Uno dei fatti più eclatanti dopo la sentenza del TAR, è la chiara sensazione che sulla Valpolicella stia spirando un’aria nuova, più leggera, meno ammorbante. La presa di coscienza degli abitanti si dilata, molti giovani hanno mandato messaggi di ringraziamento e di partecipazione.
I Veneti sono stati troppo spesso associati agli Alpini. E questi, ovviamente in altri contesti, si identificano troppo spesso nello slogan TASI E TIRA. Diciamo che le popolazioni si evolvono, e anche il loro orizzonte di aspettative e speranze si evolve, muta, si arricchisce.
I tempi dei Grandi Sconvolgimenti imposti dall’alto (imprenditoria pubblica o privata, non importa) stanno finendo. I Cementifici che, in qualità di industria strategica, potevano scegliere di collocarsi dove volevano, gli Inceneritori voluti dai politici e imposti su territori densamente popolati, incominciano ad avere vita più difficile. Ovviamente ci riferiamo a Cementirossi da una parte e a Cà del Bue dall’altra. Fino a soli venti anni fa, i figli di quegli orgogliosissimi “tàsi e tira” che popolano la nostra terra, non avrebbero detto “a”; anzi avrebbero addirittura trovato giustificazioni positive all’insediamento di attività che “portano ricchezza” (e non solo).
Poi qualcuno ha incominciato a parlare di salute, di territorio, di rispetto, di qualità del vivere, di valori che fino ad allora non erano considerati tali. E’ un processo che va avanti da anni, che accomuna persone, fa nascere iniziative, fa discutere, fa maturare: crea una nuova coscienza.
Poiché non si tratta di un movimento politico (ricordate le vicissitudini dei Verdi in Italia) ma culturale, ha un numero crescente di persone che vi aderiscono; non ci sono predicatori, guru o testi sacri da seguire. Basta il buonsenso e quel minimo di informazione che ormai è disponibile su svariati canali. L’equazione “ti porto sviluppo economico e quindi sopportane i disagi”, non vale più.
In questa nuova presa di coscienza si inserisce anche l’esperimento di coltivazione biologica promosso dal Gruppo Terra Viva. Gli agricoltori (oltre 70 aziende) stanno dimostrando un interesse assolutamente inaspettato per trattamenti che siano meno invasivi, meno pericolosi. Hanno capito che seguire le direttive dei grandi produttori di fitofarmaci, significa avvicinarsi progressivamente al baratro; più prodotti, più concimi, più diserbanti, più trattamenti, maggiore sfruttamento del terreno e via in questa logica folle assimilabile solo alla tossicodipendenza.
Ieri sera ho sentito Gigi Aldrighetti uscire con:“Ma come è possibile? Son quarant’anni che predico queste cose e adesso, improvvisamente tutti vogliono passare al biologico! Che cosa è successo?”. Stanno arrivando sul nostro territorio gli specialisti di San Michele all’Adige, quelli che queste pratiche le applicano già da anni. C’è un incredibile fermento presso i giovani agricoltori che capiscono che è un treno che non si può lasciar scappare. Le battute dei chimica-dipendenti si diradano; anch’essi si stanno chiedendo quale sia la portata di queste novità.
In Valpolicella sta arrivando aria buona. I cittadini la pretendono anche da quei pubblici amministratori che fanno gli interessi di chissachì, con motivazioni contestate e confutate persino dal Tribunale Amministrativo. C’è una sentenza che li inchioda a delle responsabilità precise ed ineludibili. Imparino ad ascoltare, imparino a riconoscere questa leggera brezza che potrebbe virare rapidamente in bora.
Simbolicamente regalo loro uno specchio. Se lo mettano nella loro stanza “del potere” e, di tanto in tanto, diano una sbirciatina: se vedono riflesso un fantasma… forse qualche cosa non va.
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