sabato 30 aprile 2011

Futura News 04

Scienza a Km 0

A domanda di Fabio Fazio su quanto rischio ci sia in relazione ai Termovalorizzatori ecco come risponde il prof. Umberto Veronesi:


A domanda sulla sicurezza nucleare posta da Michele Santoro ecco come risponde lo scienziato (?) Franco Battaglia.. "se ci si chiede quante vittime ha causato Chernòbyl, io non ho timore a rispondere zero!!!!!"


L'unico partner del Battaglia è quello stesso Silvio B. che ha scritto la prefazione al suo libro “L’illusione dell’energia dal Sole”. La prefazione nasce dalla competenza di B. che riesce a confondere atomo con cellula.



Si conferma quindi l'esistenza di una scuola di pensiero scientifico a Kilometro zero.
Tale scuola di pensiero scientifico trova le sue basi per quanto attiene Veronesi su partners assolutamente solidi tra cui Italcementi, ACEA e Veolia (queste ultime signore dell’acqua privata e degli inceneritori).

Il Prof. Veronesi nominato presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare inoltre ha anche solennemente assicurato, asseverato ed affermato: “Le scorie non sono un problema per la salute. Io potrei dormire in camera con le scorie nucleari, non esce neanche una minima quantità di radiazioni”.
Del resto il nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha come Vicepresidente il Prof. Roberto De Mattei che spiega le basi scientifiche dello Tsunami come flagello di Dio mentre gli abitanti di Fumane hanno potuto apprezzare le qualità scientifiche di Ivo Allegrini, dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr basate sulla teoria scientifica del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, teoria supportata dai Partner dell’Istituto fra i quali spiccano l’ILVA (Taranto), la Raffineria di Gela. l’ACEA luce, Buzzi Unicem.


venerdì 22 aprile 2011

Valpolicella. Le vigne minacciate dal cemento. Stop dal Tar veneto


Terra - 15 Aprile 2011

TERRITORIO. Tra le vigne, nella patria dell’Amarone, comitati di cittadini e ambientalisti denunciano i problemi causati dall'impianto che utilizza scarti da inceneritori. E ricorrono al Tar, che ne blocca l’ampliamento.

Fumane (VR). Due punti e una parentesi rivolta verso il basso. E' la faccina triste sul pannello elettronico installato sul Municipio di Fumane, provincia di Verona. Significa che oggi l'aria non è buona. E' questo lo strumento che il sindaco usa per comunicare ai cittadini quando respirare fa bene e quando, invece, fa male. Siamo nel cuore della Valpolicella, la patria dell'Amarone, dove nascono alcuni dei vini più pregiati del nostro paese. Qui, lungo una strada stretta che appare e scompare in mezzo ai colli, ogni giorno si assiste al via vai di camion diretti alla Cementirossi. Vicino a Fumane non ci sono fabbriche, solo uliveti e vigneti. Il traffico di Verona è lontano. Eppure le concentrazioni di polveri sottili (Pm 10 e Pm 25) e biossido di azoto, a volte, sfidano quelle dei quartieri più trafficati della città.

Il cementificio è lì dal 1962, accolto e tollerato dai cittadini perché, in principio, portatore di ricchezza ed occupazione. La situazione, però, cambia presto. In Valpolicella si comincia a produrre vino. Un ottimo vino. Il Recioto e poi l'Amarone. Contestualmente aumenta la preoccupazione di cittadini e produttori per la propria salute. L'impianto della Cementi Giovanni Rossi Spa occupa 117.000 metri quadrati, cave escluse. L'area interessata è addirittura più estesa del paese di Fumane. La sua produzione rappresenta l’1,3% di quella cementifera nazionale e il 12,2% della produzione totale del Veneto. L'azienda produce cemento in modo tradizionale fino agli anni Duemila, quando ottiene il permesso di incenerire farine animali ed incrementare la quantità di ceneri pesanti provenienti da scarti dei termovalorizzatori.

Per capire cosa c'entrano i rifiuti con il cemento occorre fare un passo indietro. Per produrre il cemento si utilizza una terra calcarea chiamata marna, alla quale vengono aggiunti degli additivi procedendo a varie cotture in forni che raggiungono temperature altissime. Fino a 2000 gradi centigradi. Sostituendo agli additivi le polveri pesanti provenienti dall'incenerimento dei rifiuti, l'industria cementifera riesce a trasformare una passività economica in un guadagno. Gli additivi, infatti, costano. Lo smaltimento dei rifiuti, invece, è un business. La convenienza c'è, e paesi come la Germania e l'Olanda stanno già investendo in questo utilizzo integrato dei rifiuti: non solamente come additivo ma, per alcune categorie, anche come sostituzione a petrolio e gas per l'alimentazione dei forni. Si chiama co-incenerimento. La raccomandazione ad intraprendere, dove possibile, questa riconversione viene anche dalla Aitec, la Confindustria italiana del cemento.

