venerdì 17 agosto 2012

Salvare paesaggi e cultura è la sfida di Musa Antiqua

VALPOLICELLA. La nuova associazione guarda all´arte e alla tutela Salvare paesaggi e cultura è la sfida di Musa Antiqua

Puntare sui gioielli nascosti, mostrarli con il rigore della ricerca e farli apprezzare a tutti. Corti, ville, giardini poco conosciuti ma artisticamente rilevanti, inseriti in scampoli di paesaggio di pregio, da tutelare a ogni costo per dimostrare che la cultura può produrre reddito, oltre che fare bene allo spirito. È la «mission» in Valpolicella, come in ogni altra parte della provincia e a Verona, della neo nata associazione culturale Musa Antiqua, una cinquantina di soci. «Ogni opera o edificio deve però rimanere inserito in un contesto di bellezza», spiega il presidente pro tempore e anima del gruppo, Riccardo Battiferro Bertocchi. La conservazione del paesaggio, quindi, viene da sé. E in Valpolicella è una vecchia e lunga storia, ma sempre attuale. «Un bel monumento non può e non deve venir soffocato dal cemento. Altrimenti i turisti verranno una volta e mai più. Oltre a imbruttire il paesaggio, si danneggia l´economia. La sensibilità, però, sta cambiando e vogliamo fare la nostra parte». Storico dell´arte e consulente per i beni ambientali, aveva un sogno nel cassetto: trovare un modo nuovo di dare impulso alle attività culturali, diffondere studi e ricerche fuori dalla solita cerchia, proporre una prospettiva diversa. Da qui nasce Musa Antiqua. In Valpolicella si mette a fianco di Wwf, Salvalpolicella, Valpolicella 2000 e altre associazioni. «La linea d´onda è la stessa, ma, pur nella condivisione di idee e principi, l´angolazione è diversa», precisa Battiferro Bertocchi. Al di là di emergenze ambientali e battaglie per singole cause, infatti, il gruppo propone «una capillare conoscenza del territorio tramite ricerche inedite sul patrimonio storico artistico e visite didattiche per gli iscritti». La Valpolicella nascosta c´è e Musa Antiqua è pronta a rivelarne i segreti, da Negrar a Domegliara, da Pescantina a Breonio, per andare oltre i luoghi comuni. Gite fuori porta ne farà pure in Lessinia, dove ha raccolto storie su case in pietra, famiglie e tradizioni. Una villa sconosciuta ai più ma degna di nota? Villa Sartorari a San Ciriaco di Negrar, «buon retiro» in passato del soprintendente di Verona Piero Gazzola: «L´edificio è notevole e il giardino all´italiana ancora più bello», risponde il presidente. Poi ci sono le corti: «A corte Panteo, a Sant´Ambrogio, sveleremo affreschi del ´400, come nelle Corte dei Visculi, a Gargagnago, con vecchia aia lastricata in pietra e doppia loggia». E ancora, una veduta inedita sulle colline? «Da villa D´Arco Sagramoso a Boscomantico, esempio di felice riconversione in relais». Un esempio di qualcosa di bello, ancora in abbandono? «Un palazzo del ´500 al Nassar, sull´Adige, che aspetta solo di essere valorizzato, inserito in un borgo antico unico». Battiferro all´associazione è pronto a legare un premio per le migliori tesi di laurea su beni culturali di Verona e provincia, dedicato alla memoria della madre. L´obiettivo, infatti, è anche di dare risalto ai giovani e creare una banca dati di queste ricerche.

C.M.
L'Arena, venerdì 17 agosto 2012

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