mercoledì 22 maggio 2013

"ITALIA DESNUDA" Percorsi di resistenza nel Paese del cemento



VENERDI’ 24 MAGGIO 2013
Ore 20.45
Presso la FORESTERIA SEREGO ALIGHIERI a Gargagnago di Valpolicella
Via Giare 277



Francesco
VALLERANI
Università Cà Foscari Venezia
Presenta il suo libro
ITALIA DESNUDA
Percorsi di resistenza nel Paese del Cemento
Edizioni UNICOPLI

ne discuterà con

Mauro VAROTTO
Università di Padova



Francesco Vallerani insegna Geografia presso l’Università Ca’ Foscari-Venezia. Oltre a considerare i processi culturali e gli esiti fisionomici prodotti dal vistoso consumo di suolo che ha sfigurato il bel paesaggio italiano, ha affrontato il preoccupante allargarsi di condivise geografie dell’angoscia, con particolare attenzione al caso veneto.
Collabora con vari sodalizi impegnati per la tutela del bene comune.



salValpolicella
Tenuta Pule – Via Monga, 9 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona)

mercoledì 15 maggio 2013

L'industria del cemento è finita

Italcementi e Cementir annunciano agli azionisti un dimezzamento nel numero degli stabilimenti. La crisi è ormai talmente evidente che non può più essere nascosta

di Luca Martinelli
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4041

L'industria del cemento, quella che faceva il paio con il boom dell'edilizia ed è stata in continua espansione nei primi sette anni del Duemila, è finita. 
È finita da tempo, perché i consumi pro capite sono in caduta libera da un triennio, dopo aver toccato un massimo di circa 800 chilogrammi a testa, e  un cementificio, che è una macchina capital intensive, alla lunga non può lavorare al 60, 65% della propria capacità. 

La vera novità degli ultimi due giorni, però, è che a prendere atto di una crisi irreversibile è -finalmente- anche l'industria del cemento, che ne ha informato i propri azionisti in questi giorni dedicati, per molte delle società quotate in Borsa, alle assemblea che approvano i bilanci 2012. 

Ieri (17 aprile) era toccato ad Italcementi, che è il principale attore del mercato. Riprendiamo dal Corriere della Sera (la famiglia Pesenti, che controlla Italcementi, è anche azionista di Rcs, l'editore del quotidiano) la lettera che Giampiero e Carlo Pesenti hanno distribuito agli azionisti:

"Il mercato italiano del cemento continua a essere caratterizzato da una sovracapacità produttiva rispetto a una domanda che si è allineata ai livelli della fine degli anni Sessanta. L'anno scorso le aspettative di un'inversione della tendenza negativa che aveva caratterizzato il settore delle costruzioni a partire dal 2008 -afferma il presidente di Italcementi-, si sono allontanate a causa dell'aggravarsi dello scenario congiunturale, soprattutto in Europa, in alcuni fasi entrato in una fase di recessione, spostando l'attesa di segnali concreti di ripresa sono nel prossimo futuro". 

"A fronte di questa nuova realtà, che si prevede non possa più tornare agli elevati livelli pre-crisi -da Italcementi- è stato avviato un intervento con l'obiettivo di razionalizzare l'apparato industriale e distributivo nazionale, senza per questo ridurre le quote di mercato: il gruppo con il rigoroso controllo della gestione finanziaria continuerà una politica di mantenimento dell'indebitamento netto entro i prudenziali limiti che da sempre caratterizzano il profilo della società. Il 2013 -si legge ancora nella lettera dei vertici agli azionisti- inaugura la completa integrazione nella relazione finanziaria annuale di quella sulla sostenibilità e le strategie e le azioni intraprese quest'anno, pur a fronte di una volatilità che contraddistingue l'evoluzione dello scenario macroeconomico mondiale, determineranno per il gruppo nuove sfide e un impegno ancora maggiore affinché la nostra attività possa generare valore condiviso per tutti gli stake-holders" concludono Giampiero e Carlo Pesenti. 

Poi presentano il piano industriale: nel 2013, saranno 8 le cementerie "sicuramente aperte". Invece di 17.

Oggi (18 aprile) è tocca invece a Cementir (gruppo Caltagirone), annunciare il congelamento del progetto d'investimento da 150 milioni di euro per l'impianto di Taranto, di cui abbiamo scritto più volte anche in merito ad un finanziamento a fondo perduto concesso dalla Regione Puglia per trasformarlo in un co-inceneritore di rifiuti: 

"'Avendo 4 siti produttivi -ha spiegato Francesco Caltagirone jr, secondo una nota di MF DJ News- stiamo pensando di concentrarci in alcuni' di essi perché la crisi non termina a breve.
Per ora il progetto di Cementir sullo stabilimento di Taranto 'è congelato' sia per l'andamento del mercato del cemento con una domanda attesa nell'anno in calo a '20-22 milioni di tonnellate', rispetto a una capacità produttiva più che doppia e sia 'per l'incertezza dell'Ilva'.
'Non ci sono gli estremi economici per concentrarci sullo stabilimento' perché 'andare a investire piu' di 150 mln di euro non ne vale la pena. Lo stabilimento continua a marciare nonostante sia vecchio. Quest'anno e il prossimo non inizieremo nessun investimento perché il mercato non c'è'. Inoltre, 'pensiamo che nel 2013-2014 riusciremo a portare a break even l'Italia nonostante il calo del mercato'".