Insomma, l'idea è buona. Peccato che a molti cittadini della Valpolicella non piaccia affatto. Il timore è che, nonostante le rassicurazioni dell'azienda, anche l'impianto di Fumane cominci ad incenerire pneumatici per alimentare i forni. L'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto (Arpav), ha effettuato dei monitoraggi sulle emissioni in atmosfera e sulla qualità dell’aria a Fumane, misurando la quantità di polveri sottili ed altre sostanze, come l'ossido di azoto, derivanti da attività di riscaldamento o industriali. Il risultato? L'aria che si respira tra queste colline verdi è simile a quella di Verona, città che in alcuni periodi dell'anno sfiora livelli di inquinamento simili a Torino e Venezia. “Fumane era nota come il paese dai tetti bianchi. Non c'erano filtri sui camini della cementeria e c'era chi, ogni mattina, raccoglieva dal proprio balcone 400 grammi di polveri”, spiega Daniele Todesco, presidente dell'associazione Valpolicella 2000.

A questo punto, siamo nel 2008, la Cementi Giovanni Rossi Spa presenta tre progetti per ammodernare dell'impianto, aumentando, contestualmente, la sicurezza della produzione. Il nuovo assetto prevede l'autorizzazione ad un nuovo cantiere nella cava per l'estrazione di marna, l'incremento di cubatura dello stabilimento con la costruzione di una torre di 103 metri e l'aumento della quantità di rifiuti da conferire all'impianto. Per i lavori di ammodernamento la Cementirossi ottiene parere positivo dalla commissione provinciale per la valutazione di impatto ambientale (Via) così come per l'utilizzo di 122.000 tonnellate annue di rifiuti non pericolosi di cui 80.000 costituite da polveri pesanti (il 12% delle ceneri prodotte da tutti i termovalorizzatori italiani). Nel frattempo un dipendente dell'azienda segnala ai vertici del cementificio che nell'area dell'impianto, negli anni Ottanta, qualcuno ha sotterrato dei fusti con materiali pericolosi. Le analisi ed i carotaggi sono ancora in corso, ma si pensa che in quella parte della valle ci siano due grandi invasi che ospitano altrettante discariche abusive.

Di fronte al nuovo progetto Legambiente Veneto, l'associazione Valpolicella 2000 ed il Comitato Fumane futura, assieme ad altri cittadini e produttori vitivinicoli della zona, decidono di ricorrere al Tar. I giudici del Tribunale amministrativo regionale dispongono, nel marzo di quest'anno, l’annullamento di tutti gli atti autorizzativi impugnati. I motivi sono due. La “palese incongruità” tra ciò che è risultato dagli studi di impatto ambientale e la successiva determinazione dei pareri favorevoli e la presentazione separata dei tre progetti. Perché, in realtà, rappresentano un unico grande intervento sul paesaggio e sull'ambiente dell'area. Secondo Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000 si tratta di “una sentenza veramente storica, una totale ko per la provincia che ha autorizzato e per la Cementirossi.

Su questa vicenda c'è sempre stato un grande silenzio, innanzi tutto per una questione di ricatto occupazionale, visto che attorno alla Cementirossi ruotano circa 100 lavoratori. E poi – prosegue Todesco - il cementificio finanzia piccole realtà, costruisce scuole, fornisce computer, finanzia la squadra di calcio locale e tiene sotto scacco tutto il resto dell'economia”. La battaglia dei cittadini di Fumane non è ancora finita. In ballo c'è ancora la terza autorizzazione, quella per la nuova cava. “Il prezzo che noi stiamo pagando per rompere questo silenzio – conclude amareggiato Todesco - è quello di subire continue intimidazioni, soprattutto quando la nostra attenzione si sposta sulla questione rifiuti. Da volantini con minacce recapitati a casa, al taglio di gomme, ai muri imbrattati passando dal taglio delle nostre preziose vigne”.

Silvia Lanzarotto

mercoledì 20 aprile 2011

Polveri sottili già oltre il tetto massimo annuo

FUMANE. Superato il limite ammesso di 35 giorni con le Pm10 oltre la soglia di attenzione. Ma rispetto allo scorso anno la qualità dell'aria è migliorata del 16% Todesco attacca: «Dopo undici mesi il sindaco non ha fatto niente»

