Simonetta Gabrielli sta facendo un digiuno ad oltranza contro l'inceneritore di Trento e ha scritto questa toccante poesia:
Chi può dire "questa terra è mia"?
Chi può dire "possiedo l'aria"
o "il fiume mi appartiene"?
E chi può dire, ancora, "questo frutto è mio"?
A chi appartiene il seme che ha generato il frutto?
E poi, chi può dire "questo figlio mi appartiene"?
Ché forse quel figlio non è della terra su cui vive?
E cosa sarà di questa terra e di questi figli domani,
quando l'aria sarà avvelenata più di oggi,
quando il fiume sarà consumato dalla cupidigia,
quando la terra sarà satura di veleno e avara di vita?
Questo è il tempo del cambiamento,
fermiamo ora la cecità del potere che abusa.
Per amore della terra e dei figli che l'abiteranno:
ora, quando sennò?
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