sabato 8 gennaio 2011

Smottamento sopra gli scavi irregolari di Cementirossi



In località Giarole sopra gli scavi della Cementirossi, in questi giorni è comparso un largo e ampio smottamento evidentemente collegato agli scavi.


La storia inizia il 30 luglio 2009, quando la Provincia di Verona contestava a Cementirossi di aver scavato a distanza inferiore a 20 metri dalle strade vicinali Colombare e Gardane, questo stesso luogo.
Il mancato rispetto della suddetta distanza costituisce violazione di legge che prevede arresto, da 2 a 4 anni o un'ammenda. La ditta Industria Cementi Giovanni Rossi S.p.A. con nota al prot. della Provincia n.134200 del 23 dicembre 2009 ha richiesto la presa in atto in Sanatoria, degli scavi eseguiti.
Come è possibile che la Cementirossi abbia potuto scavare un fronte così rilevante arrivando fino a 5 metri dalle strade vicinali senza che nessun ente competente alla sorveglianza se ne sia accorto?
E' una precisa strategia aziendale quella di trasgredire alle imposizioni per poi regolarizzarle con sanatoria?

Ma torniamo agli smottamenti di questi giorni... La correlazione scavi “che non dovevano esserci” e smottamento con le conseguenti carenze delle analisi geologiche già in passato denunciate dalle associazioni è evidente.
Tutta l’area attorno a Purano presenta fragilità geologiche per altro correttamente riportate nel Piano Regolatore di Marano, ma di cui anche nel recente passato non si è voluto tener conto.

Infatti solo l’intervento dell’associazione Valpolicella 2000 che ha rilevato come l’abitato di Purano sorge una Paleofrana ha impedito che gli scavi venissero effettuati nell’area di Barbiaghe dove erano invece stati previsti dalla Cementirossi nel progetto di coltivazione presentato nel 1998.

Allora malgrado appunto il Piano Regolatore fosse esplicito, il Comune di Marano non ebbe nulla da eccepire circa gli scavi di Barbiaghe che prevedevano di arrivare fino a 80 metri dall’abitato.

Ora la vicenda dello smottamento evidenzia come sia il Comune di Marano ma, in questo caso, soprattutto il Settore Ecologia della Provincia abbiano mancato di sorvegliare l’attività di escavazione e come con eccessiva superficialità sia stato sanato uno stato di irregolarità creato dalla Cementirossi con gli scavi.

Responsabilità su cui forse sarà ora che la stessa magistratura inizia ad indagare.

Crediamo che ancora una volta si evidenzi come l’azienda fornisca sempre meno garanzie di serietà e sicurezza, elementi chiavi, già minati dalla vicenda delle discariche disseminate nell’area della Miniera, e che dovrebbe far riflettere, se ancora ce ne fosse bisogno, sulla necessità di chiudere quanto prima, nell’interesse dell’intero territorio della Valpolicella, la vicenda del cementificio con il suo enorme impatto di scavi e inquinamento.

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