Fumane. Con le polveri a Fumane si è già oltre i limiti di legge. Lunedì 4 aprile è stata infatti raggiunta la soglia dei 35 «superi» ammessi dalla legge nell'arco di un anno per le Pm10. E ieri siamo arrivati a 37. Tutto questo nonostante le 42 giornate di stop produttivo del Cementificio fra gennaio e febbraio. Sono bastati i primi tre mesi del 2011 per esaurire il «bonus» a disposizione.
La situazione purtroppo non è nuova, visto che si ripete da anni. Ci sono però due novità: la prima è che la situazione di Fumane è migliorata, in termini percentuali. Facendo un raffronto con i dati delle Pm10 dell'anno scorso, Borgo Milano e Cason, nel Comune di Verona, peggiorano rispettivamente del 21,74 e del 2,63 per cento, mentre Fumane migliora del 16,28 per cento. Dal 7 febbraio, inoltre, nel bollettino dell'Arpav sulla qualità dell'aria è stata tolta la centralina di Fumane, quindi per conoscere i dati bisogna fare una ricerca ad hoc. Il motivo è presto detto: la centralina è della Cementirossi e non può essere inserita nel circuito regionale, anche se gestita dall'Arpav.
Fumane inoltre, a differenza delle altre 11 centraline veronesi, non rileva i dati di anidride carbonica e ozono, e solo di recente ha aggiunto l'ossido di azoto, che nello studio dell'Università di Trento sull'inquinamento atmosferico è ritenuto responsabile di allergie respiratorie e problemi più gravi alla salute. «Viene da pensare che il miglioramento dell'aria, registrato a Fumane, sia da ricollegare al minor passaggio dei mezzi pesanti della Cementirossi, che ha fermato lo stabilimento per un lungo periodo», rileva Mimmo Conchi del comitato Fumane Futura, che sottolinea la necessità di fare qualcosa. «Il sindaco Bianchi, dalla sua elezione, a parte l'indagine epidemiologica, non ha preso alcuna decisione per migliorare la qualità dell'aria, anche se aveva avuto dei suggerimenti».
A maggio 2010 il comitato Fumane Futura e l'associazione Valpolicella 2000 avevano inviato una lettera a Bianchi, all'Arpav, all'Ulss 22 e all'assessore all'ecologia della Provincia Fabio Venturi, segnalando «un grave rischio sanitario» nell'area sportiva. «I dati dell'indagine Arpav 2008 indicavano infatti la zona delle piscine come la più interessata dalle emissioni del cementificio. Siccome d'estate il centro è frequentatissimo, e ospita iniziative per i bambini, si chiedeva di installare rilevatori degli ossidi di azoto e delle Pm10, per poter confrontare i dati con quelli della centralina delle scuole, a un chilometro di distanza», spiega ancora Conchi. «Si era inoltre chiesto che, anche a Fumane, si posizionassero i rilevatori di ozono e di anidride carbonica. Non si capiva perché, proprio il comune che ospita un "grande emettitore" di inquinanti, come segnalato dallo studio dell'Università di Trento, fosse sprovvisto di rilevatori, presenti invece negli altri comuni».
«Sono passati undici mesi e il sindaco non ha fatto nulla», rincara Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000. «A maggio 2010 il Comune aveva chiamato l'ingegner Filippo Squarcina per parlare dei progetti di Cementirossi e della loro ricaduta sul territorio. In merito ai 50 punti di emissione autorizzati del cementificio, l'esperto aveva individuato quattro possibili azioni per ridurre le emissioni di polveri, indicandoli come "interventi da realizzarsi indipendentemente dal progetto di ammodernamento". La parcella di oltre 8mila euro è stata pagata, ma nulla è stato fatto per realizzare i quattro interventi».
Nella prima metà del 2010 Fumane è stata anche inserita nella fascia A, comprendente i comuni con il maggiore inquinamento. A causa di ciò la Provincia ha sancito l'obbligo di «redigere un Piano di azione per la lotta all'inquinamento» entro il 18 ottobre 2010. «Ma anche su questo nulla è stato fatto», continua Conchi. «Il sindaco, che è autorità sanitaria, ha avuto il tempo e la possibilità di agire. L'unico atto è l'ordinanza del 21 ottobre scorso, in cui si è adeguato alle disposizioni provinciali».

Giancarla Gallo

«Cementeria rispettabile ma non diventi eterna» (Averardo Amadio, presidente onorario del Wwf del Veneto)

Un esempio di Valpolicella da tutelare? Per Averardo Amadio una su tutte c'è l'oasi di Marezzane, sopra Marano, dove fioriscono decine di orchidee selvatiche e la natura dà spettacolo in ogni stagione dell'anno. La collina fa parte del Parco regionale della Lessinia, ma il suo futuro è in bilico perché area di scavo del cementificio di Fumane, la cui richiesta di ampliamento e ammodernamento è stata intanto bloccata da un pronunciamento del Tar.
«Non cantiamo vittoria, ma è un segnale senza dubbio importante, che dimostra un'accresciuta sensibilità verso la Valpolicella», commenta Amadio. «La cementeria è una realtà rispettabile, che dà lavoro a un centinaio di persone, ma non deve diventare eterna. Non vogliamo che si scavi per i prossimi cento anni: ristrutturazione e ampliamento dell'azienda non sono accettabili da tanti punti di vista, urbanistici, igienico sanitari, agronomici e paesaggistici. Gli interessi prevalenti della Valpolicella, che ha già contribuito molto per lo sviluppo economico di questa realtà, non sono quelli della produzione di cemento», conclude Amadio.

