" di San Floriano (VR)

PESTICI E SALUTE
QUALITA' DEL CIBO
NECESSITA' DEL BIOLOGICO

conferenza con:
PATRIZIA GENTILINI
DANIELE DEGL'INNOCENTI
LUISA MATTEDI

coordina gli interventi ed il dibattito:
dott. Giovanni Beghini

mercoledì 16 marzo 2011

Le conseguenze del cemento

Cari amici,
è in stampa il libro “Le conseguenze del cemento”, nel quale ho raccolto tre anni di inchieste e reportage sui temi dello sfruttamento delle cave, del legame tra produzione di cemento e incenerimento di rifiuti, della cementificazione del territorio che oggi prende forma sempre più “complesse” e “innovative” (dagli stadi-centri commerciali ai porti resort, passando per l'occupazione degli scali merci delle stazioni ferroviarie).
Quella che il libro prova a dare, in 176 pagine, è una lettura complessiva di questa vicenda, consapevoli che -come ho scritto nel prologo- “l'Italia è una Repubblica fondata sul cemento”.




Il motivo fondamentale di questa lettera è, però, quello di ringraziarvi, con le stesse parole che ho usato all'interno del libro:

Questo libro è dedicato a tutte le persone che animano i comitati che abbiamo incontrato nello scriverlo, e al loro lavoro di "sentinelle” contro la distruzione dell’ambiente e per la tutela del paesaggio. Un impegno che oggi corrisponde, né più né meno, al “salvataggio dell’Italia” dall’arrembaggio piratesco dell’interesse privato.

C'è, tra di voi, chi mi ha scritto che non è piacevole essere protagonisti di un libro che spiega -recita il sottotitolo- “perché l’onda grigia cancella l’Italia”, raccontando “protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile”. Ha ragione, ma l'obiettivo che ci siamo posti e quello di aiutare altri a diventare “sentinelle”, per rispondere in modo più efficace all'accelerazione di tutti i processi di aggressione al paesaggio.

Vi allego una scheda del libro, e v'invito -alla prima occasione possibile- a sfogliarlo: è costruito come un film, coi “titoli di testa”, gli “attori protagonisti”, un “antefatto”, una “scena madre”, il “colpo di scena”. Oltre al racconto dell'azione dei comitati in ogni paragrafo, c'è un capitolo a parte -“arrivano i nostri”- nel quale si descrive, uno per uno, ogni realtà. Arrivate prima dei “titoli di coda”, affidati ad un bel dialogo su bellezza e paesaggio con il professor Salvatore Settis, autore di un testo fondamentale “Paesaggio Costituzione cemento” uscito lo scorso anno per Einaudi.

A presto,
Luca Martinelli

lunedì 14 marzo 2011

Appuntamenti per Ca' del Bue

Sabato 12 a Zevio alla presentazione del progetto alternativo all’inceneritore altri 9 comuni si sono uniti a Zevio, San Martino e San Giovanni Lupatoto e ne arriveranno altri...

Lunedì 14/03 alle 20.30 a Belfiore c’è una conferenza a conclusione delle due giornate ecologiche a cui parteciperanno un assessore provinciale ed il presidente della Provincia. Saremo li per ricordargli che l’opposizione ai forni cresce, chi vuol venire...

Martedì 15 alle ore 16.00 quando il Consiglio Provinciale alla Loggia di Fra' Giocondo (in piazza dei Signori) discuterà e voterà la mozione della consigliera Clara Scapin (quella discussa in commissione lunedì 28/02) relativa al piano provinciale dei rifiuti ed all'inceneritore di Ca' del Bue..

Possiamo fargli sentire il fiato sul collo e far pesare quello che è accaduto sabato a Zevio.

Primavera biologica al Biomercatino di Arbizzano

Sabato 19 marzo al Biomercatino di Arbizzano (Villa Albertini 8:30-12:30) inizia la manifestazione Primavera Biologica; oltre agli espositori di frutta, verdura, formaggi, succhi, olii essenziali e altri prodotti, saranno presenti gli artigiani della Rengaja, musica dal vivo in corte, un punto informativo sull'orto biologico e alle 11:45 si pranzerà convivialmente con risotti preparati da La compagnia del riso con prodotti del Biomercatino.

Associazioni di Villa Albertini



Sabato 19 marzo
9:00 apertura punto info tema: orto e frutteto biologico.
10:00 musiche popolari in corte
11:45 Pranzo conviviale. Risotti con prodotti del Biomercatino, cucinati da La compagnia del riso.


Sabato 16 aprile
9:00 apertura punto info tema: fotovoltaico, bioarchitettura, risparmio energetico.
9:30 proiezione videointervista “Serge Latouche, un cavaliere di pace” di Francesca Zanini e Nicola Dentamaro (durata 20 min., proiezione ogni mezzora)
10:00 musica in corte: Le quattro civette sul comò
11:45 presentazione conviviale del libro Negrarizzazione di Gabriele Fedrigo. Gnochi de malga, cucinati dall’Associazione Antica Terra Gentile.


Sabato 21 maggio
9:00 apertura punto info tema: viaggi, turismo locale.
Giornata inserita nella rassegna “omaggio al libro”. Presentazioni di iniziative editoriali, musica, performance
11:45 pranzo conviviale.

Sabato 18 giugno - Festa del solstizio al Biomercatino
9:00 Dimostrazioni a cura degli espositori del Biomercatino
10:00 musica.
11:45 pranzo conviviale. Cucinato dai Fagiani nel mondo.

