6 ottobre 2012 - Monselice: dai cementifici ancora minacce per salute e ambiente.
Amministrare la cosa pubblica è particolarmente difficile in tempi di crisi economica dove chi ostenta denaro, ha un grande potere persuasivo nei confronti della massa impoverita.
Così, soprattutto in democrazia, spesso le scelte operative propendono nella direzione di allettanti prospettive finanziarie piuttosto che verso complicati e onerosi progetti di trasformazione.
Ecco perché spesso è necessaria la partecipazione dei singoli cittadini alla politica, perlomeno quando alcune decisioni rischiano di compromettere lo sviluppo di un territorio.
In tempi non molto lontani, un movimento popolare ha arginato il degrado dei Colli Euganei bloccando la proliferazione delle cave, oggi, con un processo di riqualificazione ambientale in atto, permane l'incubo dei cementifici, zavorra del passato, che periodicamente ritorna a minacciare la speranza di un futuro a misura d'uomo.
Dopo la grande partecipazione alla fiaccolata “*per non morire di cemento – per la salute e un futuro pulito*”, i comitati “E Noi?” e “lasciateci respirare”, preparano l’invio di un’osservazione generale al progetto che prevede l’utilizzo di Ceneri della combustione di carbone e biomasse (185.000 t/a) e Gessi chimici utilizzati per la desolforazione fumi (40.000t/A). Citiamo numeri che parlano da soli:
1. 225.000 t/a di rifiuti speciali rappresentano un quantitativo imponente, se si pensa nei *52 cementifici attivi ora in Italia si utilizzano 680.000 t anno di ceneri e gessi chimici *(dati 2011), con una *media quindi per cementificio di 13.000 t/a. *Nella Cementeria Zillo di Monselice, la cui produzione annua è stimata sull'ordine di 6-700.000 t/a di cemento, almeno *1/3 del prodotto sarebbe quindi costituito da rifiuti speciali*.
2. *343.500* sono le tonnellate di rifiuti che ogni anno possono essere smaltite nelle cementerie Zillo di Este e Italcementi di Monselice.
Con le *225.000t di rifiuti speciali* richieste dalla nuova proprietà della cementeria di Monselice, in totale, ogni anno possono essere addizionati al cemento
prodotto a Este e Monselice e utilizzato anche per costruire abitazioni, circa "568.000 tonnellate di rifiuti."
Da anni noi e i nostri figli, gli unici in Europa, respiriamo le incredibili quantità d’inquinanti emesse dai tre impianti, perché chi autorizza, non considerando che essi ormai si trovano nei centri abitati e che i limiti vanno calcolati globalmente e non per ciascun impianto separatamente, non ne limita adeguatamente le emissioni. Solo considerando gli Ossidi di Azoto e stimando che un inceneritore emetta il massimo
consentito per legge (200 mg/Nm3), "con i 3 cementifici in funzione è come se fossimo alla presenza circa di 20 inceneritori!"
Nessuna delle nostre istituzioni chiede il rispetto delle leggi del Parco, dove i cementifici sono dichiarati “*incompatibili*” con le finalità di salvaguardia dell’ambiente. E ora che il mercato del cemento è in crisi, smaltire rifiuti diventa un business di enormi proporzioni.
Nell’osservazione che sarà presentata, è implicitamente riconosciuto tutto questo e si rinnova alle autorità competenti, l’invito a tenere in considerazione l’impatto complessivo di queste tre industrie insalubri di 1^ classe, poste all’interno dei centri abitati di Este e di Monselice, in un contesto come la bassa padovana dove sono presenti discariche, impianti di trattamento rifiuti, cogeneratori, distillerie e mangimifici.
L’osservazione ha già centinaia di sottoscrittori, ma i Comitati invitano tutti i cittadini del territorio a sottoscriverla e trasmetterla via mail o fax all’Ufficio Ambiente della Provincia di Padova. Il testo e gli indirizzi sono recuperabili anche sulle pagine fb dei Comitati e la data di scadenza è fissata per il 16 ottobre.
Comitati “E NOI?” e “Lasciateci Respirare”
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