Ha fatto proprio bene alla nostra bistrattata patria la vittoria dei Si ai referendum, finalmente molte coscienze si sono risvegliate e si sono accorte dell’importanza di levare la voce per la salvaguardia di ciò che è un bene primario come l’acqua.
La partecipazione determinante di comitati e singoli cittadini fa pensare che sia giunto il momento per ognuno per affermare di essere cittadino responsabile di questo mondo. Tutti, a maggior ragione dopo questo risultato, sono legittimati ad intervenire sulla gestione del proprio territorio e delle sue risorse fondamentali.
E allora come per l’acqua, riprendiamoci l’aria, riprendiamoci il territorio e l’ambiente.
Ognuno per quel che può diventi attivo, abbiamo visto che forza ha guadagnato tutto il movimento
grazie all’impegno di moltissimi singoli cittadini.
Non ci si può arroccare all’interno del proprio giardinetto e sperare che qualcuno si occupi del nostro bene o della salute nostra o dei nostri figli.
Molti fieri paladini della popolazione e del territorio hanno fallito. Investire del tempo per ciò che non è solo proprio, ma è comune, significa rinnovare quell’etica civica che per troppo tempo abbiamo silenziosamente richiesto, completamente disattesi, a chi ci governa.
Un pò di passione civile non può che farci bene, può unire generazioni, può testimoniare ai più giovani l’impegno degli adulti per un mondo migliore. L’acqua è un bene indispensabile per l’uomo, ma lo sono anche l’aria e l’ambiente naturale che così tanto incidono sul nostro benessere psico-fisico. Purtroppo sempre più spesso nel diagnosticare malattie soprattutto gravi, ci si sente dire che la causa e da ricercare in “fattori ambientali”. Il che dovrebbe farci riflettere.
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