lunedì 23 maggio 2011

In Valpolicella cresce la voglia di una viticoltura sostenibile

È pronto un regolamento di area sull'uso dei prodotti fitosanitari L'assessore Zanotti impegnato a portarlo in Consiglio comunale

Cresce in Valpolicella l'idea di una viticoltura sostenibile, più rispettosa di ambiente e salute dell'uomo, consapevole dei rischi dell'utilizzo massiccio di fitofarmaci e della necessità di cambiare per andare incontro al mercato. Lo dimostra il successo crescente dei corsi organizzati dall'associazione Terra Viva, che diffonde conoscenze culturali e tecniche per un'inversione di tendenza in agricoltura e per dare concretezza a sostenibilità ambientale, ripristino dell'ecosistema, alimentazione sana.
Terra Viva sta tessendo una rete di contatti con enti, amministrazioni, associazioni per favorire la conoscenza di questi temi, certa che dibattito e collaborazione siano la strada migliore per il cambiamento. I tempi sembrano maturi, a giudicare dalle risposte che stanno ricevendo da addetti ai lavori e mondo politico. Il tavolo tecnico sovracomunale istituito a Negrar ha licenziato, ormai da qualche mese, un regolamento di area sull'uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che attende il vaglio di tutti i consigli dei Comuni valpolicellesi. A Negrar non è all'ordine del giorno nella seduta di oggi, ma l'assessore all'ambiente Giovanni Zanotti è fiducioso di poterlo presentare il mese prossimo.
Un folto pubblico ha partecipato, all'istituto di San Floriano, all'incontro «Pesticidi e salute, qualità del cibo, necessità del biologico», moderato dal medico Giovanni Beghini.
Secondo l'oncologa Patrizia Gentilini, associazione internazionale medici per la difesa dell'ambiente (Isde), non c'è di che stare allegri se non si inverte la rotta. Ha riportato dati medico scientifici che provano la pericolosità di certi agrofarmaci usati in agricoltura. «Preferisco chiamarli pesticidi, poiché subiamo ogni giorno un bombardamento di molecole tossiche», spiega l'oncologa, ospite dell'incontro con il ricercatore universitario Daniele Degl'Innocenti, istituto di anatomia della Facoltà di medicina, e all'agronoma Luisa Mattedi, istituto di San Michele all'Adige (Trento), esperta di agricoltura biologica.
La salute compromessa dei bambini fin dalla vita intrauterina, le relazioni tra cancro ed esposizione ai fitofarmaci, la crescita in Italia dei tumori infantili, la necessità di estendere i principi e le regole dell'agricoltura biologica: Gentilini è certa di quello che sostiene, nonostante venga accusata di creare allarmismi. «Abbiamo responsabilità enormi ed è ora di dire le cose come stanno», risponde. «Non tutto è perduto e le strade ci sono, ma bisogna intraprenderle».
Un invito a fare attenzione a quello che compriamo e mangiamo arriva da Degl'Innocenti: «Dobbiamo investire in salute, cibandoci con cibi freschi e genuini», dice.
Tra gli esempi virtuosi di agricoltura c'è il Trentino, dove in un'ampia area della Vallagarina da 20 anni si applicano i principi della viticoltura biologica e si è diminuito molto l'utilizzo dei fitofarmaci. «Il cambiamento passa attraverso formazione e conoscenza», spiega l'agronoma Mattedi, «come è possibile la convivenza armoniosa tra agricoltori, ambiente e popolazione. Gli agricoltori non si sentano accusati dalle informazioni che arrivano dai medici, ne facciano tesoro per tutelare la loro salute e migliorare la viticoltura».

Camilla Madinelli
L'Arena, 23/05/2011

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