Non si può provare che dolore e sconforto leggendo l’articolo dell’arena di oggi sulla qualità dell’aria di Fumane. In sostanza l’ARPAV conclude velocemente (ed irresponsabilmente) che le analisi parlano chiaro, non tira una brutta aria, è addirittura migliore di “altre parti della provincia” Tranquilli cittadini i pericoli sono invenzioni degli ambientalisti. Sorpassa leggermente il proprio ruolo istituzionale, che è quello di rilevare i dati e di darli alle istituzioni addette alla prevenzione e difesa della salute e frettolosamente e pateticamente salta a dichiarare che non ci sono pericoli, la colpa è della Valpadana, che addirittura manda le sue malefiche arie a sporcare le pure e limpide arie di Fumane indifesa.
Per sostenere questa tesi deve necessariamente raccontare qualche bugia, ma cosa vuoi che sia, l’importante è rassicurare. Dati precisi e rintracciabilissimi dimostrano che la concentrazione media delle PM10 confrontando giorni di chiusura e giorni di apertura passano da 12,5 mg per metro cubo a forni chiusi a 41,2 mg/mc a forni accesi, mentre l’ossido di azoto, a forni spenti è come quello di Boscochiesanuova, ed a forni accesi è più alto di quello del peggiore incrocio di Verona. Si, qualche problema respiratorio ci può essere, ma che volete che sia?
Cosa mai vorranno tutti quei medici che sono preoccupati per la salute della popolazione? E tutti quegli scienziati che sostengono che ad un aumento di 20 mg di PM10 corrisponde un aumento della mortalità cardiovascolare del 6 % ? Abbiamo superato il limite delle giornate accettabili per legge con un valore di più di 50 mg/mc di solo il doppio, è andata già bene (ha influito anche il fatto che la produzione di cemento è diminuita della metà). Ma chi ha stabilito questo limite l’ha fatto per ridere? Certo, a Verona città nel 2011 è andata peggio, ma è una magra consolazione, l’area intorno dovrebbe aiutare a migliorare anche l’aria della città, non a peggiorarla ulteriormente.
Di questo passo cementifici, inceneritori di rifiuti, inceneritori di pollina sono esentati dalle pesantissime responsabilità che hanno in materia ambientale ed avranno il via libera facilmente, assolti dall’ARPAV.
Non vogliamo avvelenarci poco, pretendiamo di non avvelenarci per nulla, e che le istituzioni difendano questo diritto stabilito dalla costituzione e che è dovere dei nostri sindaci far rispettare. Non ripetiamo l’ennesimo modo di procedere messo recentemente in evidenza con l’amianto, di prendere provvedimenti a buoi scappati dalla stalla, non si fa così.
E’ scontato ma straordinariamente vero che abbiamo un pianeta ed un territorio in prestito da parte dei nostri figli, ed è già saturo di migliaia di molecole tossiche. Non è questione di qualche milligrammo in più o in meno, è questione di salvare il nostro patrimonio genetico o lasciarlo in balia delle trasformazioni dovute all’inquinamento. Molte di queste sostanze, oltre ad una tossicità diretta che ricade su chi è direttamente esposto, penetrano nel codice genetico (nell’epigenoma) e possono dare alterazioni fino a quattro generazioni dopo. Se non ci rendiamo conto di questo e non ci fermiamo in tempo le conseguenze saranno molto più gravi di tutto quello che ci possiamo immaginare.
L’ARPAV deve stare attenta a quello che dice se non vuol diventare ARPAV (Azienda Rassicurante sui Pericoli Ambientali Veneti)
Giovanni Beghini
ISDE Italia
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