MARANO. Il consigliere di opposizione lancia l'allarme sul Piano di assetto del territorio per capannoni e nuove case. Giovedì sera assemblea per discutere delle nuove zone di espansione artigianale e residenziale.
L'Arena, 27/11/2012
«L'area Lonardi incombe anche su Marano». Sul nuovo Piano di assetto territoriale, depositato il 18 novembre scorso, la minoranza di Marano parte all'attacco e giovedì 29 novembre alle 21, invita i maranesi all'assemblea nella sala civica «Silvestri» di Valgatara per illustrare lo strumento che influenzerà il territorio per i prossimi anni e che, per il gruppo consiliare «Zardini sindaco per Marano», potrebbe fare nascere alle porte di Valgatara una zona artigianale e industriale paragonabile all'ex area Lonardi di San Pietro in Cariano, sul futuro della quale, nel comune carianese il dibattito è aperto ormai da quasi un decennio. «Nel nuovo Pat di Marano sono previste quattro zone di espansione per la realizzazione di nuove attività industriali/artigianali», spiega il capogruppo Paolo Zardini. «Una nell'area di Rugolin a ridosso di quella esistente, quell'altra nuova e grande quasi come tutta quella di Rugolin, a ridosso del centro abitato di Valgatara e altre nuove a Prognol, all'interno del centro storico, in sostituzione di una zona destinata a servizio per la collettività e a Pezza, nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria Valverde e del tempio di Minerva del Monte Castellon. Come si vede, si prevedono una serie di interventi di grande invasività, dei quali ha senso solo l'ampliamento dell'area industriale di Rugolin». Come premesso, Zardini paragona quella di Valgatara all'ex Lonardi: «Se non peggio», rincara. «Quella di San Pietro è un area degradata, con 90 mila metri quadrati di capannoni fatiscenti. Alle porte della frazione più popolosa di Marano, a ridosso delle cantine Masi, invece si distruggono 60 mila metri quadrati di vigneto pregiato (20 campi veronesi) per fare posto a una zona industriale su cui, in base al normale indice di edificabilità, si potrebbero costruire 30 mila metri quadrati di capannoni». Il Pat conterrebbe anche delle aree residenziali. «Cinque a Valgatara», dice Zardini, «tre a Purano, una a Marano (l'unica condivisibile), una a Pezza, due a San Rocco». Per quanto invece riguarda il previsto vincolo minerario per l'area del Monte Noroni, che comprende la collina di Marezzane, Zardini commenta: «Non capisco il vincolo minerario imposto in un'area che comprende Marezzane, in cui anche il Tar del Veneto ha più volte vietato lo scavo. Qui, tra l'altro, sono attive diverse realtà agricole e strutture turistiche. Come possono convivere agricoltura e miniera? Non si capisce bene, insomma, cosa voglia fare l'amministrazione a Monte Noroni». Per il capogruppo di minoranza, infine, il Pat sarebbe pure incompleto: «Infatti», conclude, «ad oggi il file riguardante lo «studio di compatibilità idraulica» non è scaricabile dal sito ufficiale del Comune, la relazione agronomica è stata pubblicata senza allegati, della Valutazione ambientale strategica è stata pubblicata solo la sintesi non tecnica, ma ancora più grave è che il Rapporto ambientale non sia stato pubblicato e nemmeno approvato».
Gianfranco Riolfi
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