Vino: in Nord Europa l'Amarone Piace Bio

http://www.viniesapori.net/articolo/vino-in-nord-europa-l-amarone-piace-bio-1403.html


Un patrimonio viticolo pari al 6,2 per cento sul totale nazionale, oltre 40 mila aziende per la maggior parte certificate: sono i numeri della viticoltura biologica in Italia (dati Sinab 2009), lontana oramai da essere considerata una moda passeggera e sempre più un metodo di coltivazione scelto dai viticoltori che hanno in comune con i consumatori il desiderio di salvaguardare l'ambiente e di avere vini "diversi e autentici".
Pochi ma buoni. A sposare la "filosofia" dell'agricoltura biologica ci sono anche 3 soci della Cantina Valpolicella Negrar, che dal 2004, dopo i tre anni classici di conversione, hanno iniziato a produrre Amarone bio nei loro 7 ettari di vigneto in alta collina a Negrar e a Fumane. A motivarli, non tanto il guadagno, anche se le uve vengono pagate loro il 10 per cento in più rispetto a quelle prodotte con metodi convenzionali, ma il desiderio di abbracciare uno stile di vita ancor più rispettoso del territorio.
Salvaguardare territorio e ambiente. Tutti i soci della Cantina, infatti, adottano nei loro vigneti la "lotta guidata", per cui i trattamenti vengono fatti con molta parsimonia e con l'utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale, ma i vigneti dei produttori bio, isolati dagli altri fondi, sono stati stati inerbiti per creare un ambiente idoneo allo sviluppo di insetti utili e non vengono irrigati né concimati. Facilitati dalla loro posizione e dalle conseguenti condizioni ambientali, i trattamenti richiesti sono davvero esigui e in ogni caso effettuati secondo il disciplinare dell'agricoltura biologica stabilito da Icea (Istituto per Certificazione Etica ed Ambientale).
Il risultato? Un Amarone Classico della Valpolicella certificato bio dalla struttura e alcolicità sostenuta (16°), complesso, con aromi e colori più evoluti rispetto a uno della stessa annata prodotto con metodi convezionali, con note speziate dovute anche al territorio d'origine e che si mantengono molto bene nel tempo senza bisogno di conservanti. Il totale della produzione è di 7 mila bottiglie (attualmente è in vendita l'annata 2005) destinate principalmente a soddisfare le richieste di Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, i mercati europei dove i prodotti da agricoltura biologica sono a tutt'oggi più ricercati e apprezzati.Tra i riconoscimenti ottenuti per il vino bio prodotto dalla Cantina, la medaglia d'oro 2010 data all'Amarone della Valpolicella Classico 2004 a Biofach, la fiera mondiale dei prodotti e dei vini biologici che si tiene ogni anno a Norimberga, in Germania.

Coordinamento Valpolicella referendum acqua bene comune


Coordinamento Valpolicella referendum acqua bene comune
Martedì 15 marzo 2011 alle ore 19:00 presso la cooperativa Pane e Vino di Pedemonte

Partiti, multinazionali, banche e i soliti imprenditori con gli agganci giusti stanno mettendo le mani sulle aziende pubbliche dell'acqua e sui rubinetti di milioni d’italiani. Fra questi potresti esserci anche tu.

Da anni, una grande coalizione sociale e cittadina cerca, invece, di difendere la gestione pubblica dell'acqua promuovendo il controllo e la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni su un bene comune di vitale importanza.

Il governo da un anno ha varato una norma che obbliga le aziende pubbliche a dismettere buona parte del loro capitale a favore dei privati entro il 2011. Contro questa legge abbiamo promosso 3 referendum e raccolto 1,4 milioni di firme per ciascuno di essi (record della storia repubblicana). Ora vogliamo che tutti i cittadini si possano esprimere e votare.

Aiutaci a sostenere la campagna referendaria, a informare tutti gli italiani del pericolo che corrono e del modo per fermarli. È il momento di schierarsi, di partecipare, di condividere.

Fallo ora.


domenica 13 marzo 2011

Tenere Villa Albertini

http://www.ilvalpolicellese.it/articoli/3137-tenere_villa_albertini

Intervista ad Andrea Tronchin che parla di "Naturalmente Verona", del festival 2011 e della situazione dubbia del bio mercatino a Villa Albertini a Negrar.

Dodici paesi boicottano Ca' del Bue

ZEVIO. Alla presentazione del progetto alternativo al «bruciarifiuti» alle basse di San Michele si è creato un fronte fra i Comuni veronesi . L'obiettivo è sottrarre «combustibile» ai forni dell'impianto. Come? Incentivando la differenziata spinta.

http://www.larena.it/stories/Provincia/234455__dodici_paesi_boicottano_ca_del_bue/

sabato 12 marzo 2011

In Cava? Ci faccio sport

A Treviso la lungimiranza dell’imprenditore Remo Mosole ha trasformato un sito estrattivo in disuso in Le Bandie, un centro polifunzionale dedicato allo sport e al tempo libero

