L’incenerimento, tra le tecnologie di smaltimento dei rifi uti è certamente la meno rispettosa per la salute umana. Esso determina infatti la continua e sistematica immissione in atmosfera di enormi quantità di fumi inquinanti, polvere PM-10, polvere fine e ultrafine (PM-2,5 e PM-0,1).
La polvere ultrafi ne è la più pericolosa, e la quantità emessa è proporzionale alla temperatura di combustione, ovvero più è alta la temperatura di combustione che produce polvere, maggiore è la quantità di polvere fi ne che viene a crearsi.
La polvere ultrafine è pericolosa proprio per la sua dimensione, che gli permette di superare i filtri degli impianti, e di superare agevolmente i filtri delle vie respiratorie, gli alveoli polmonari, e penetrare quindi nel corpo umano.
La polvere ultrafi ne è inoltre veicolo con cui si propagano, anche a grandi distanze, circa 200 sostanze tossiche, persistenti, bioaccumulabili, alcune delle quali classifi cate come cancerogene.
Tra queste ricordiamo: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nichel, benzene, piombo, diossine, dibenzofurani, policlorobifenili, idrocarburi policiclici aromatici.
Tra queste sostanze le diossine e i PCB (policlorobifenili) sono riconosciute a livello internazionale come microinquinanti organici persistenti.
La persistenza, che si traduce con l’estrema lentezza nel biodegradarsi (sono necessari decine d’anni perché queste sostanze si biodegradino), è la proprietà che rende pericolose diossine e PCB. La persistenza porta all’accumulo di questi veleni in natura (specialmente nella parte grassa di piante, animali e persone) e rappresentano una seria minaccia per la salute umana: tumori, processi infi ammatori, arteriosclerosi, infarto, ictus cerebrale, interferenze endocrine particolarmente nocive nell’età evolutiva, modifi che genetiche che aumentano la suscettibilità agli inquinanti delle generazioni future.
È stato calcolato che con le previsioni d’incenerimento previste complessivamente in Europa si andranno a immettere quantità assolutamente non trascurabili di composti diossina-simili. Per ridurre l’esposizione a queste sostanze indesiderabili è necessario identifi care le maggiori fonti di diossine e prendere le appropriate misure per ridurre le emissioni a lungo termine nellíambiente, con lo scopo di ridurre i livelli negli alimenti e nei tessuti umani.
Ma cosa ha a che fare il Cementirossi con diossine e PCB?
Ricordiamo prima di tutto che, come indicato all’inizio di questo articolo, maggiore è la temperatura, maggiore sono le polveri ultraleggere e le sostanze veicolate.
È risaputo che gli attuali forni di Cementirossi arrivano a 1450°C, potenzialmente fino a 2000°C. È una temperatura molto elevata, da altoforno, mezzo ideale per la produzione di polvere ultrafi ne. Il nesso con il PCB purtroppo c’è, e ciò che risulta è a molto allarmante. I dati che riguardano l’emissione di PCB di Cementirossi sono state pubblicate, e a pubblicarli è stata la Comunità Europea, raggiungibile all’indirizzo:
(imposta FUMANE - year: 2007 e clicca “Search”, nel dettaglio dell’Industria Cementi Rossi clicca “Pollutant releases”).
Il dato è inequivocabile. Nel solo 2007, quello stesso 2007 di cui noi quest’anno cominciamo a bere l’Amarone, Cementirossi ha prodotto complessivamente 600g di PCB, ben al di sopra dei 500g di diossine previste per un anno per l’intera Europa.
Arpav, Provincia, Comuni, il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Coldiretti, la stessa Cementirossi... perché nessuno ne parla? È la stessa pericolosa diossina trovata nel Lago di Garda, quella per cui pochi giorni fa la Provincia ha deciso di firmare il decreto che vieta di pescare l’anguilla, è la stessa diossina trovata nei carotaggi nelle discariche abusive all’interno del cementificio.
Vogliamo continuare ad ignorare il pericolo?
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