Di fronte a quest'ecatombe, non potrà servire il palliativo immaginato dal governo tecnico, che da fine marzo autorizza i cementifici a bruciare il Cdr, oggi chiamato combustibile solido secondario (Css) e non più considerato un rifiuto. È tempo di intervenire in modo efficace, con la capacità di immaginare un futuro diverso per (parte) dei 10mila lavoratori oggi impiegati all'interno dell'industria del cemento italiana.

Interrogazione parlamentare sull'uso del CSS nei cementifici

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA SULL'USO DEL CSS (COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI) NEI CEMENTIFICI PRESENTATA DAI PARLAMENTARI DI Sinistra Ecologia e Libertà, ZAN, ZARATTI, PELLEGRINO

Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del mare

Per sapere, premesso che:
  • a gennaio e febbraio del 2013, a Camere ormai sciolte, l’ex ministro dell’Ambiente Clini ha presentato al Parlamento per il parere, uno schema di DPR per l'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime di AIA;
  • dopo un parere favorevole con condizioni, espresso molto rapidamente dalla Commissione Ambiente del Senato il 16 gennaio 2013, senza peraltro che nessun senatore fosse intervenuto in discussione, la Commissione Ambiente della Camera, il successivo 11 febbraio, aveva invece espresso parere negativo al medesimo schema di DPR;
  • da quel momento, di detto DPR sui combustibili solidi secondari, se ne sono perse le tracce, e finora non è ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale;
  • intanto però, sono stati recentemente pubblicati due decreti del Ministero dell’Ambiente: il decreto 14 febbraio 2013, n. 22, (G.U. del 14-3-2013) recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), dove vengono stabiliti – tra l’altro - i criteri da rispettare affinché determinate tipologie di combustibile solido secondario (CSS), cessano di essere qualificate come rifiuto; e il decreto 20 marzo 2013 (G.U. del 2-4-2013) che modifica l'allegato X della parte quinta del Codice ambientale, in materia di utilizzo del combustibile solido secondario (CSS), che recepisce i criteri contenuti nel suddetto decreto del 14 febbraio 2013, n. 22, che devono essere rispettati affinché determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS) cessino di essere qualificate come rifiuto e possano quindi essere riutilizzati;
  • la momentanea mancata pubblicazione in Gazzetta del DPR sull’utilizzo in alcune categorie di cementifici dei combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, nulla toglie alla sempre dichiarata ferma volontà dell’ex ministro dell’Ambiente Clini, di aver voluto proseguire nella scorciatoia dell'incenerimento dei rifiuti nei cementifici, bruciando rifiuti solidi urbani per alimentare i forni di cottura del clinker, cioè la componente principale del cemento;
  • per i cementieri dell’Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento) si tratta di recupero energetico, per l’Associazione medici per l’ambiente «la combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi impianti, in particolare di diossine e metalli pesanti»;
  • l’utilizzo di CSS per alimentare i forni di cottura dei cementifici, produrrebbe, tra l’altro, gravi conseguenze in diverse aree del Paese, dove sono ubicati numerosi cementifici in termini di inquinamento ambientale e di peggioramento degli attuali livelli di raccolta differenziata dei rifiuti;
  • a ciò va aggiunta l’aggravante della mancanza nel nostro Paese di un serio ed efficace sistema nazionale di controlli ambientali;
  • utilizzare i combustibili solidi secondari è dannoso per la salute e soprattutto è superato in quanto esistono moderne tecnologie e soluzioni alternative alla combustione che creano maggiori posti di lavoro e sono più sostenibili a livello economico e ambientale;
  • la scelta dell'incenerimento dei rifiuti (CSS) nei cementifici non è condivisibile se consideri la diversità esistente fra i limiti delle emissioni di inquinanti pericolosi per la salute previsti per i cementifici: polveri totali: mg 30/Nm3; biossido di zolfo: mg 600/Nm3; ossido di azoto: mg 1.800/Nm3; mentre i limiti per gli stessi inquinanti prodotti dagli inceneritori sono: polveri totali: mg 10/Nm3; biossido di zolfo: mg 50/Nm3; ossido di azoto: mg 200/Nm3;
  • peraltro continuare a bruciare rifiuti è uno spreco di risorse e un costo altissimo in termini ambientali, e non si rispettano le disposizioni europee sul recupero della materia che è prioritario nella gerarchia d’intervento, continuando a ignorare anche la direttiva 96/62/CE, sulle polveri sottili fin anche dopo la condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia del 19 dicembre scorso;
  • il ricorso indiscriminato all'incenerimento dei rifiuti va infatti in tutt’altra direzione rispetto alla corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti e al necessario incremento della raccolta differenziata;
se non si ritenga di non emanare lo schema di decreto del Presidente della Repubblica sulla disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'AIA, già presentato per il parere presso le Commissioni parlamentari competenti dal precedente governo;
se siano stati pienamente valutati - nella decisione di utilizzare in alcune categorie di cementifici i combustibili solidi secondari (CSS) - gli effetti di tale scelta sulla salute pubblica;

Cementifici come inceneritori?