Come ti trasformo una cava in un progetto turistico, un luogo destinato all’attività estrattiva in un’area naturale vocata al tempo libero. Siamo a Spresiano, in provincia di Treviso, dove nei primi anni Settanta si scava per estrarre materiale minerario per la costruzione dell’autostrada A27 Venezia-Treviso. L’attività, ovviamente, cambia il volto di quell’area, ma un’intuizione brillante convince, nel 1975, Remo Mosole, titolare di Mosole Spa, ad investire acquistando il sito - ormai in disuso - e procedendo alla sua riqualificazione in una realtà apprezzata quale è oggi Le Bandie. Con trent’anni di anticipo, Mosole immaginava già funzionante un centro sportivo multifunzionale che potesse rendere orgogliosi i concittadini ed attirare i ciclisti amanti del fuoristrada, i nuotatori, i praticanti del canottaggio, gli infaticabili atleti delle corse campestri e molti altri sportivi.
Inizia così il lavoro di recupero della cava, che avviene con una serie di step successivi.
La fantasia di Mosole poi andò oltre e portò il brillante imprenditore trevigiano ad acquisire anche il terreno che si trovava sul confine occidentale della cava; in tale zona si ergevano, in grave stato di abbandono, due edifici di notevole interesse storico, le seicentesche Barchesse Ca’ Ballarin e nel 1981 si dà il via al loro prezioso recupero. Le Barchesse, che sono leggermente più rialzate del lago, sono collegate al bacino da una larga strada. Il perimetro del lago e l’esterno delle costruzioni sono illuminati.
Un intervento importante, dunque, quello di Le Bandie, che ha fatto meritare al progetto il premio europeo Restoration Award, nella categoria National Heritage (Concorso biennale istituito dalla UEPG - Union Européenne des Producteurs de Granulats) per il miglior intervento di recupero di cave dismesse.
Oggi Le Bandie non è semplicemente un’ampia corona di verde che circonda uno splendido lago: l’intento di creare un’area polifunzionale si è tradotto nella costruzione di un centro natatorio con annessa palestra (dispone di una piscina olimpica scoperta da 50mt a otto corsie e di tre vasche coperte), di una struttura alberghiera (con 33 camere) con annesso centro benessere tailandese, e con la costituzione della società Bandie Eventi srl, che porta annualmente a Spresiano appuntamenti di interesse nazionale e internazionale.
Qui si sono svolti, nel 2008, i Campionati Assoluti di Nuoto (che hanno visto partecipare atleti del calibro di Federica Pellegrini, Alessia Filippi, Federico Colbertaldo, Luca Manin, Alessandro Brembilla,..). Sempre qui si è potuto assistere ai Mondiali di Ciclocross (50mila spettatori di cui 20mila provenienti dall’estero). E poi ancora il Meeting Nazionale Giovanissimi di Ciclismo al quale hanno partecipato 3mila bambini-atleti e, a ottobre 2009, di nuovo la Coppa del Mondo di Ciclocross 2009.
Il sogno di Remo Mosole, classe 1934, imprenditore lungimirante e infaticabile protagonista di importanti eventi sportivi (non a caso è stato recentemente insignito della Stella d’Oro al merito sportivo) si è dunque avverato: il Lago Le Bandie è diventato l’esempio più eclatante di come un luogo di lavoro destinato all’attività estrattiva si sia trasformato, nel corso degli anni, in un’area naturale destinata al tempo libero, al benessere ed allo sport, coniugando lo sviluppo economico alla salvaguardia dell’ambiente naturale.

Sei Magazine

venerdì 11 marzo 2011

Fuochi dalla terra, Coltivando desideri... Idee alternative, prodotti indipendenti

dagli antichi saperi contadini una nuova lotta contro il business della produttività e dell'iper sfruttamento del territorio, bene comune

Cosa significa oggi coltivare la terra quando tutto deve essere meccanico, chimico, lineare, produttivo e velocemente trasformabile?
Come possono convivere una produzione "di qualità" che desidera accompagnare le forme e i tempi di trasformazione di un territorio con mostri speculativi che il territorio feriscono con rapida violenza e irreversibilmente?
A Verona con Vinitaly e FierAgricola si celebra annualmente un "Rurality show" che pretende di mettere in vetrina il “meglio della produzione italiana e veronese”, ma che dà spazio soprattutto a quegli interessi economici che in agricoltura, come nella società, vanno fagocitando ambienti e beni comuni, demolendo culture, sottraendo diritti e dignità alle persone.
Un altro è lo spettacolo che ci piace osservare. Sono le vite quotidiane di piccoli produttori che pongono al centro del loro operare quei saperi contadini, che significano rispetto dei cicli della natura, coltivazione di prodotti sani e produzione di sapori di qualità. Sono forme di vita critiche e sensibili che propongono una nuova espressione di "contadinità", che coltivando la terra sceglie di prendere posizione. Una posizione ben precisa: dalla parte dell'ambiente e del cittadino-consumatore contro le inutili grandi opere, gli inceneritori, gli impianti nucleari e gli interessi di chi specula sulla distruzione del territorio.

FUOCHI DALLA TERRA
Andrà in scena a Verona nei giorni del Vinitaly presso Metropolis Cafè.
Tre giorni durante i quali verranno organizzati assaggi guidati enogastronomici, dibattiti, reading poetici, musiche con la partecipazione diretta di contadini, comitati, produttori e poeti della terra.

PROGRAMMA


Venerdì 1 aprile
ore 19.30
l'esperienza dell'associazione "Terra Viva": in-formazione, riconversione delle aziende al biologico, attività di applicazione pratica all'agricoltura bio.
l'esperienza dell'associazione "Kilomarazero": Un gruppo di dinamici produttori di vino di Marano di Valpolicella racconta Il territorio, i suoi prodotti, la sua cultura, l'attenzione ai criteri di compatibilità ambientale
Durante la presentazione i contadini delle associazioni guideranno i presenti ad assaggi guidati ed esperenziali.
ore 22.00
concerto Jazz; gruppo da definire

Venerdì 8 aprile
ore 19.30
Apertura con assaggi guidati di formaggi e vini.
ore 21.30
"Dino Coltro uomo e contadino", "I Leori del socialismo", "CRA rivalunga"
Poesie e racconti scelti di Dino Coltro.
Introduzione di Stefano Coltro. Reading di Vincenzo dal Fior
ore 23.00
DA CONFERMARE - Vialone Nano; folk - psichedelico della bassa

Sabato 9 aprile
ore 18.30
Dibattito: Fuochi dalla terra: coltivando desideri...
Intervengono:
Daniele Todesco - Associazione Valpolicella 2000
Roberto Marchesini - Azienda agricola Girotto - Marano di Valpolicella
Daniele Nottegar - Comitato no inceneritore Verona
Azienda Agricola L'olmo - Cadidavid - Verona