C.M.

L'Arena, mercoledì 20 aprile 2011

Il Wwf: «Edilizia e vigne si deve tirare il freno»

Valpolicella. Tutela e sviluppo della Valpolicella: il Wwf lancia un appello a Regione e Provincia perché, nella stesura dei loro Piani territoriali di coordinamento (Ptrc e Ptcp), tengano conto delle sue peculiarità paesaggistiche, agronomiche, culturali e residenziali. Tanti sono infatti, secondo il presidente onorario del Wwf del Veneto, Averardo Amadio, gli aspetti che rendono unica questa valle. «È un posto speciale sotto molteplici punti di vista, che merita attenzione», esordisce, «Regione e Provincia lo considerino nei loro Piani. Per noi è fondamentale la conservazione del patrimonio agricolo e di nuclei naturalistici importanti».
Il Wwf non si arrende all'idea di una Valpolicella trasformata in sobborgo urbano, che conta oggi circa 70mila abitanti, già vittima di «una urbanizzazione con pianificazione campanilistica, in cui ogni paese guardava solo al suo orticello». Alla pianificazione regionale e provinciale in corso chiede una visione complessiva che tenga presente sia la conoscenza del territorio che le esigenze dei residenti e delle attività economiche, con l'obiettivo di ridare armonia ai luoghi e conservarne la bellezza. «Anzitutto chiediamo il risparmio del territorio, come si sta facendo in altre parti d'Italia», prosegue Amadio. «Si va infatti diffondendo un moderno pensiero urbanistico che prevede l'utilizzo di quello che già c'è, favorendo le ristrutturazioni. Quindi proponiamo di limitare le nuove costruzioni e di riservarle unicamente ai residenti, ma anche di arrestare la proliferazione dei vigneti e la loro risalita verso la montagna. Attorno ai campi deve rimanere un ambiente naturale spontaneo, elemento di stabilità paesaggistica e idrologica. La viticoltura deve rallentare il passo».
Ma la Valpolicella, secondo Amadio, non deve diventare nemmeno un sobborgo di Verona strangolato da veicoli e inquinamento, soprattutto in previsione di un turismo della vallata. Il consiglio anti traffico per gli amministratori? «Niente opere, ma riduzione del traffico e diffusione capillare dei mezzi pubblici. Invece di spendere milioni per nuove strade», spiega, «meglio impiegare le risorse per incentivare l'uso degli autobus».
In ogni caso, il Wwf invita le istituzioni a tener conto del parere dei cittadini. «Le cinquemila firme raccolte su iniziativa dell'associazione Salvapolicella per chiedere l'istituzione di un parco naturale di interesse locale», prosegue Amadio, «manifestano una volontà popolare. Il parco non deve essere visto come una somma d'impedimenti alle attività agricole, artigianali e commerciali, ma come opportunità per il loro miglioramento e per una conduzione qualificata nel rispetto del patrimonio agricolo e naturale. Va inteso in modo moderno, come ente capace di dare indicazioni corrette per l'ambiente e i cittadini».
Ma a questa proposta di legge, secondo Amadio, mancano le firme fondamentali dei sindaci dei cinque Comuni della Valpolicella storica. «Chiedo loro di ovviare alla dimenticanza e di firmare nell'interesse dei loro amministrati», conclude. «Sarebbe il primo passo per gestire collegialmente e armoniosamente presente e futuro della Valpolicella».
Camilla Madinelli 

L'Arena, mercoledì 20 aprile 2011

martedì 19 aprile 2011

Marezzane non si tocca 2011

Stiamo preparando una grande festa a Marezzane!
 La grande novità di quest'anno è che la festa si articolerà su 2 giorni, il week-end del 14 e 15 maggio.
Vogliamo festeggiare con voi l'esito della sentenza del TAR che ha annullato tutte le delibere sul revamping del Cementificio di Fumane e il coincenerimento di rifiuti. Festa e riflessione... Marezzane non è ancora fuori pericolo, stiamo infatti aspettando l'esito della soprintendenza per i beni paesaggistici, che si esprimerà nei prossimi mesi.

La consueta marcia sarà affiancata da un nuovo e ricco calendario fatto di momenti conviviali, prodotti biologici, musica, ospiti, incontri, presentazioni e spunti di riflessione.
Una festa per grandi e piccini che non vuole essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza per la tutela della nostra salute, del nostro paesaggio, della nostra terra, la Valpolicella.



