FUMANE. Superato il limite ammesso di 35 giorni con le Pm10 oltre la soglia di attenzione. Ma rispetto allo scorso anno la qualità dell'aria è migliorata del 16% Todesco attacca: «Dopo undici mesi il sindaco non ha fatto niente»
Fumane. Con le polveri a Fumane si è già oltre i limiti di legge. Lunedì 4 aprile è stata infatti raggiunta la soglia dei 35 «superi» ammessi dalla legge nell'arco di un anno per le Pm10. E ieri siamo arrivati a 37. Tutto questo nonostante le 42 giornate di stop produttivo del Cementificio fra gennaio e febbraio. Sono bastati i primi tre mesi del 2011 per esaurire il «bonus» a disposizione.
La situazione purtroppo non è nuova, visto che si ripete da anni. Ci sono però due novità: la prima è che la situazione di Fumane è migliorata, in termini percentuali. Facendo un raffronto con i dati delle Pm10 dell'anno scorso, Borgo Milano e Cason, nel Comune di Verona, peggiorano rispettivamente del 21,74 e del 2,63 per cento, mentre Fumane migliora del 16,28 per cento. Dal 7 febbraio, inoltre, nel bollettino dell'Arpav sulla qualità dell'aria è stata tolta la centralina di Fumane, quindi per conoscere i dati bisogna fare una ricerca ad hoc. Il motivo è presto detto: la centralina è della Cementirossi e non può essere inserita nel circuito regionale, anche se gestita dall'Arpav.
Fumane inoltre, a differenza delle altre 11 centraline veronesi, non rileva i dati di anidride carbonica e ozono, e solo di recente ha aggiunto l'ossido di azoto, che nello studio dell'Università di Trento sull'inquinamento atmosferico è ritenuto responsabile di allergie respiratorie e problemi più gravi alla salute. «Viene da pensare che il miglioramento dell'aria, registrato a Fumane, sia da ricollegare al minor passaggio dei mezzi pesanti della Cementirossi, che ha fermato lo stabilimento per un lungo periodo», rileva Mimmo Conchi del comitato Fumane Futura, che sottolinea la necessità di fare qualcosa. «Il sindaco Bianchi, dalla sua elezione, a parte l'indagine epidemiologica, non ha preso alcuna decisione per migliorare la qualità dell'aria, anche se aveva avuto dei suggerimenti».
A maggio 2010 il comitato Fumane Futura e l'associazione Valpolicella 2000 avevano inviato una lettera a Bianchi, all'Arpav, all'Ulss 22 e all'assessore all'ecologia della Provincia Fabio Venturi, segnalando «un grave rischio sanitario» nell'area sportiva. «I dati dell'indagine Arpav 2008 indicavano infatti la zona delle piscine come la più interessata dalle emissioni del cementificio. Siccome d'estate il centro è frequentatissimo, e ospita iniziative per i bambini, si chiedeva di installare rilevatori degli ossidi di azoto e delle Pm10, per poter confrontare i dati con quelli della centralina delle scuole, a un chilometro di distanza», spiega ancora Conchi. «Si era inoltre chiesto che, anche a Fumane, si posizionassero i rilevatori di ozono e di anidride carbonica. Non si capiva perché, proprio il comune che ospita un "grande emettitore" di inquinanti, come segnalato dallo studio dell'Università di Trento, fosse sprovvisto di rilevatori, presenti invece negli altri comuni».
«Sono passati undici mesi e il sindaco non ha fatto nulla», rincara Daniele Todesco, presidente di Valpolicella 2000. «A maggio 2010 il Comune aveva chiamato l'ingegner Filippo Squarcina per parlare dei progetti di Cementirossi e della loro ricaduta sul territorio. In merito ai 50 punti di emissione autorizzati del cementificio, l'esperto aveva individuato quattro possibili azioni per ridurre le emissioni di polveri, indicandoli come "interventi da realizzarsi indipendentemente dal progetto di ammodernamento". La parcella di oltre 8mila euro è stata pagata, ma nulla è stato fatto per realizzare i quattro interventi».
Nella prima metà del 2010 Fumane è stata anche inserita nella fascia A, comprendente i comuni con il maggiore inquinamento. A causa di ciò la Provincia ha sancito l'obbligo di «redigere un Piano di azione per la lotta all'inquinamento» entro il 18 ottobre 2010. «Ma anche su questo nulla è stato fatto», continua Conchi. «Il sindaco, che è autorità sanitaria, ha avuto il tempo e la possibilità di agire. L'unico atto è l'ordinanza del 21 ottobre scorso, in cui si è adeguato alle disposizioni provinciali».
Giancarla Gallo
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