A seguire Aperitivo sostenibile e Cena BIO con Gusto.
Durante la cena le aziende agricole Girotto e L'Olmo presenteranno i loro prodotti guidando i partecipanti all'assaggio di piatti genuini e bio.
Cena con prenotazione

giovedì 10 marzo 2011

Arianova ANIMA & CORPO - Incontri a Pederobba


Arianova vi invita ad "ARIANOVA ANIMA E CORPO", un ciclo di incontri su salute, natura, alimentazione e benessere, per conoscere la vita che è in noi e attorno a noi. Perché Arianova non vuole occuparsi solo di cemento e fotovoltaico. C'è molto altro da dire e da fare.
Parleremo di vino buono e sano, di Unità d'Italia, di inquinamento e salute dei bambini, di edilizia naturale e case sane, della natura che ci circonda. Pederobba è uno dei pochi Comuni veneti che ospita ben due zone di protezione speciale. Lo faremo con un ciclo di incontri primaverile e uno autunnale.

Venerdì 11 alle 20.30 il primo appuntamento:

“Il vino sano e naturale senza veleni, chimica né solfiti”
con l'esperto Gian Antonio Posocco - Enotecnico selezionatore di vini biologici e biodinamici

In apertura Arianova presenta la sua proposta di Ordinanza per la tutela dei cittadini dai trattamenti con pesticidi e fitofarmaci.

Questa prima serata prevede la degustazione di vini convenzionali, biologici e biodinamici e quindi sarà richiesto un contributo di 4,00 euro a persona per coprire i costi dei vini. E' gradita la prenotazione scrivendo a info@associazionearianova.it oppure telefonando a Marco al 3338660818.
Tutti gli incontri sono presso Sala riunioni del Municipio del Comune di Pederobba TV

a Onigo, piazza Case Rosse ORE 20.45 INGRESSO LIBERO

Ripassiamo le equazioni

E' giovedì 10 marzo 2011, il 69° giorno dell'anno, e Fumane incassa il 29° supero di livello di PM10. Andiamo a ripassare le equazioni...


Nel 42% dei giorni dell'anno Fumane sfora i limiti di PM10. Quasi un giorno si e un giorno no.

Ricordiamo che la normativa di riferimento, ovvero il Decreto Ministriale 60/02, impone di non superare i limiti più di 35 volte l'anno.

Scrive l'Arena di oggi:


Pm10, tira una brutta aria In Italia 22 città han già sforato
I dati aggiornati sull`inquinamento atmosferico e l`edizione 2011 del Treno Verde sono stati presentati questa mattina a Roma dal ministro dell`Ambiente, Stefania Prestigiacomo. A guidare la classifica delle città più inquinate c`è Milano, con 56 giorni di superamenti, seguita da Torino con 54 e Brescia.
http://www.larena.it/stories/Home/233753_pm10_tira_una_brutta_ariain_italia_22_citt_han_gi_sforato/

Il Consiglio di Stato dice no alla riapertura della discarica di Caluri

VILLAFRANCA. Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta della società Rope di revisione della sentenza del Tar dell'anno scorso. I magistrati ribadiscono la decisione che annullò l'autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti «Ridotta possibilità di contaminazione della falda»

mercoledì 9 marzo 2011

Diossine fantasma

In tutti gli inventari sulla produzione di diossine esiste una incredibile lacuna: nessuno conta le diossine presenti nelle ceneri prodotte dagli inceneritori.

E’ un fatto certo e documentato che gli inceneritori con recupero energetico producono rifiuti speciali e rifiuti tossici, ovvero le ceneri pesanti che restano sul fondo del forno e le ceneri leggere prodotte dalla depurazione dei fumi.
Ad esempio, per ogni tonnellata di rifiuto che è stato termovalorizzato dall’inceneritore di Brescia, questo stesso impianto ha prodotto 180 chili di ceneri pesanti e 41 chili di polveri leggere.
Si tratta di rifiuti solidi più pericolosi dei rifiuti urbani trattati, che occorre smaltire in sicurezza.
Non è affatto un problema secondario, in quanto le quantità di ceneri in gioco non sono per niente trascurabili: nel 2005 l’inceneritore di Brescia ha prodotto, complessivamente 167.389 tonnellate di ceneri (136.268 tonnellate di ceneri pesanti e 31.121 tonnellate di ceneri leggere): una quota di 882 chili di rifiuti per ciascun abitante del comune di Brescia che non sono entrati in nessun bilancio ambientale.
Non si può ignorare che nelle ceneri sono presenti sostante tossiche in quantità tutt’altro che trascurabili. In particolare, in base a studi su inceneritori italiani e spagnoli, per ogni tonnellata di rifiuto incenerito, grazie a questo trattamento, si producono da 2 a 7 microgrammi di diossine nelle ceneri pesanti e da 2 a 11 microgrammi nelle ceneri leggere.
In particolare, nelle ceneri prodotte dall’inceneritore spagnolo le concentrazioni di diossine sono risultate pari a 512 microgrammi TEQ per tonnellata nelle ceneri leggere e 10 microgrammi TEQ per tonnellata nelle ceneri pesanti.
Poiché in una tonnellata di rifiuto incenerito in quello stesso impianto (stima alla fine degli anni ’90) sono circa 2 i microgrammi di diossine presenti (in prevalenza, nei nostri scarti di cibo contaminati), se ne conclude che l’incenerimento è un sistema che, per recuperare un poco di energia dai rifiuti urbani, produce rifiuti più pericolosi di quelli termovalorizzati.
Questa affermazione è vera anche perché nelle ceneri, insieme alle diossine, si trovano diversi metalli tossici e cancerogeni come gli idrocarburi policiclici aromatici e anche questi inquinanti, nelle ceneri, sono a concentrazione superiore a quelli misurati nei rifiuti inceneriti.
L’idea di risolvere il problema, come è stato fatto nel recente passato in paesi come la Danimarca, usando le ceneri pesanti per riempimenti stradali e per asfalto e utilizzando le ceneri leggere per fare manufatti in cemento, non ci sembra una scelta prudente.
La scelta più prudente, se proprio si insiste nel volere incenerire i rifiuti, è quella di mescolare le ceneri ad una adeguata quantità di cemento e mettere il tutto in discariche controllate che diano garanzia di tenuta per i secoli a venire.
In Germania usano, a questo scopo, le vecchie miniera di salgemma, dove vanno certamente le ceneri leggere dell’inceneritore di Vienna e per qualche tempo sono anche andate le ceneri leggere dell’inceneritore di Brescia.
Ovviamente la scelta ancora più prudente e saggia, sarebbe quella di rinunciare all’incenerimento e puntare decisamente a modelli di produzione e consumo a “rifiuti zero”, una scelta tutt’altro che utopica.
Per quantificare il problema delle diossine nelle ceneri, ricordiamo che nel 2006 in Italia abbiamo incenerito “solo” 4 milioni di tonnellate di rifiuti; ipotizzando, con le ceneri, una produzione media di 5 microgrammi di diossine per ogni tonnellata incenerita, in quello stesso anno abbiamo prodotto, con le ceneri e grazie all’incenerimento, circa 20 grammi di diossine che, a nostro avviso, dovrebbero essere aggiunti ai 302 grammi di diossine della stima ufficiale di quell’anno, stima che ha valutato solo le diossine immesse nell’ atmosfera del nostro Paese.

