mercoledì 19 gennaio 2011

Aggiornamenti da Monselice

LO SCANDALO DI UNA ULSS CHE NON TUTELA I SUOI CITTADINI, CHE NON TRASMETTE I DATI DELLA MORTALITA’ PER TUMORE DI QUESTO TERRITORIO.

Da una indagine epidemiologica sulla mortalità, effettuata negli anni  1995-2001 sul territorio dell’Ulss 17 che ha coinvolto il 15% della popolazione di 14 comuni, risulta che nella Bassa padovana la causa principale di morte siano le «malattie del sistema circolatorio».

Confrontando i dati divisi per sesso la mortalità nei maschi è nettamente superiore per le malattie neoplastiche mentre nel sesso femminile sono maggiormente presenti le malattie del sistema circolatorio. L’indagine è stata effettuata dal laboratorio di Epidemiologia ambientale del dipartimento di Medicina e sanità dell’Università e il progetto è stato concordato tra il Bacino Padova 3, l’Ulss 17, l’Arpav e l’Università. Nella Bassa i tumori più importanti hanno una incidenza maggiore rispetto ai dati di Regione e Provincia. Un esempio: il tumore trachea-bronchi e polmone nei maschi ha un’incidenza di 152,3 casi e nelle femmine di 31,5 casi per 100.000 abitanti contro i 123,3 e i 44,7 casi per 100.000 abitanti nella regione Veneto.

Di fronte a questi dati, per i cittadini che vivono nella bassa padovana, in particolare nell’area dei cementifici, era doveroso attendersi dalle Istituzioni un’attenzione particolare, invece inspiegabilmente si è verificata la situazione opposta.
Il Registro Tumori del Veneto è uno dei più grandi e dei più efficienti di tutta Italia, copre circa 2 milioni di abitanti e comprende 15 ULSS:

1. L’ULSS di Padova ha cessato  la Registrazione nel 1999,  non  ha più fornito i dati codificati, rendendo  impossibile l'attività di registrazione e quindi l'effettuazione di studi epidemiologici.
2. L'ULSS 17, una ULSS che tutti definiscono d'eccellenza per  l'attività di screening oncologici, addirittura non è nemmeno presente in questo Registro.

In questa zona, tra quelle più esposte a rischi ambientali, nessuno si preoccupa di studiare e monitorate nel tempo la situazione epidemiologica della popolazione. Sindaci primari e Consiglieri Comunali medici si guardano bene dal segnalare questa anomalia, preferendo votare un revamping dell’Italcementi che condanna i cittadini ad altri 30 anni d’inquinamento, a norma di legge, anche 10 volte superiore a quello prodotto da un inceneritore. La dirigenza dell’ULSS è troppo occupata a gestire gli appalti del nuovo ospedale, le consulenze, le convenzioni per dedicare tempo e risorse per tutelare la salute dei suoi cittadini.

A MONSELICE SONO STANCHI DI QUESTA SITUAZIONE, VOGLIONO CONOSCERE LA REALTA’ IN CUI LI COSTRINGONO A VIVERE E IL TASSO DI MORTALITA’ CHE I CITTADINI DEVONO SOPPORTARE PER GARANTIRE I PROFITTI DEI CEMENTIERI.  VOGLIONO UNO FUTURO ATTENTO ALLA SALUTE E ALLA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO.

Il nuovo cementificio porterà Monselice e il territorio circostante in Paradiso?
Mercoledì 29 Dicembre 2010 la  Giunta della Provincia di Padova ha espresso parere favorevole alla compatibilità ambientale della costruzione di un nuovo cementificio a Monselice, all’interno del parco Colli Euganei.
Con un simile atto quest’Istituzione Pubblica, considerata da molti di dubbia utilità e molto costosa per la collettività, tanto da chiederne l’abolizione, si è dimostrata un semplice Ente “passacarte” che avvalora decisioni prese da altri nell’interesse di pochi.
Non certamente nell’interesse di una popolazione di oltre 50.000 abitanti che sarà costretta a vivere  in prossimità dell’impianto autorizzato, per altri 30 anni, ad immettere in atmosfera quantità di inquinanti (quali per esempio i pericolosi ossidi di azoto e biossido di zolfo) molto superiori a quelli di un inceneritore come quello di S. Lazzaro a Padova.
Nessun intervento è, infatti, stato quantomeno tentato per modificare gli incomprensibili limiti d’emissione che consentono ad un cementificio di inquinare legalmente secondo quanto riportato nella sottoriportata tabella:


Inquinante Limiti d’emissione Cementificio Inceneritore
Ossidi di azoto (NOx) mg/mc 1800 200
Biossido di zolfo(SO2) mg/mc 600 100

I dati esposti indicano che a  parità di portata (di fumi emessi dalla ciminiera) un cementificio può inquinare con una concentrazione da 6 a 9 volte superiore a quella di un inceneritore, relativamente agli inquinanti considerati.
Ciò però è ancora insufficiente a capire la gravità del problema, perchè bisogna tener conto che la portata di gas in uscita dalla ciminiera di un cementificio è molto superiore rispetto a quella di un inceneritore.
Infatti, se si considera la quantità in peso degli inquinanti emessi in atmosfera in un anno si ottengono dati ancora più inquietanti, come si può dedurre dalla tabella che segue e che si riferisce all’anno 2005.

Inquinante Quantità in peso Cementificio Inceneritore
Ossidi di azoto (NOx) Tonnellate 1208 55
Biossido di zolfo(SO2) Tonnellate 297 1,1

In pratica il cementificio del revamping ha immesso in atmosfera una quantità di NOx 22 volte superiore e ben 270 volte superiore per SO2 rispetto all’inceneritore di San Lazzaro.

Se poi si fa riferimento agli ultimi dati disponibili (2008) si può osservare qui sotto un ulteriore marcatissimo peggioramento nelle emissioni del biossido di zolfo del cementificio di Monselice che arrivano ad essere 1757 volte superiori di quelle dell’inceneritore di San Lazzaro. 


Inquinante Quantità in peso Cementificio Inceneritore
Biossido di zolfo Tonnellate 527 0,3


Questi dati disponibili a tutti, compresa la provincia di Padova, sono aridi e noiosi ma non mentono ed evidenziano una situazione impressionante.
Mostrano tra l’altro che, nonostante le proteste della popolazione in questi anni siano state particolarmente intense, l’inquinamento da biossido di zolfo generato dal cementificio è addirittura aumentato di oltre il 70% dal 2005 al 2008.
Anche considerando plausibile la sbandierata riduzione dell’inquinamento del 50% del costruendo cementificio a Monselice, il miglioramento da revamping porterebbe ad avere, come  minimo, l’ inquinamento equivalente a quello di 11 inceneritori Santi Lazzaro.
Tutto ciò a 400 metri da un asilo infantile, a 450 metri da  una scuola elementare e a 1200 metri dal Municipio.
Probabilmente la Provincia, per tutti questi “San Lazzaro”, ha ritenuto che Monselice, molto devota alla festa dei Santi, abbia l’aspirazione ad ospitare un piccolo Paradiso.
Se poi si considera che nel raggio di 5 km insistono ben tre cementifici si direbbe che l’obbiettivo della Provincia, nella sua vocazione benefattrice, sia quello di trasformare questo territorio in un grande Paradiso.
Certo che la stragrande maggioranza delle persone residenti ha il diritto e il dovere di protestare e di  difendersi da questi veri Diavoli camuffati da  Santi e Benefattori.
Anche per chi ha il grande dono della fede, la preghiera non sembra più essere sufficiente.

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