Corriere del Trentino
Venerdì 31 AGOSTO 2012
Piedicastello - Il vicesindaco: “Oltre alle sedi formative in loco anche 80-100 appartamenti, servizi e collegamenti con il centro”
TRENTO — Il ruolino di marcia della riqualificazione dell'ex Italcementi è fissato e le demolizioni sono iniziate: a ottobre la discussione sulla zona approderà in commissione urbanistica a Palazzo Thun. Il vicesindaco Paolo Biasioli colloca la probabile fine dei lavori e il trasferimento del polo scolastico che attualmente ha sede nel quadrilatero di via Barbacovi nel 2017-2018. «Mi piacerebbe procedere con un ragionamento tipo masterplan e pensare a un concorso di progettazione», anticipa.
Rispetto a quest'ultima ipotesi, spiega Biasioli, c'è già stato un confronto con Piazza Dante: «La Provincia non sembra contraria». Se entro l'anno potrebbero concludersi le demolizioni, il futuro della zona ex Italcementi sarà deciso ora da un passaggio degli atti di indirizzo nelle circoscrizioni e poi in commissione urbanistica. «Saremo a buon punto se la questione approderà in Consiglio comunale entro la fine del 2012 — è la valutazione dell'assessore alla Pianificazione urbana —, poi l'idea sarebbe quella di procedere nella prima fase con un masterplan e nei primi mesi del 2013 dare inizio a dei concorsi di progettazione, opzione emersa anche dal dialogo con l'ordine degli architetti».
Potrebbero dunque essere i professionisti trentini a proporre soluzioni concrete per la riqualificazione dell'area. Il tutto ovviamente rispettando i paletti posti dal Comune. «Da via Barbacovi non si sposterà il polo economico che, anzi, sarà potenziato — chiarisce Biasioli —.
All'ex Italcementi troverà invece spazio, accanto agli istituti tecnici, un polo di ricerca informatica e nel settore delle Ict: l'obiettivo è il raccordo del mondo del lavoro, della ricerca e della formazione».
A Piedicastello saranno inoltre collocati nuovi servizi fruibili da tutta la popolazione del sobborgo: «Con l'arrivo della scuola si potrà portare avanti un ragionamento utile per la città: si potrà pensare a funzioni quali potrebbero essere palestre, un teatro o un auditorium. Magari si potrebbe adibire all'uso pubblico l'aula magna degli istituti». Non si potrà inoltre prescindere, è convinto il
vicesindaco, da un ragionamento «sul verde» e dalla realizzazione di «80-100 appartamenti che fungano da collegamento dell'area con Piedicastello e che potrebbero essere affittati a canone moderato o come prima casa per agevolare i giovani».
Biasioli indica poi come prioritaria l'eliminazione del traffico automobilistico da via Brescia: «L'alternativa potrebbe essere la deviazione dei veicoli verso la tangenziale a ridosso della montagna oppure (ma quest'opzione presenta dei costi) la realizzazione di una galleria dietro alle ciminiere che consenta di spostare il traffico nella roccia. Per quanto riguarda i collegamenti con il centro e l'attraversamento del fiume Palazzo Thun conta invece di abbandonare la previsione
descritta nel piano regolatore che vorrebbe si realizzasse un ponte viabile per connettere la rotatoria a sud di Piedicastello con lo stadio Briamasco. «Quest'ipotesi porterebbe ancora più traffico in zona — è la critica dell'assessore —, sicuramente sarebbe preferibile un ponte pedonale che porti verso via Verdi e renda più vicini il centro città e la fermata prevista per la metropolitana». «Se nell'area della cava Italcementi si realizzerà un parcheggio — è l'altro scenario che immagina Biasioli — si potrà invece pensare a un collegamento funicolare». «Tutti questi passaggi — precisa infine — andranno comunque discussi con le circoscrizioni di Piedicastello e Sardagna, in commissione, in Aula. Il trasferimento delle scuole da via Barbacovi? Prima si dovranno fare un progetto esecutivo e gli appalti. Lo spostamento avverrà solo a opera di infrastrutturazione avviata, sarei contento se
avvenisse entro il 2017-2018».
Il cantiere Il direttore del Cla: “Procedure e macchinari per evitare la polvere”. Si dovrà smaltire anche dell’amianto”
Orler: «Demoliremo l'area in cinque mesi»
TRENTO — Un lavoro da oltre un milione di euro che potrebbe giungere a termine entro la fine dell'anno. È quello della demolizione degli edifici dell'ex Italcementi affidato dalla Piedicastello Spa al Consorzio lavoro ambiente (Cla). Una volta liberata l'area la società proprietaria potrà infatti cederla, come previsto, a Piazza Dante che conta di spostarvi gli istituti tecnici e professionali ora
presenti nel quadrilatero di via Barbacovi.
I lavori di demolizione sono iniziati alla fine di luglio e, dopo l'interruzione di una settimana avvenuta a Ferragosto, proseguono «a ritmo spedito», assicura il direttore del Cla Melchiorre Lino Orler. «Stiamo procedendo, ci auguriamo di riuscire entro l'anno a mettere a terra gran parte degli edifici. In cosa consiste il nostro lavoro? Dobbiamo rimuovere i macchinari, verificare l'eventuale presenza di componenti in amianto da smaltire con una procedura ad hoc, separare il ferro dal
cemento. Alcuni silos poi vanno svuotati della materia prima che contengono: si tratta di roccia macinata che può essere riutilizzata dalle cementerie. Questa è la strada che si seguirà». Le maggiori difficoltà nella demolizione sono legate alla possibile produzione di polvere: «Perciò stiamo usando cannoni ad acqua. Tre operatori e un coordinatore lavorano con altrettante macchine apposite: si tratta di escavatori dotati di pinze metalliche che schiacciano il calcestruzzo partendo dall'alto e scendendo verso terra. Questo procedimento è meno invasivo della dinamite, anche se un po' più lungo», spiega Orler. «Se non ci saranno intoppi finiremo entro la fine del 2012 — ripete il direttore del Cla —, al di là di qualche presenza di amianto che dovrebbe essere circostanziata non ci aspettiamo granché. È nell'interesse di tutti finire presto perché un cantiere aperto costa». Il costo
dell'operazione, aggiunge, «è di oltre un milione di euro e comprende il lavoro sui silos di lamiera».
Finora gli addetti sono intervenuti di fronte all'entrata dell'area ex Italcementi demolendo l'edificio costruito attorno ai quattro silos della zona di macinazione. Si lavora a ritmi di 8-9 ore al giorno: «Le ciminiere non saranno abbattute — precisa Orler —; non abbiamo ancora avuto il via libera alla demolizione del "sigaro", la parte più alta con il tetto in cemento dove in passato è stato aperto un varco. Dovrebbe essere però questione di giorni, di burocrazia, il Comune ha già tolto il vincolo».
Marta Romagnoli
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