Federico Valerio

Aria nuova in Valpolicella

http://www.teladoiolavalpolicella.it/specchio.htm

Uno dei fatti più eclatanti dopo la sentenza del TAR, è la chiara sensazione che sulla Valpolicella stia spirando un’aria nuova, più leggera, meno ammorbante. La presa di coscienza degli abitanti si dilata, molti giovani hanno mandato messaggi di ringraziamento e di partecipazione.

I Veneti sono stati troppo spesso associati agli Alpini. E questi, ovviamente in altri contesti, si identificano troppo spesso nello slogan TASI E TIRA. Diciamo che le popolazioni si evolvono, e anche il loro orizzonte di aspettative e speranze si evolve, muta, si arricchisce.

I tempi dei Grandi Sconvolgimenti imposti dall’alto (imprenditoria pubblica o privata, non importa) stanno finendo. I Cementifici che, in qualità di industria strategica, potevano scegliere di collocarsi dove volevano, gli Inceneritori voluti dai politici e imposti su territori densamente popolati, incominciano ad avere vita più difficile. Ovviamente ci riferiamo a Cementirossi da una parte e a Cà del Bue dall’altra. Fino a soli venti anni fa, i figli di quegli orgogliosissimi “tàsi e tira” che popolano la nostra terra, non avrebbero detto “a”; anzi avrebbero addirittura trovato giustificazioni positive all’insediamento di attività che “portano ricchezza” (e non solo).


Poi qualcuno ha incominciato a parlare di salute, di territorio, di rispetto, di qualità del vivere, di valori che fino ad allora non erano considerati tali. E’ un processo che va avanti da anni, che accomuna persone, fa nascere iniziative, fa discutere, fa maturare: crea una nuova coscienza.


Poiché non si tratta di un movimento politico (ricordate le vicissitudini dei Verdi in Italia) ma culturale, ha un numero crescente di persone che vi aderiscono; non ci sono predicatori, guru o testi sacri da seguire. Basta il buonsenso e quel minimo di informazione che ormai è disponibile su svariati canali. L’equazione “ti porto sviluppo economico e quindi sopportane i disagi”, non vale più.


In questa nuova presa di coscienza si inserisce anche l’esperimento di coltivazione biologica promosso dal Gruppo Terra Viva. Gli agricoltori (oltre 70 aziende) stanno dimostrando un interesse assolutamente inaspettato per trattamenti che siano meno invasivi, meno pericolosi. Hanno capito che seguire le direttive dei grandi produttori di fitofarmaci, significa avvicinarsi progressivamente al baratro; più prodotti, più concimi, più diserbanti, più trattamenti, maggiore sfruttamento del terreno e via in questa logica folle assimilabile solo alla tossicodipendenza.


Ieri sera ho sentito Gigi Aldrighetti uscire con:“Ma come è possibile? Son quarant’anni che predico queste cose e adesso, improvvisamente tutti vogliono passare al biologico! Che cosa è successo?”. Stanno arrivando sul nostro territorio gli specialisti di San Michele all’Adige, quelli che queste pratiche le applicano già da anni. C’è un incredibile fermento presso i giovani agricoltori che capiscono che è un treno che non si può lasciar scappare. Le battute dei chimica-dipendenti si diradano; anch’essi si stanno chiedendo quale sia la portata di queste novità.


In Valpolicella sta arrivando aria buona. I cittadini la pretendono anche da quei pubblici amministratori che fanno gli interessi di chissachì, con motivazioni contestate e confutate persino dal Tribunale Amministrativo. C’è una sentenza che li inchioda a delle responsabilità precise ed ineludibili. Imparino ad ascoltare, imparino a riconoscere questa leggera brezza che potrebbe virare rapidamente in bora.