Segna in agenda il 14 e 15 maggio 2011: "Marezzane non si tocca".



giovedì 14 aprile 2011

Perchè nessuno strumentalizzi

Il direttore del Cementificio Marcon stando, alle dichiarazioni attribuitegli dalla stampa, rifiuta il collegamento tra gli atti intimidatori, l’Azienda ed i suoi lavoratori, definisce inaccettabili e calunniose le accuse, anche implicite, rivolte ai lavoratori e rifiuta le strumentalizzazioni.
Siamo perfettamente d’accordo con il direttore Marcon.
Riteniamo inaccettabile che qualcuno punti il dito contro i lavoratori solo per far notizia e ci affianchiamo a Marcon nella denuncia contro chi alimenta l’artificiale scontro tra ambientalisti e lavoratori.
Il collegamento tra atti intimidatori e Azienda è falso e tendenzioso.
Chi lo fa sbaglia e distorce la realtà.
Il collegamento vero è tra atti inimidatori e battaglia contro i piani di Cementirossi.
Infatti le intimidazioni sono cominciate due anni fa con l’inizio della battaglia contro l’ampliamento del cementificio, l’uso dei rifiuti e la miniera a Marezzane.
Tali atti vigliacchi hanno colpito chi conduceva la battaglia e si sono protratti fino ad oggi segnando con la loro lugubre presenza le fasi più aspre del dibattito.

Rivendichiamo il sacrosanto diritto di continuare a sostenere le nostre convinzioni alla luce del sole, con gli strumenti della democrazia, senza dover temere per noi stessi o per le nostre famiglie.
Coerentemente a ciò tutti i fatti incriminati sono stati denunciati alle autorità competenti come vuole la legge.

È interesse di tutti fare argine contro le intimidazioni affinchè finiscano, pena l’impoverimento della qualità della democrazia nella nostra comunità.
È interesse di tutti che i veri autori di questi atti vengano scoperti e dissuasi dal continuare.
È interesse di tutti che prevalga la verità dei fatti contro le strumentalizzazioni.

E proprio per amor di verità ribadiamo che nei nostri comunicati non esiste una sola parola che indichi nei lavoratori i possibili autori delle intimidazioni.
Ricordiamo infine che non siamo noi a scrivere né gli articoli e tantomeno i Titoli sui giornali.

Domandiamoci tutti:
a chi può giovare fomentare l’idea di uno scontro frontale tra cittadini, associazioni e lavoratori?

Per certo a nessuno di questi.

Comitato Fumane Futura
Associazione Valpolicella 2000

mercoledì 13 aprile 2011

Legambiente: il cemento si sta mangiando l’Italia

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/12/legambiente-il-cemento-si-sta-mangiando-litalia/103913/

Nel rapporto Ambiente Italia 2011, l'associazione del cigno lancia l'allarme. Periferie sempre più estese, arterie stradali, maxi-parcheggi e capannoni. E' come se ogni quattro mesi nascesse una nuova Milano


Il cemento si sta mangiando l’Italia, al ritmo di 10.000 ettari di territorio all’anno: ogni 4 mesi è come se nascesse una nuova Milano. Periferie sempre più estese, arterie stradali, maxi-parcheggi e capannoni. Grappoli disordinati di sobborghi residenziali e centri commerciali sorti in mezzo alle campagne. È l’ambiente nel quale vivono 6 italiani su 10.

Lombardia, Veneto e Campania guidano la classifica: cresce l’asfalto, la terra soffre, va in crisi il sistema idrogeologico. Mancano regole a tutela del suolo, aumentano i danni ambientali e i costi sociali. È il nuovo allarme lanciato dal rapporto Ambiente Italia 2011, promosso da Legambiente: insieme agli spazi verdi, spariscono ettari preziosi per l’agricoltura, che vanta un export da 26 miliardi di euro. A farla da padrone sono i palazzi: negli ultimi 15 anni si sono costruiti 4 milioni di nuove case. Ma oltre un milione di alloggi resta vuoto. E almeno 200.000 famiglie non riescono a pagare l’affitto o la rata del mutuo.

Urbanizzazione selvaggia, sempre più insostenibile. Lo rivela il rapporto realizzato in collaborazione con l’INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica, presentato in questi giorni a Milano. Un quadro inquietante del consumo di territorio, che oltre all’ambiente mette in pericolo anche la produzione agroalimentare. Il cemento invade già 2 milioni e 350.000 ettari. Un’estensione equivalente a quella di Puglia e Molise messe insieme: il 7,6% del territorio nazionale, con 415 metri quadri per abitante. Risultato: crescono le superfici impermeabili. Già nel 2007, in città come Napoli e Milano era isolato dall’acqua il 62% del suolo. Il primato è della Lombardia, con il 14% di superfici artificiali. Seguono Veneto (11%), Campania (10,7%), Lazio ed Emilia (9%). A rischio la Sardegna, dove la cementificazione minaccia patrimoni naturali di inestimabile valore.

