Nell’ultima analisi dell’Ismea, Istituto per i servizi del mercato agroalimentare, sul consumo di prodotti biologici in Italia nel 2010, si è registrata una crescita delle vendite pari all’11,6%. Nel Sud del 22,5%, quindi l’incremento è stato quasi doppio rispetto alla media nazionale. Nel Nord-Est la crescita è stata minore, cioè 19,8%, ma l’incidenza sul totale nazionale è più consistente.
Il Ministro Galan ha sottolineato che i risultati positivi dell’agricoltura biologica si accompagnano ad un recupero dei livelli di redditività dell’agricoltura. “Per garantire al comparto alimentare una prospettiva di crescita – ha sostenuto Galan – bisogna puntare sulla qualità, sui prodotti con valore aggiunto, come dimostra il successo dei prodotti biologici”. Qualche motivo di ottimismo in più scaturisce dall’analisi della Coldiretti sui dati Ismea. “Alle regioni del Sud ed alla Sicilia in particolare – sottolinea la Coldiretti – spetta il primato per superfici agricole condotte secondo il metodo biologico e per numero di aziende agricole biologiche”.
In entrambi i casi in questa speciale classifica svetta sempre al primo posto la Sicilia, a conferma dell’ottima cresita. Al Nord sono invece concentrate la maggior parte delle imprese di trasformazione, con il primato dell’Emilia-Romagna e della Lombardia. Da più parti questa crescita viene salutata con favore: infatti il prodotto biologico è sinonimo di tutela della salute del consumatore e di salvaguardia dell’ambiente. È stata posta la necessità comunque che i prodotti biologici vengano inseriti nei mercati locali e in quelli nazionali al fine di far aumentare la percezione del valore, la qualità e la sicurezza del prodotto nel consumatore.
All’inizio di quest’anno si sono messi concretamente in marcia in Sicilia i distretti biologici con un incontro che si è tenuto presso la sede dell’assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari. I distretti biologici sono istituiti al fine di agevolare e semplificare l’applicazione delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dal regolamento. Organismi che nel contempo favoriscono lo sviluppo della migliore pratica agricolo-zootecnica biologica, ricomprendendo anche i processi di preparazione e di trasformazione, nonché delle filiere collegate, la tutela e la preservazione delle tradizioni colturali locali, nonché della biodiversità agricola e naturale. (da qds)
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