Simbolicamente regalo loro uno specchio. Se lo mettano nella loro stanza “del potere” e, di tanto in tanto, diano una sbirciatina: se vedono riflesso un fantasma… forse qualche cosa non va.

martedì 8 marzo 2011

Artisti per Marezzane

Anche gli artisti scelgono l'ambiente, la salute, la bellezza,
le economie alternative all'industria insalubre

Sabato 26 marzo alle ore 21.00 presso
Teatro Parrocchiale Don Mazza, Circolo "Noi"
San Pietro in Cariano - Verona

Ingresso € 8,00
seguirà buffet offerto da aziende agricole biologiche della Valpolicella

Il paladino del paesaggio torna alle luci della ribalta

L'Apodittico Sindaco di Marano di Valpolicella Simone Venturini esce dal silenzio stampa e torna alle luci della ribalta. In questo esilarante articolo tenta di convincere di essere il paladino del paesaggio valpolicellese...

http://www.ilvalpolicellese.it/articoli/3152-il_sindaco_sul_cementificio

Valpolicella: Dopo Fumane comitati contro la mega cava

Corriere Veneto, Martedì 8 Marzo 2011

«Ora Cementirossi faccia luce sulle vecchie discariche»

FUMANE. Legambiente, Valpolicella 2000 e Fumane Futura chiedono conto dei carotaggi Arpav a Ziviana e Gardelin. Le tre associazioni invitano l'azienda a pensare ad uno sviluppo alternativo e ricordano la battaglia per evitare gli scavi nell'area naturalistica di Marezzane.

Leggi l'articolo sull'Arena del 08/03/2011
http://www.larena.it/stories/Home/232902_ora_cementirossi_faccia_luce_sulle_vecchie_discariche/

lunedì 7 marzo 2011

Di silenzio in silenzio



E’ una proposta che intende promuovere e sviluppare consapevolezza rispetto alla nostra relazione con la natura. È una ricerca comune che si avvale della collaborazione e della guida di esperti nell’ambito artistico, scientifico e filosofico, allo scopo di indagare e ridefinire il rapporto fra essere umano e ambiente.
È un percorso individuale e collettivo, un insieme di eventi diversi, ma collegati fra loro, che si articola all’insegna di una più profonda coscienza ecologica: incontri/laboratori, seminari a tema, spettacoli itineranti nei luoghi naturali più significativi della Valpolicella e della Lessinia, in provincia di Verona, ma anche in centro città, ovunque sia possibile sperimentare un contatto diretto con gli elementi naturali e vitali che caratterizzano la qualità del luogo. È un’iniziativa che non ha scopo di lucro, finalizzata esclusivamente ad incentivare nuove modalità di presenza sulla Terra. È un’occasione di incontro fra il nostro interno e il mondo esterno, che si rivolge a chi è interessato ad approfondire, condividendola, la propria capacità di entrare in contatto con la natura, la sua presenza, complessità e poesia. E’ un progetto a lungo termine che si realizza grazie alla pluriennale esperienza di ricerca ed alla preziosa collaborazione e disponibilità della compagnia O Thiasos TeatroNatura (Roma); di IRIS, Istituto Interdisciplinare di Ricerche sulla Sostenibilità (Università di Torino e della Valle D’Aosta); del Trio Francesca Ferri (Roma); dell’associazione NaNa – Narrazione Natura (Bolzano).
E’ un’opportunità di crescita comune sostenuta da sponsor locali che offono liberamente il loro contributo condividendone lo spirito e le finalità.

Scarica la locandina

CONFERENZA STAMPA


CONFERENZA STAMPA
Lunedì 7 marzo 2011 ore 11,30
Presso la sede di Legambiente Verona
VIA BERTONI 4 VERONA

TAR VENETO:
CEMENTIROSSI E IL PAESAGGIO VIOLATO
TRA SILENZI, OMISSIONI, RIFIUTI E INQUINAMENTO DELL’ARIA

La sentenza del 1 marzo rappresenta un momento storico per la Valpolicella.
Così infatti è stata colta in valle.
Centinaia e centinaia tra mail, telefonate, SMS sono giunte non solo ai promotori del ricorso ma anche ad altre realtà impegnate a promuovere il territorio oltre che dal mondo produttivo vitivinicolo. Una sorta di tam tam che grazie alla rete a varcato i confini veronesi.

Una sentenza storica che ha riconosciuto le associazioni e i comitati sono soggetti pienamente legittimati e radicati sul territorio tali da promuovere ricorsi per tutelare e promuovere il territorio. Ma anche singoli cittadini che hanno avuto il coraggio di esporsi e fronteggiare un colosso per difendere la loro salute e le loro attività.

Il collegio ha evidenziato : “una palese incongruità tra le risultanze istruttorie e la determinazione finale”.
Il Tar infatti ha messo in luce come già le amministrazioni pubbliche avessero messo a nudo i numerosi aspetti critici dei progetti proposti da Cementirossi.

In sostanza i motivi per negare le varie autorizzazioni  richieste da Cementirossi erano ampiamente contenuti nelle istruttorie di Comuni e dalla Provincia

Il Tar ricorda infatti:

  • i Comuni di Marano di Valpolicella e di Fumane hanno evidenziato, in sede di partecipazione al procedimento, il valore del paesaggio rurale e vitivinicolo della Valpolicella, il valore storico del locale santuario di Santa Maria Valverde, gli scavi archeologici finalizzati alla ricerca del vicino tempio di Minerva e del castello Scaligero nonché i rilevantissimi elementi di criticità paesaggistica (che sarebbero rinvenibili da tutti i siti di osservazione) causati dalla nuova torre del forno a cicloni.
  • In particolare viene fra l'altro rilevato che "un elemento industriale come la torre, nella configurazione di progetto, appare alterare in maniera irrimediabile il panorama e con esso anche il significato popolare di quel luogo "
  • il manufatto, unico nel suo genere, senza esempi analoghi in tutta la provincia di Verona, appare non conforme alle caratteristiche architettoniche degli interventi antropici realizzati in Valpolicella. Esso infatti non realizza l'auspicata fusione dell'opera della natura con quella dell'uomo
e a riguardo dell’istruttoria della Provincia  ricorda che la stessa metteva in evidenza che :

  • la principale fonte di pressione è rappresentata dalla nuova torre di cicloni di altezza pari a 103 m e delle infrastrutture ad essa correlate che, nonostante le migliorie nel nuovo progetto, risulterebbero altamente impattanti dal punto di vista paesaggistico"  
  • in relazione alla tematica della vibilità… comporterebbe un peggioramento della attuale situazione, anche in materia di sicurezza.

