Che ieri sia stato presente anche Maurizio Vecchi, è un segnale. Si tratta di uno dei proprietari e quindi forse hanno capito che sul cementificio di Fumane c’è ben poco da scherzare.
Le rappresentanze sindacali che si sono dimostrate preoccupate per il futuro dell’azienda sono quelle che hanno capito esattamente come stanno le cose. E in effetti le motivazioni dei dipendenti sono, necessariamente, più realistiche del re.
Il sopralluogo della Provincia nelle miniere e nella fabbrica, non capiamo a che cosa serva. Chissà, con quel bagaglio di esperienze accumulate dall’Ente nei più svariati settori, magari sono in grado di fornire qualche soluzione tecnica sul come si scava e sul come si cuoce …
“…si potrebbe prevedere un provvedimento per autorizzare urgentemente anche piccole quantità di gessi” è una elucubrazione mentale di Fabio Venturi che si inserisce nella logica del “parla parla che qualcosa resterà”.
“La sentenza del TAR mi lascia un po’ perplesso” è sempre una constatazione del Venturi. Il perché di questa sua perplessità rimane nelle pieghe recondite dei suoi pensieri.
“Cementirossi si è detta disponibile a concordare e trattare per trovare soluzioni ambientali accettabili e migliorie, specialmente per quanto riguarda la torre alta 103 metri” . Si tratta di un déjà vu. Si tenga presente che a Monselice la Italcementi aveva presentato un progetto (il famoso revamping) dove la torre misurava 125 metri. Dopo il tira e molla tra Comuni, Comitati, Ente Parco e dopo l’abbassamento delle mutande di quest’ultimo, la torre si riduce miracolosamente a 89 metri.
Fatta la proporzione 125 sta a 89 come 103 sta ad x, ecco la misura della torre che ci proporranno per Fumane: 73 metri.
Ed eccoci arrivati alla chicca dell’incontro: “IMPOSSIBILE LA SOLUZIONE DI UN TRASFERIMENTO DELLO STABILIMENTO IN ALTRO LUOGO”. Non si capisce se è sempre farina del sacco di Venturi o se è un nuovo dogma della fede. Perché impossibile? Ma che cosa pensate che vogliano tutti quelli che si stanno battendo contro la Cementirossi? Ma dove sta scritto che la Valle dei Progni deve essere sacrificata in toto alle necessità della Cementirossi di Piacenza?
Anzi, ecco come stanno le cose: il cementificio ha impianti vecchi, obsoleti e inquinanti in modo ormai non più sopportabile. Non ne vuol sapere di rinnovare gli impianti e di continuare a far cemento. Il motivo lo conosciamo benissimo: il business futuro non è nel cemento ma nello smaltire rifiuti. Ha la concessione a scavare fino al 2025, ma con gli impianti attuali non ci può arrivare. Quindi un incaponimento a voler fare a tutti i costi il forno a cicloni (la famosa torre), potrebbe portare ad una chiusura anticipata anche rispetto al 2025. Quella torre e quel coinceneritore in Valpolicella non lo vogliamo! E’ inutile sperare che la Soprintendente sia scavalcata da qualche funzionario del Ministero che dia parere favorevole. Sarebbe un motivo per fare la rivoluzione.
Le successive amenità del tipo “Anche le quantità di diossina, in base ai dati trasmessi da
Arpav, sono molto basse e non dovrebbero esserci pericoli” o “In moltissime zone dove si
produce vino di qualità ci sono cementifici” sono una ulteriore dimostrazione di che cosa l’assessore Venturi abbia capito della Valpolicella.
Chissà che cosa ne pensa il signor Maurizio Vecchi dell’incontro con gli uomini della Provincia di Verona. Chissà se ci pensa ancora al ricorso al Consiglio di Stato. Chissà.
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