COMUNICATO STAMPA
CEMENTIFICIO DI FUMANE:
IMPIANTO DECONTESTUALIZZATO.
IL
CONSIGLIO DI STATO CONFERMA:
IL
TERRITORIO, LA PARTECIPAZIONE E IL PAESAGGIO NON SONO ACCESSORI
Non sarà, purtroppo, l’ultimo atto di una vicenda che ormai si
protrae da molti anni, ma la sentenza del Consiglio di Stato del 18 aprile us,
confermando sostanzialmente quanto precedentemente espresso dal TAR del Veneto,
pone una seria ipoteca sulla possibilità per il cementificio di allungare oltre
il 2025, data di scadenza della concessione mineraria, il progetto industriale
nella valle dei Progni.
La sentenza, infatti, descrive un
progetto che non è stato assolutamente condiviso con i “portatori di interesse”
i quali, presentando osservazioni e motivando la loro contrarietà sia al
progetto di ammodernamento che all’utilizzo dei rifiuti nel ciclo
produttivo, chiedevano che venissero
valutate tutte le variabili a partire dagli aspetti paesaggistici, dalla
viabilità e dalle conseguenze sanitarie che le dimensioni del nuovo impianto
poteva determinare.
Le stesse considerazioni sono state
fatte proprie anche dall’ufficio istruttorio nella relazione allegata al
verbale della Commissione provinciale incaricata della VIA(Valutazione di
Impatto Ambientale).
“… Ciò nonostante - e sebbene la
relazione sia stata espressamente richiamata nel verbale n. 222… la Commissione ha nondimeno espresso parere
favorevole alla compatibilità ambientale del progetto…”,sottolineando
il deficit motivazionale, già presente nella sentenza del TAR, da cui è
scaturita la determinazione prima della Commissione VIA e successivamente la
deliberazione della Giunta Provinciale la quale“… nel formulare il parere
conclusivo favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto, si è
limitata ad un acritico recepimento della prima…”, evitando “… un
confronto comparato tra il sacrificio ambientale imposto dal progetto rispetto
all’utilità socio-economica dallo stesso ritraibile, tenuto conto delle
alternative praticabili, fino alla c.d. “opzione zero”.
In poche parole sia la Commissione che
la Giunta Provinciale hanno espresso un parere decontestualizzato e acritico.
La decontestualizzazione evidenzia la
distruzione delle identità paesaggistiche, nel senso dei “mondi di vita”
nell’accezione della Convenzione Europea del Paesaggio, operata dalla rottura
delle relazioni tra nuove morfologie insediative e luoghi.
È stato questo anche l’esito del parere
ex-post della Soprintendenza la quale, immotivatamente non coinvolta nella fase
di acquisizione delle valutazioni, ha successivamente demolito il progetto
industriale e le relative autorizzazioni acquisite. Il Collegio del Consiglio
di Stato, ad ulteriore conferma, ha
ritenuto fondato rigettare il modello semplificato di istruttoria in
sostituzione del parere da parte della Soprintendenza dei beni ambientali, non
sostituibile nemmeno con l’impiego dell’istituto della conferenza dei servizi.
“Il traguardo finale, il cui premio è la
delocalizzazione del cementificio, è ancora lontano, ma per ora abbiamo vinto
molte tappe oltre al difficile gran premio della montagna (Consiglio di
Stato)”–ha dichiarato Mimmo Conchi presidente del Comitato Fumane Futura, a cui
a fatto seguito il commento di Daniele Todesco presidente dell’associazione
Valpolicella 2000 sostenendo che– “anche questa sentenza è un prezioso
riconoscimento al nostro lavoro di tutela del territorio e delle sue naturali
vocazioni. La Valpolicella e tutti i suoi cittadini vogliono un futuro diverso
da quello obsoleto e improprio prospettato dalla Cementirossi."
“Da tempo denunciamo la banalizzazione
dello strumento di VIA”– conclude Lorenzo Albi, presidente di Legambiente
Verona – la quale troppo spesso pur partendo da istruttorie motivate, termina
con pareri incoerenti con il quadro presentato, a cui fanno seguito
autorizzazioni altrettanto ingiustificate. Questa sentenza punisce questa
modalità, sperando che faccia scuola”.
Verona 20 aprile 2012
LEGAMBIENTE VERONA
VALPOLICELLA 2000
COMITATO FUMANE FUTURA
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