Eppure a fronte degli evidenti profili di criticità i due comune poi, in modo apodittico, esprimono parere favorevole” come pure la Provincia in “in difetto di ogni motivazione in ordine alle ragioni riteneva comunque di superare tali profili di criticità”

E’ evidente che viene da chiedersi del perché non ci sia stata consequenzialità esprimendo parere negativo ai progetti.

Il paesaggio finalmente diviene quell’elemento costituzionalmente garantito (art.9 costituzione italiana. “La repubblica tutela il paesaggio”) e discriminante per valutazione degli impatti.
Per la Valpolicella e la sua economia un elemento chiave e di ulteriore presa di coscienza.

Attenuanti per il Comune di Fumane e di Marano: non si siano costituite in giudizio contro il ricorso proposto a differenza di quanto invece ha fatto la Provincia.
Si auspica che davanti a una sentenza così chiara la stessa non si attivi a ricorrere al Consiglio di Stato. Sarebbe un messaggio politico estremamente grave.

La sentenza è  invito per un diverso sguardo sia al passato che al futuro.

Il passato parla di discariche, inquinamenti di acqua, aria e suolo e di silenzi.

Per il futuro non è più possibile accettare al tipo di atteggiamento omertosi.

Per quanto riguarda la cementeria è evidente che un impianto come quello attuale, dichiarato obsoleto dalla stessa proprietà, tanto da richiederne un ammodernamento non è possibile accettare inserimenti di rifiuti che andrebbero ad aggravare la situazione di impatto dell’Azienda sul territorio. Su questo il TAR è stato categorico.

Per l’Ammodernamento lo stop è stato chiaro e l’avevano già dato le amministrazioni pubbliche: è incompatibile con la Valpolicella.

L’azienda con questa sentenza non chiude ma deve rivedere completamente i suoi progetti di permanenza e soprattutto prendere coscienza di dove è e come da anni chiedono le associazioni mettere in campo il piano B: se non può rilanciare la produzione se non può scavare a Marezzane cosa intende fare, con quali percorsi, con un occhio di riguardo all’occupazione?

Prossimo obiettivo salvare completamente Marezzane, anche qui è chiaramente questione di consequenzialità, ma è necessario vigilare e continuare la mobilitazione popolare.
Per questo immediatamente altri prossimi appuntamenti


il 26 marzo ore 21 presso il teatro di San Pietro in Cariano: Artisti per  Marezzane
MAGGIO . MAREZZANE NON SI TOCCA – festa di primavera

Come l’acqua, anche la Valpolicella è un bene comune

sabato 5 marzo 2011

Dov’è la vittoria?

Dov’è la vittoria?
Una valanga di messaggi, mail, telefonate;  la commozione, la gioia.
Un tam tam che si dilata oltre i confini della valle, eco che corre e riossigena le lotte e le speranze.
Un risultato sentito come proprio da molti.

Questa è la vittoria...

Una tappa importante, un segnale di svolta è stato dato.

Non è più questione di meriti ma di una responsabilità che viene affidata ad ognuno che con il suo pezzo può comporre un puzzle in cui la bellezza della nostra terra ridiventa gusto di viverla senza né ricatti né paure, da cittadini che sanno gioire e commuoversi per i segni di una nuova stagione che avanza.

E’ una tappa di un viaggio, ancora lungo e forse faticoso, ma è bello sentirsi parte di sogni condivisi.

Se il Tar avesse dato ragione alla Cementirossi ed ai suoi accoliti?
Ora non c’è più dubbio: una valanga di messaggi, mail, telefonate ci sarebbero giunte a dire e dare solidarietà, a esprimere indignazione.

Si perché questa è la vittoria: siamo in tanti… compagni di viaggio.

Daniele Todesco

venerdì 4 marzo 2011

Fiducia e serenità da Monselice

Accolto il ricorso ambientalista contro un'iniziativa simile a quella di Monselice...


...soddisfatto il commento dei comitati «E Noi?» e «Lasciateci respirare». «Il fatto importante - affermano - è innanzi tutto che i giudici della terza sezione abbiano riconosciuto la legittimità delle associazioni del territorio interessato a impugnare atti amministrativi che incidono sull'ambiente. Nel merito della discussione, dopo aver accolto i rilievi e le motivazioni delle associazioni, hanno deciso di annullare tutti gli atti dei Comuni interessati e della Provincia di Verona, decretando lo stop al revamping della Cementirossi e il blocco all'uso dei rifiuti. Una sentenza che ci fa attendere con fiducia e serenità la discussione del nostro ricorso il 5 maggio».




