Monselice: La relazione annuale di Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento di Confindustria) riferita al 2010 e resa pubblica in questi giorni, conferma che la produzione di cemento in Italia si è ridotta circa del 30%, passando dai 48 milioni di tonnellate del 2006 ai 34 milioni di tonnellate nel 2010.
Il Presidente di Aitec Alvise Zillo sostiene inoltre che il prezzo del pet-coke è quasi raddoppiato provocando un incremento della bolletta energetica superiore al 15% rispetto ad inizio 2010. Il Presidente di Aitec, proprietario dei cementifici di Fanna (PN), Este e recentemente dell’ex Radici di Monselice, lamentando che in Italia la sostituzione calorica dei combustibili fossili con quelli alternativi, raggiunge solo l'8%, esterna la sua ricetta, citando le percentuali molto più elevate presenti in alcuni paesi europei: sfruttare nelle cementerie un'importante fonte alternativa quale il combustibile da rifiuti.
E’ chiaro a tutti che non ci troviamo di fronte a nessuna “fuorviante propaganda dei Comitati”, ma ad una precisa strategia dell’industria del cemento, che rischia di travolgere il nostro territorio dove sono presenti tre cementerie, che è bene ricordarlo, pur utilizzando rifiuti godono di limiti di emissione anche di 10 volte superiori a quelli degli inceneritori.
Alla luce di queste cifre e di queste affermazioni, dobbiamo chiederci che validità possono avere le rassicurazioni al non utilizzo di rifiuti, da parte di un cementificio che dopo il “revamping” ipotizzava il consumo di 100.000 t/a di pet-coke. Il quadro economico stilato nel 2009, prima del fortissimo incremento del costo dei combustibili fossili, che ipotizzava il rientro dell’investimento di 160 milioni di euro in 10 anni può essere ancora valido? Ne dubitiamo seriamente, come dubitiamo della buonafede dei vari esponenti politici che si stanno affannando per aggirare la sentenza del TAR Veneto che ha bocciato il nuovo cementificio proposto da Italcementi a Monselice.
Prima hanno sostenuto che l’intervento fosse “migliorativo e legittimo”, poi di fronte ai pronunciamenti inequivocabili della Magistratura, stanno passando al tentativo di imporre un’opera fuorilegge, attraverso il cambiamento delle leggi. Con una logica bestiale, la stessa che ha portato ad innalzare il livello di atrazina per rendere l’acqua potabile. Con questo spirito l’Ass. provinciale Fabio Conte, il Sindaco di Monselice Francesco Lunghi, il Consigliere Regionale Stefano Peraro, fanno da apripista alla lobby dei cementieri. Invece di operare per far rispettare le leggi si stanno prodigando per cambiarle, forzando la mano per far modificare e snaturare confini e norme che hanno regolato la vita del Parco Colli.
Diciamo subito che questo è un rilancio molto pericoloso, poiché non fa i conti con la diversa sensibilità dimostrata dai cittadini su questi temi, in occasione dei referendum. Abbiamo vanamente atteso dei segnali di apertura da Parco Colli, Provincia, Regione, Aziende e Sindacati per aprire un confronto su quell’accordo di programma previsto dal Piano Ambientale, capace di tenere insieme l’interesse di tutti.
Noi continueremo ad operare nella ricerca di percorsi, proposte, scelte produttive che nel medio periodo siano gradualmente alternative alla presenza di tre cementifici. Auspichiamo che finalmente si affermi la volontà di discutere anche in questa direzione. Contestualmente avvisiamo quanti pensano di usare scorciatoie, pasticci normativi, forzature politiche e intimidazioni, con il fine ultimo di trasformare i cementifici in inceneritori di rifiuti, che in questo territorio, non avranno vita facile.
Francesco Miazzi – Consigliere Comunale di Monselice
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