“Il territorio italiano si sta rapidamente metropolizzando”, afferma il presidente INU, Federico Oliva. “Alla città tradizionale si sta sostituendo una nuova città, in cui vive oltre il 60% dell’intera popolazione italiana”. Si vive in condizioni insostenibili: cementificazione, traffico congestionato, nuovi squilibri e fame di spazio pubblico. Principale imputato: la crescita incontrollata delle periferie metropolitane, che divorano ogni anno 500 chilometri quadrati di aree verdi. Un esempio? Roma, il più grande comune agricolo in Europa. Nella città eterna, i complessi residenziali in periferia hanno “mangiato” 4.384 ettari agricoli, il 13% del totale, e 416 ettari di bosco. E il peggio deve ancora arrivare: i piani regolatori di Roma e Fiumicino prevedono di consumare altri 9.700 ettari, più di quanto sia stato urbanizzato dal 1993 al 2008.

Per Paolo Pileri del Politecnico di Milano, uno dei curatori del documento, “ad essere erose sono le risorse agricole e di biodiversità, che costituiscono uno dei beni comuni più importanti”. L’Italia è in controtendenza rispetto ai paesi europei dove “sono in atto da tempo politiche ambientali ed urbanistiche incisive contro il consumo di suolo e i suoi costi sociali”. Lo sfruttamento del suolo italiano non produce “solo ferite al paesaggio”, ma “una vera e propria patologia del territorio”. Per questo Legambiente e INU hanno deciso di creare un Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS). Nella legislazione italiana “mancano ancora regole efficaci sulle facoltà di trasformazione dei suoli”, afferma il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine: “Qualunque sia la politica che una Regione attua per il governo del territorio, riteniamo irrinunciabile che essa sia confortata da un’attività di verifica e monitoraggio, oggi estremamente lacunosa”.

Molti comuni piemontesi, stanchi di vedere il proprio territorio invaso da capannoni sfitti, hanno dato vita alla Campagna nazionale Stop al consumo di territorio. “Il consumo di suolo - dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è oggi un indicatore dei problemi del Paese. La crescita di questi anni, senza criteri o regole, è tra le ragioni dei periodici problemi di dissesto idrogeologico e tra le cause di congestione e inquinamento delle città, dell’eccessiva emissione di CO2 e della perdita di valore di tanti paesaggi italiani e ha inciso sulla qualità dei territori producendo dispersione e disgregazione sociale. Occorre fare come negli altri Paesi europei, dove lo si contrasta attraverso precise normative di tutela e con limiti alla crescita urbana, ma anche con la realizzazione di edilizia pubblica per chi ne ha veramente bisogno”. Tra le abitazioni sfitte, 245.142 sono a Roma, 165.398 a Cosenza, 149.894 a Palermo, 144.894 a Torino e 109.573 a Catania. Ma il fenomeno sfugge, perché non ci sono banche dati aggiornate. E la piaga dell’abusivismo si aggiunge alle carenze di pianificazione.

venerdì 8 aprile 2011

STOP ALLE INTIMIDAZIONI IN VALPOLICELLA




1 marzo 2011 viene pubblicata la sentenza n.360 del TAR Veneto che sospende tutte le autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Verona all’Industria Cementi Giovanni Rossi S.p.A. per l’ampliamento/ammodernamento dell’attuale impianto e l’impiego massiccio di rifiuti.
Ricorrenti sono 3 associazioni: Legambiente Verona, Valpolicella 2000 e il Comitato Fumane Futura la cui legittimità ad agire viene ampiamente sottolineata nella sentenza.
Ricorrono anche alcuni privati cittadini i quali con questo atto intendono tutelare i loro legittimi interessi sia riguardo la salute, le proprietà e le attività produttive.

Il TAR nei loro confronti si esprime in questo modo:
Devono peraltro ritenersi legittimate anche le singole persone fisiche ricorrenti atteso che tutte hanno comprovato in atti di abitare in prossimità del cementificio in questione per cui deve ritenersi sussistente nella specie il requisito della c.d."vicinitas" e cioè il requisito che la giurisprudenza ritiene necessario ai fini della legittimazione ad impugnare atti che coinvolgono interessi di valenza paesaggistico-ambientale.

Sono persone che si sono esposte difendendo democraticamente i loro interessi.
Tra questi Franco Scamperle titolare di una prestigiosa azienda vitivinicola “Le Salette” di Fumane. Azienda e passione di generazioni. Il prodotto più prestigioso porta il nome “Pergole Vecie”.

Le vigne cuore della cultura millenaria della Valpolicella.

Le vigne simbolo e ricchezza della Valpolicella.

Franco Scamperle ha comunicato di essersi recato recato presso i carabinieri di San Pietro in Cariano per denunciare il taglio da parte di ignoti di 12 vigne.
Il taglio di una vigna in Valpolicella ha un valore simbolico immenso carico di messaggio intimidatorio.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà all’Azienda agricola “Le Salette” e facciamo nostra l’indignazione e la determinazione del titolare, non disposto a piegarsi.
Che la notizia arrivi nel cuore del Vinitaly ha un valore simbolico ancor più rilevante.