Leggi l'articolo completo sul Mattino di Padova:
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/03/03/news/il-tar-boccia-il-progetto-veronese-3593023

giovedì 3 marzo 2011

Cementirossi, ora si ricomincia da zero

FUMANE. Il Tar del Veneto accoglie il ricorso di Legambiente, Fumane Futura, Valpolicella 2000 e di sette privati e annulla tutte le delibere del Comune e della Provincia. Bocciato il permesso di utilizzare 80mila tonnellate l'anno di ceneri pesanti, si torna a 12mila Congelato anche l'ampliamento

L'Arena Giovedì 3 marzo 2011











Leggi l'articolo:
http://www.larena.it/stories/Home/231652_cementirossi_ora_si_ricomincia_da_zero/

Le reazioni (e i silenzi) dei sindaci

Il primo cittadino di Fumane, Domenico Bianchi, non entra nel merito delle decisioni prese dal giudice del Tar, accetta la sentenza, anche se ribadisce le posizioni assunte dalla sua amministrazione.
«L'amministrazione comunale di Fumane si era avvalsa del consiglio di Arpav ed altri enti nel prendere certe decisioni che riguardano il cementificio e rimaniamo fermi anche nelle motivazioni espresse a suo tempo, che ci hanno spinto a farlo. Non entro nel merito se sono stati trovati omissioni o vizi di forma, giustamente sono state evidenziate. Accetto le decisioni prese dal giudice, vorrei sottolineare però che abbiamo sempre cercato di deliberare in maniera equa».
Il sindaco di Marano, Simone Venturini, più volte contattato, non rilascia invece alcuna dichiarazione, mentre il capogruppo di minoranza di Marano, Paolo Zardini, pone l'accento sulla tutela della salute pubblica, il sostegno alla vitivinicoltura e al patrimonio storico e culturale della Valpolicella. «Questi aspetti hanno prevalso sugli interessi privati dell'industria cementiera. È una sentenza che, attraverso l'analisi dei documenti prodotti, ha saputo soppesare ogni dettaglio per giungere ad una risposta di grande interesse per tutta la comunità valpolicellese, per quanto riguarda lo sviluppo economico del territorio». E conclude: «ne nascerà inevitabilmente un dibattito politico ulteriore, per rispondere alla domanda quale futuro per la Valpolicella, se vinicolo o cementiero». G.G.

L'Arena Giovedì 3 Marzo 2011

mercoledì 2 marzo 2011

Il TAR annulla le autorizzazioni per l'ampliamento del cementificio e l'uso di rifiuti

"Un passo importante per dare un futuro alla Valpolicella, un futuro diverso da quello prospettato da una singola azienda e da qualche amministratore dal parere favorevole facile".

Il ricorso contro le autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Verona a Cementirossi per il progetto di ampliamento del cementificio e l'uso di rifiuti nella produzione del cemento è stato accolto dal TAR, che dispone l'annullamento di tutti gli atti autorizzativi impugnati dal Comitato Fumane Futura, Associazione Valpolicella 2000, da Legambiente e dai cittadini di Fumane residenti presso il cementificio.
A nulla è valso il tentativo di delegittimazione intentato dalla Provincia e Cementirossi.
Non solo Legambiente ma anche le associazioni Valpolicella 2000 e Comitato Fumane Futura debbono ritenersi legittimate "atteso il loro indubbio radicamento sul territorio della Valpolicella e il loro fine statutario". La sentenza continua "devono peraltro ritenersi legittimati anche le singole persone fisiche ricorrenti atteso che tutte hanno comprovato in atti di abitare in prossimità del cementificio".

La legittimità riconosciuta ai comitati e ai singoli cittadini è prova che le persone, a differenza di quanto si pensa, siano autorizzate ed aggiungiamo tenute a contrastare decisioni politiche illogiche e contraddittorie, con evidenti difetti e violazioni di legge.

Il Tribunale evidenzia senza mezzi termini la palese incongruità tra ciò che è risultato dagli studi di impatto ambientale e la successiva determinazione dei pareri favorevoli.
I Comuni e la Provincia, sebbene di fronte a rilevantissimi elementi di criticità, si sono sempre e comunque espressi a favore dei progetti. Perchè?
Perché la Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale dopo aver rilevato che "la principale fonte di pressione è rappresentata dalla nuova torre di cicloni di altezza pari a 103 m e delle infrastrutture ad essa correlate che, nonostante le migliorie nel nuovo progetto, risulterebbero altamente impattanti dal punto di vista paesaggistico", decide di dare parere favorevole?
Nella sentenza vengono accolte anche le richieste inerenti alla viabilità, il Tribunale ritiene infatti che uno sviluppo del cementificio inciderebbe sull’esistente problema di attraversamento dei mezzi commerciali pesanti dell’abitato di Fumane... e tale aumento comporterebbe un peggiorameto della situazione attuale, anche in materia di sicurezza, che già crea problemi ai residenti.
Le argomentazioni presentate dai Comitati, continua la sentenza, "consentono di accogliere il ricorso non solo nella parte relativa al progetto di ammodernamento ma anche nella parte relativa all'impugnazione del provvedimento autorizzativo all'utilizzo dei rifiuti... perché il progetto di ammodernamento in quanto rivolto all'introduzione di migliori tecnologie del ciclo produttivo si pone come presupposto indispensabile del nuovo processo di utilizzazione dei rifiuti."

"In forza delle svolte argomentazioni" conclude il Tribunale, "il ricorso e i collegati motivi aggiunti vanno pertanto accolti e per l'effetto va disposto l'annullamento di tutti gli atti con gli stessi impugnati."

"La strada è ancora lunga" commenta il Direttivo del Comitato Fumane Futura "ma la strada è segnata. La questione è ora sul tavolo dei tribunali, non solo nei giochi della politica". Aggiunge l'Associazione Valpolicella 2000 "è un prezioso riconoscimento al nostro lavoro di tutela del territorio e delle sue naturali vocazioni. L’ampliamento del cementificio? La sua riconversione in impianto di co-incenerimento di rifiuti industriali? La Valpolicella vuole un futuro diverso, i suoi cittadini vogliono un futuro diverso".