L'area di Ziviana dove sono stati sepolti rifiuti negli anni '80 Marano e Fumane. Il capogruppo di minoranza del Comune di Marano, Paolo Zardini, solleva il caso: sono allarmanti le analisi dei carotaggi dei terreni effettuati all'interno dell'area mineraria dismessa del cementificio dove, oltre una ventina d'anni fa, vennero sversati metalli e polveri, che è stata ora recuperata e diventerà parte del Parco didattico ambientale che sarà inaugurato fra un anno.
L'indagine, con il contributo di Arpav e della Forestale, aveva preso avvio dopo la segnalazione di un dipendente della Cementirossi, Luciano Chesini, che l'anno scorso aveva dichiarato di aver sepolto, con un collega ora deceduto, più di duecento fusti di scorie nell'area di scavo dell'allora Cementi Verona, poi rilevata dalla Cementi Giovanni Rossi di Piacenza. Sulla vicenda sta indagando anche la Procura.
Le analisi, effettuate dal laboratorio trevigiano Chelab, specializzato in indagini industriali, su incarico della Cementirossi, mettono in evidenza, tra gli altri, la presenza di piombo, vanadio, zinco e cromo esavalente in quantità elevatissime. Lo sottolinea Zardini, che presenterà in questi giorni una interrogazione.
«Nel sondaggio S1, relativo al carotaggio da 1,50 a 11,50 metri di profondità, il valore del piombo è di 2.290 microgrammi per chilogrammo, mentre il valore ammesso è di 100 mg/kg. Valore elevatissimo anche per lo zinco: 1.880, mentre il limite è di 150, il vanadio è a 697 (su un limite di 15), mentre il cromo esavalente altamente cancerogeno è 26,7 mentre è ammesso un valore di 2», evidenzia Zardini. «Nel sondaggio S2 che arriva a 16 metri di profondità lo zinco è a 23.800 mg, il piombo a 7.120, il cromo a 1.497, il rame a 1.302. Elevato anche l'antimonio. Cosa hanno intenzione di fare», si chiede Zardini, «qualora questi indici siano di danno alla salute pubblica?».
A sottolineare la gravità dei dati è anche il coordinatore dei viticoltori e di 120 cantine della Valpolicella, Giorgio Sboarina: «Questi elementi cosa hanno a che fare con la produzione di cemento? Possono essere ritenuti scarti? O sono stati nascosti sotto terra? Inquinano ancora? E quando piove, cosa succede?».
Sboarina evidenzia anche il rischio per le falde acquifere e invita le autorità sanitarie ed effettuare analisi, visto che ci sono due pozzi del Comune di Fumane a valle del cementificio, vicino all'isola ecologica. «La legge dice che si dovrebbe valutare il rischio ambientale e in base a quello effettuare verifiche. In teoria, si dovrebbe nominare un perito». I sondaggi effettuati sono stati solo tre: un carotaggio in località Gardelin a Fumane e due carotaggi in comune di Marano, sotto Purano, in località Ziviana, dove c'era il cantiere.
Il sindaco di Fumane, Domenico Bianchi, tranquillizza: «La situazione è tenuta sotto controllo dall'Arpav, le indagini sono in corso, non sono terminate, vediamo cosa emergerà. Intanto, si è svolta una conferenza dei servizi, ma non è stata presa alcuna decisione».
Il geologo Roberto Zorzin, tecnico incaricato dalle due amministrazioni, non rileva fattori di urgenza e spiega: «Per il momento i fusti non sono stati trovati nei tre punti di carotaggio. Abbiamo trattato punti critici con carotaggi fino alla roccia. Sono stati rinvenuti sedimenti, sabbia e ghiaia, che testimoniano un altro sistema di lavorazione del cemento. La presenza di valori che superano i limiti dipende dal tipo di lavorazione che si faceva all'epoca». E tranquillizza: «Finora non ci sono elementi per dire che c'è inquinamento. Vedremo se è il caso di rimuoverli, si sta discutendo se è necessario intervenire».
Giancarla GalloL'Arena 05/07/2011
http://www.larena.it/stories/Home/501095/
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