lunedì 19 settembre 2011

Qualità dell'aria sotto la lente - No all'uso di rifiuti nel cemento


Stop della Provincia: da ottobre la Cementirossi non potrà mescolare gessi e scarti di fonderia alla marna Nel mirino anche i fitofarmaci usati in agricoltura

Si è parlato del futuro della Valpolicella, dei pericoli per la salute, dell'inquinamento prodotto sia dall'agricoltura che dal cementificio di Fumane, nella serata organizzata dal Coordinamento dei Viticoltori, dall'associazione culturale Borghi di Pietra, da Valpolicella 2000 e Fumane Futura. Eloquente il titolo dell'iniziativa, «Cambiare aria», e grande partecipazione del pubblico, con la sala consiliare gremita.
Il giornalista Massimo Rossignati, che ha moderato l'incontro, ha esordito con una notizia-bomba: la Giunta provinciale, giovedì 8 settembre, ha deliberato di non autorizzare più l'uso di rifiuti da mescolare all'impasto per fare il cemento. Dopo il 30 settembre, quando scadrà la proroga, la Cementirossi, se vorrà utilizzare scaglie, gessi o laminati di ferro, dovrà presentare nuove autorizzazioni, che la Provincia si riserverà di valutare. In pratica l'azienda, non potendo più mescolare rifiuti (per il cui smaltimento incassava un corrispettivo), sarà costretta a scavare più marna. Una mazzata, che arriva nel bel mezzo di una congiuntura economica tutt'altro che rosea.
E' stato però il nodo della qualità dell'aria al centro dell'attenzione. Paolo Groppo, di Fumane Futura, ha sottolineato la pericolosità del biossido di azoto, rilevato in quantità superiori a quelle di altre aree della provincia, compresa Verona (ma pur sempre ben inferiori ai limiti di legge). «Ipotizzando una diminuzione del 27 per cento di emissioni del biossido di azoto nel caso venisse approvato l'ammodernamento del cementificio, i valori rimarrebbero comunque il doppio di quelli della città», ha sottolineato Groppo mostrando proiezioni dell'Arpav. «Un risultato irrilevante, che non giustifica l'ampliamento della Cementirossi in Valpolicella».
Chiara Scamperle, esperta dell'Ulss 22, residente a Fumane, ha ricordato: «Non vengono effettuate qui indagini valide sulla popolazione per cui si possano escludere patologie collegate all'inquinamento del territorio a causa della presenza di un impianto insalubre di prima classe. Raffronti con altre province ci possono far sospettare e stare in guardia. Bisogna fare più controlli, un'indagine epidemiologica non è sufficiente e, soprattutto, si devono prendere misure precauzionali in relazione alle diossine e al Pcb, con monitoraggi ambientali continuativi di tutti gli inquinanti».
Quanto inquinano i trattamenti con pesticidi in agricoltura, specialmente nei vigneti, lo ha sottolineato il professor Giovanni Beghini, di TerraViva, che ha sottolineato l'importanza del biologico. Il professor Maurizio Boselli, dell'Università di Verona, ha invece parlato delle eccellenze delle produzioni enologiche, secondo strategie e una politica che si deve basare sull'informazione e la formazione continua. Per questo è importante la realizzazione di un polo tecnologico della Valpolicella a San Floriano, da sostenere, visti i tagli della manovra all'agricoltura.
Daniele Todesco, di Valpolicella 2000, si è limitato a invitare tutti i cittadini a prendere visione del Piano di assetto del territorio di Fumane, pubblicato sul sito del comune, e a fare proposte o chiedere spiegazioni. «Il Pat evidenzia le bellezze del territorio, ma prospetta tante criticità come quello delle cave o il problema della viabilità. E' importante che ogni cittadino si senta coinvolto e partecipi».
Il vicesindaco di Fumane, Giuseppe Bonazzi, ha promesso che il tabellone sulla facciata del municipio indicherà anche le date di chiusura e riapertura dell'attività del cementificio in modo che la popolazione si possa regolare. «Dall'aumento dei valori del biossido di azoto si può già capire che, da un paio di giorni, il camino della Cementirossi ha ripreso a lavorare», ha detto Bonazzi, «per questo teniamo il dato sotto controllo e abbiamo chiesto all'Arpav rilevazioni quotidiane, perchè conosciamo la sua pericolosità. I valori sono comunque entro i limiti».
Bonazzi ha toccato anche il nodo-Exide, azienda che sta conoscendo una fase di crescita: «Dai 30 dipendenti di qualche mese fa è passata a 50. L'Exide, che costruisce batterie per auto, si è specializzata in un particolare motore Bmw e ha cavalcato la ripresa. Bisognerebbe quindi focalizzare l'attenzione anche sulla lavorazione del piombo, presente in maniera preoccupante, secondo i dati Arpav».

di Giancarla Gallo
L'Arena, 18 Settembre 2011

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