lunedì 7 marzo 2011

CONFERENZA STAMPA


CONFERENZA STAMPA
Lunedì 7 marzo 2011 ore 11,30
Presso la sede di Legambiente Verona
VIA BERTONI 4 VERONA

TAR VENETO:
CEMENTIROSSI E IL PAESAGGIO VIOLATO
TRA SILENZI, OMISSIONI, RIFIUTI E INQUINAMENTO DELL’ARIA

La sentenza del 1 marzo rappresenta un momento storico per la Valpolicella.
Così infatti è stata colta in valle.
Centinaia e centinaia tra mail, telefonate, SMS sono giunte non solo ai promotori del ricorso ma anche ad altre realtà impegnate a promuovere il territorio oltre che dal mondo produttivo vitivinicolo. Una sorta di tam tam che grazie alla rete a varcato i confini veronesi.

Una sentenza storica che ha riconosciuto le associazioni e i comitati sono soggetti pienamente legittimati e radicati sul territorio tali da promuovere ricorsi per tutelare e promuovere il territorio. Ma anche singoli cittadini che hanno avuto il coraggio di esporsi e fronteggiare un colosso per difendere la loro salute e le loro attività.

Il collegio ha evidenziato : “una palese incongruità tra le risultanze istruttorie e la determinazione finale”.
Il Tar infatti ha messo in luce come già le amministrazioni pubbliche avessero messo a nudo i numerosi aspetti critici dei progetti proposti da Cementirossi.

In sostanza i motivi per negare le varie autorizzazioni  richieste da Cementirossi erano ampiamente contenuti nelle istruttorie di Comuni e dalla Provincia

Il Tar ricorda infatti:

  • i Comuni di Marano di Valpolicella e di Fumane hanno evidenziato, in sede di partecipazione al procedimento, il valore del paesaggio rurale e vitivinicolo della Valpolicella, il valore storico del locale santuario di Santa Maria Valverde, gli scavi archeologici finalizzati alla ricerca del vicino tempio di Minerva e del castello Scaligero nonché i rilevantissimi elementi di criticità paesaggistica (che sarebbero rinvenibili da tutti i siti di osservazione) causati dalla nuova torre del forno a cicloni.
  • In particolare viene fra l'altro rilevato che "un elemento industriale come la torre, nella configurazione di progetto, appare alterare in maniera irrimediabile il panorama e con esso anche il significato popolare di quel luogo "
  • il manufatto, unico nel suo genere, senza esempi analoghi in tutta la provincia di Verona, appare non conforme alle caratteristiche architettoniche degli interventi antropici realizzati in Valpolicella. Esso infatti non realizza l'auspicata fusione dell'opera della natura con quella dell'uomo
e a riguardo dell’istruttoria della Provincia  ricorda che la stessa metteva in evidenza che :

  • la principale fonte di pressione è rappresentata dalla nuova torre di cicloni di altezza pari a 103 m e delle infrastrutture ad essa correlate che, nonostante le migliorie nel nuovo progetto, risulterebbero altamente impattanti dal punto di vista paesaggistico"  
  • in relazione alla tematica della vibilità… comporterebbe un peggioramento della attuale situazione, anche in materia di sicurezza.

Eppure a fronte degli evidenti profili di criticità i due comune poi, in modo apodittico, esprimono parere favorevole” come pure la Provincia in “in difetto di ogni motivazione in ordine alle ragioni riteneva comunque di superare tali profili di criticità”

E’ evidente che viene da chiedersi del perché non ci sia stata consequenzialità esprimendo parere negativo ai progetti.

Il paesaggio finalmente diviene quell’elemento costituzionalmente garantito (art.9 costituzione italiana. “La repubblica tutela il paesaggio”) e discriminante per valutazione degli impatti.
Per la Valpolicella e la sua economia un elemento chiave e di ulteriore presa di coscienza.

Attenuanti per il Comune di Fumane e di Marano: non si siano costituite in giudizio contro il ricorso proposto a differenza di quanto invece ha fatto la Provincia.
Si auspica che davanti a una sentenza così chiara la stessa non si attivi a ricorrere al Consiglio di Stato. Sarebbe un messaggio politico estremamente grave.

La sentenza è  invito per un diverso sguardo sia al passato che al futuro.

Il passato parla di discariche, inquinamenti di acqua, aria e suolo e di silenzi.

Per il futuro non è più possibile accettare al tipo di atteggiamento omertosi.

Per quanto riguarda la cementeria è evidente che un impianto come quello attuale, dichiarato obsoleto dalla stessa proprietà, tanto da richiederne un ammodernamento non è possibile accettare inserimenti di rifiuti che andrebbero ad aggravare la situazione di impatto dell’Azienda sul territorio. Su questo il TAR è stato categorico.

Per l’Ammodernamento lo stop è stato chiaro e l’avevano già dato le amministrazioni pubbliche: è incompatibile con la Valpolicella.

L’azienda con questa sentenza non chiude ma deve rivedere completamente i suoi progetti di permanenza e soprattutto prendere coscienza di dove è e come da anni chiedono le associazioni mettere in campo il piano B: se non può rilanciare la produzione se non può scavare a Marezzane cosa intende fare, con quali percorsi, con un occhio di riguardo all’occupazione?

Prossimo obiettivo salvare completamente Marezzane, anche qui è chiaramente questione di consequenzialità, ma è necessario vigilare e continuare la mobilitazione popolare.
Per questo immediatamente altri prossimi appuntamenti


il 26 marzo ore 21 presso il teatro di San Pietro in Cariano: Artisti per  Marezzane
MAGGIO . MAREZZANE NON SI TOCCA – festa di primavera

Come l’acqua, anche la Valpolicella è un bene comune

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