La Valpolicella chiede con forza di essere sostenuta ed aiutata perché nessun linguaggio intimidatorio e mafioso possa in alcun modo radicarsi ed essere legittimato.
E’ evidente che nel denunciare pubblicamente un fatto così grave e dagli aspetti simbolici rilevanti ci attendiamo che venga espressa pubblicamente ampia solidarietà e stigmatizzazione del fatto da parte di tutte le forze politiche, sociali, economiche e sindacali.

Sono oltre due anni che a Fumane accadono episodi simili. Più è cresciuta la contrarietà al rilancio industriale proposto da Cementirossi più sono aumentati gli atti intimidatori.
Se ne contano a decine. Si inizia con lugubri croci nere a segnare i manifesti delle iniziative delle associazioni Valpolicella 2000 e Comitato Fumane Futura. Si prosegue con il recapito di messaggi minacciosi a casa di singoli esponenti delle associazioni, con l’imbrattamento di una vetrina di un negozio che esponeva materiale informativo e poi con il taglio di gomme e danneggiamenti di auto. E ancora muri di case imbrattate, taglio delle rose in capo ai filari, testa di un capretto mozzata e abbandonata in un podere, e per ultimo il taglio delle vigne.

Un fatto che ancor evidenzia che non tutto è adatto e compatibile per la Valpolicella.

martedì 5 aprile 2011

Una brutta e una bella notizia

La brutta notizia è che dai dati rilevati dall'ARPAV lunedì 4 aprile 2011, Fumane ha sforato i 35 superi di PM10 ammessi dal DM60/02. Questo significa che l'aria è ancora inquinata, tanto che i limiti imposti dalla legge vengono superati dopo poco più di 3 mesi dall'inizio dell'anno, dati che tenderanno a peggiorare prima della fine del 2011. La buona notizia è che il 5 aprile 2010, esattamente un'anno fa, gli sforamenti annuali (relativi al 2010) erano già 43.

Formuliamo delle ipotesi...

IPOTESI 1
La pianura padana è più pulita, le industrie padane sono diventate ecosostenibili e rispettose dell'ambiente.

IPOTESI 2
L'ordinanza 50 del nostro Sindaco Bianchi funziona: 1 giornata di fermo traffico, riscaldamento a 17°/19°, niente fuochi, limitati i barbecue invernali e soprattutto vietata la guida aggressiva.

IPOTESI 3
C'è crisi edilizia e Cementirossi ferma ripetutamente la produzione. Anche quando i forni sono in funzione, sono spesso a basso regime e ci sono molti meno mezzi pesanti che transitano per il paese.

LE NOSTRE CONCLUSIONI
Purtroppo la pianura padana non è più pulita... anzi... risulta evidente da una semplice comparazione di dati con le altre centraline della provincia monitorate da ARPAV.
Borgo Milano, per esempio, è in netto peggioramento rispetto all'anno scorso (da 46 a 56 sfori il 5 aprile).
L'ipotesi 2 è ridicola, a pag. 5 della relazione presentata da ARPAV al Comune di Fumane il 23/06/08 vengono riportate le emissioni, in tonnellate per anno, dei principali inquinanti distinti per soggetto emittente:

CEMENTIFICIO polveri totali 111 di cui PM10 88,8;
EXIDE polveri totali 0,4 di cui PM 10 0,3;
TRAFFICO PM10 0,5;
RESIDENZIALE PM10 2,1.

Appare evidente che, a Fumane, il cementificio, che l'ordinanza non menziona, è la fonte di PM10 di gran lunga più importante, rappresenta infatti il 97,368% delle polveri contro il 2,632% rappresentato dal traffico e il residenziale.

Non resta che l'ipotesi 3... Semplice... Ovvia.
A cementificio spento o a basso regime di produzione, l'aria è più pulita.





Ripassiamo la grammatica



PREGHIAMO COLORO... A RIPORTARLI?

lunedì 4 aprile 2011

Quanti sono i dipendenti del Cementificio ?


http://www.teladoiolavalpolicella.it/quanti_sono.htm

Credo sia arrivato il momento di chiarire (senza furbate) quanti siano i dipendenti della Cementirossi a Fumane: sono 100, sono 70, sono 50 o sono 30 ? Lasciamo perdere indotto, cooperative e collaboratori a vario titolo. Quanti sono i dipendenti con contratto a tempo indeterminato che lavorano a Fumane? Perché i fumanesi non riescono a identificarli questi 100 dipendenti che vengono sempre citati e utilizzati per tenere in scacco l’intera economia della Valpolicella?

