mercoledì 18 aprile 2012

Allarme Aereo

E’ un vero e proprio allarme per l’aria la minaccia che incombe sulla nostra aria il minacciato decreto legge che il ministro dell’ambiente (?) dell’attuale governo si propone di fare.
Con esso si da il via libera all’incenerimento dei rifiuti direttamente nei cementifici. Si manda in fumo migliaia di ricerche, di prese di posizione, di manifestazioni che sono state prodotte dal popolo italiano in questi anni. Quello che gli ordini dei medici italiani ed europei, insieme ai più accorti ricercatori sostengono, che l’incenerimento dei rifiuti è dannoso alla salute non viene neanche preso in considerazione.

Basta lasciare il profitto di questo lucroso business nelle mani delle mafie, è giunto il momento che a guadagnarci su siano anche i cementieri, sapendo che i limiti di legge che regolano le emissioni sono più alti per i cementifici di dieci volte rispetto agli inceneritori. Tutte le eco balle accumulate in varie parti d’Italia sono attese anche qui da noi per essere trasformate in soldi per gli industriali, cemento da rifiuti per le nostre case, metalli pesanti, benzene, diossina, endocrine disruptor per noi ed il nostro ambiente.

Ma se non volessimo aver paura per quel che riguarda la salute, ne dobbiamo avere molta per la colonna portante della nostra economia. Tutti ricordano cosa è stato lo scandalo del metanolo una ventina di anni fa, ebbene esso non è stato nulla di fronte a quello che sarebbe uno scandalo CADMIO NELL’AMARONE, tutto il mondo ne sarebbe terrorizzato, il mercato crollerebbe, difficilmente si potrebbe fermare la notizia, l’immagine di territorio vocato sarebbe distrutta, senza distinzioni di comune, tutta la Valpolicella ne sarebbe irrimediabilmente travolta.

Per questo noi facciamo appello affinchè tutti i produttori, non solo quelli che hanno scelto il biologico, ma tutti quelli che hanno a cuore la qualità, l’immagine e perché no anche i profitti dei loro propri prodotti si rendano conto di che rischio comporta la scelta di stare zitti e di non prendere ancora una volta nessuna posizione, di lasciar andare ancora una volta avanti i soliti “protestatari”e sperare di essere protetti dalle loro iniziative senza uscire allo scoperto.

Ora, che tutti insieme ci si sta veramente impegnando a fondo per rendere meno inquinante la nostra agricoltura, sia a livello di singole aziende sia a livello di consorzi, delle cantine sociali e delle amministrazioni comunali, ora che matura in ogni singolo coltivatore la consapevolezza dell’importanza della libertà da residui, ora che si tende ad ottenere a livello di territorio vasto una ambita certificazione ambientale, non si può permettere una deregulation di questo genere, un “ognuno faccia quello che vuole” che va contro aspettative ormai riconosciute, sarebbe come permettere di usare i pesticidi più tossici che si conoscano.

Nelle zone italiane delle più attente alle produzioni tipiche alimentari come il trentini ed il parmense i produttori stessi si sono attivamente espressi per evitare la costruzione di inceneritori, qui siamo di fronte ad una minaccia dieci volte maggiore, tante volte quanto i limiti di emissione dei cementifici concessi per legge superano quelli degli inceneritori.

Ha fatto presto il ministro “tecnico”: come al solito ha progettato la soluzione più redditizia per gli industriali “a breve”, ha però come al solito realizzato la soluzione “nei tempi lunghi” più costosa, in termini di spese sanitarie, di danno ambientale, di riduzione possibile di profitto, i cui costi enormi cadono sulle spalle di tutti. Non è il tipo di tecnico di cui abbiamo bisogno, ne aspettavamo uno più serio.

Associazione Terraviva

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