Poiché è arrivato il momento di ipotizzare la chiusura del Cementificio, forse è anche il momento di pianificare l’occupazione dell’impresa nei prossimi dieci anni. Un altro argomento estrememente interessante è quello di conoscere quante persone andranno in pensione nei prossimi dieci anni. Perché, se alla fine di tutte queste considerazioni, risulta che quelli che “perderanno” il lavoro tra dieci anni sono 15 persone, il ricatto della perdita occupazionale si sgonfia al punto di non essere nemmeno più considerato come problema.

La sicurezza e a volte la spavalderia della Cementirossi e degli amministratori che condividevano in pieno il suo operato e i suoi progetti, si sono sfaldate, sono state polverizzate dalla sentenza del TAR. Di questo se ne sono accorti per primi i dipendenti, i quali si stanno chiedendo: può essere che qualcuno abbia sbagliato? E chi è che ha fatto la cappella? E ci possiamo ancora fidare di costoro che ci hanno portato a questa situazione?

Perché non si pensa in modo serio alle alternative possibili, perché i Signori della Provincia invece di “far tavoli” non progettano in modo serio delle alternative occupazionali che meglio si inseriscano in un tessuto economico come è la Valpolicella? Sono molto più preoccupati della figura da cotechini che hanno fatto, sono fermi a recriminare e non sono capaci di buttar lì un’idea che possa definitivamente risolvere il problema di chi rischia di perdere il lavoro. Sono dovunque ma non decidono nulla.

Su L’Arena leggiamo: «Sono allibito dalla sentenza», ha detto laconicamente Maurizio Vecchi, amministratore di Cementirossi, che ha intenzione di fare ricorso. «È stata bloccata un'azienda che ha intenzione di fare investimenti e miglioramenti per l'ambiente, soprattutto di mantenere l'occupazione». Signor Vecchi, questa musica la conosciamo, è sempre quella che ci è stata suonata per anni e gli eventi recenti hanno dimostrato che non incanta più nessuno. Cambi argomenti, la smetta di trattarci come dei poveretti, non pronunci il termine AMBIENTE perché il proprietario di cementifici non ha alcun diritto di pronunciarlo. Ricorra pure al Consiglio di Stato. Sappia che se verrà confermata la sentanza, lei il giono dopo dovrà incominciare a far le valigie e andarsene DEFINITIVAMENTE DALLA VALPOLICELLA.

Associazioni insieme per presentare i prodotti biologici

Al Metropolis café l'1, l'8 e il 9 aprile
«Terra viva» e «Kilomarazero» raccontano la loro idea di coltura

Le associazioni «Terra viva» e «Kilomarazero» saranno protagoniste della tre giorni al Metropolis Cafè a Verona (Via N. Mazza 63/A) in concomitanza con Vinitaly. Saranno tre giorni di assaggi enogastronomici, dibattiti, reading, musiche con la partecipazione di contadini, comitati, produttori. L'evento si chiama «Fuochi dalla terra» e vuole porre l'attenzione «sulle idee alternative e i prodotti indipendenti», come spiega l'organizzatore Francesco Badalini, di Kilomarazero; «dagli antichi saperi deve venire una lotta contro l'ipersfruttamento del territorio».
Largo dunque al biologico, ai piccoli produttori attenti al rispetto dei cicli della natura, alla coltivazione di prodotti sani. «È una posizione precisa di chi coltiva la terra», spiega Badalini, «dalla parte dell'ambiente e del cittadino-consumatore contro le inutili grandi opere, gli inceneritori, gli impianti nucleari».

Primo appuntamento l'1 aprile alle 19,30 con l'esperienza di Terra Viva, in-formazione, riconversione delle aziende al biologico, applicazione pratica all'agricoltura bio e di Kilomarazero, un gruppo di produttori di vino di Marano attenti ai criteri di compatibilità ambientale. Durante la presentazione le cantine F.lli Bonazzi, Monte dei Ragni, Aldrighetti, Novaia guideranno i presenti ad assaggi guidati. Alle 22 «Double Trouble» in concerto.

Venerdì 8 aprile alle 19,30 assaggi guidati di formaggi bio dell'azienda «Il Baito del bosco»; alle 21,30 «Dino Coltro uomo e contadino», «I Leori del socialismo», «Cra rivalunga», poesie e racconti scelti di Dino Coltro, introduzione di Stefano Coltro, reading di Mauro dal Fior. Alle 22,30 Acustic blues con Half Quartet Trio.

Si chiude sabato 9 aprile alle 18,30 con un dibattito «Fuochi dalla terra: coltivando desideri». Intervengono Daniele Todesco dell'associazione Valpolicella 2000; Roberto Marchesini dell'azienda Girotto di Marano di Valpolicella, Daniele Nottegar del «Comitato no inceneritore Verona», Gianfrancesco Minetto dell'azienda agricola Corte all'Olmo di Cadidavid. Aperitivo sostenibile e cena bio con le aziende agricole Girotto e Corte all'Olmo.
Cena con prenotazione (info Andrea 349.5553842).