mercoledì 28 marzo 2012

Cemento tossico

Gentili interlocutori,
invio per info l'articolo di oggi 22.3.2012 del Gazzettino di Treviso nel quale si mette in evidenza come il cemento prodotto senza garanzie di qualità stia diventando pericoloso per i rilasci dei suoi contenuti tossici entro le abitazioni. Infatti dobbiamo riflettere sullo slogan ossimorico Rifiuti Zero, adottato dalla strategia industriale e istituzionale che produce prima il CDR (combustibile da rifiuti) che va nei cementifici i quali a loro volta utilizzano sia le loro ceneri che quelle degli inceneritori per rifiuti urbani e speciali per conferirle e mescolarle al cemento.

Questa mescola di calci e cementi produce un amalgama pieno di tossicità come risulta anche dalle analisi effettuate nell'articolo (diossine e metalli pesanti) oltre a produrre cementi meno tenaci e stabili nel tempo.

Questi cicli aperti perversi devono essere abbandonati per andare al Riciclo Totale dei rifiuti urbani e speciali da subito, con attenzione continua alla riduzione, riuso e riparazione dei prodotti piùcomplessi.


Cordiali Saluti
Gianluigi Salvador
referente energia e rifiuti WWF veneto








RONCADE Sarebbe stato utilizzato materiale scadente e nocivo per la costruzione della casa poi abbattuta
Cemento tossico: chiede un milione
La farmacista di Musestre Merloni ha avviato un'azione civile per ottenere il risarcimento




Roberto Ortolan


Non fermerà l'azione civile per il risarcimento del danno lo stop del procedimento penale nel quale un imprenditore, nel frattempo deceduto, era chiamato a rispondere dell'accusa di frode in commercio. Nella sostanza la Mac Beton spa - da quanto emerge dalla causa civile - avrebbe fornito il cemento (ma anche altri materiali) all "Cfr sas di Rizzo & C," che stava costruendo l'abitazione della farmacista di Musestre Elisabetta Merloni. Da quanto emerso da 5 diverse perizie il cemento usato "magrone" sarebbe stato di qualità scadente tanto che la casa risultò priva di stabilità e dovette essere abbattuta. A entrare nel merito della vicenda e a spiegare tutti i retroscena è l'avvocato Vincenzo Todaro, che assiste la committente dei lavori nonché parte offese Elisabetta Merloni e che ha già chiesto un milione di euro di danni a "Cfr" (l'appuntamento con il giudice è imminente). "ma analogo procedimento - puntualizza l'avvocato Todaro - lo avieremo nei confronti di "Mac Beton". Fino ad ogi non lo abbiamo fatto perché attendevamo gli sviluppi del procedimento penale che si è chiuso, senza però arrecare alcun pregiudizio all'azione civilistica".
La ricostruzione del legale della farmacista di Musestre dipinge un quadro a tinte fosche, "Ci troviamo di fronte - precisa l'avvocato Todaro - a un caso analogo a quello di San Giuliano, dove sotto le macerie di una scuola costruita con materiale scadente persero la vita 27 persone, tra le quali molti bambini, A Musestre non ci è scappata la tragedia perché l'ultilizzo del materiale scadente ha immediatamente pregiudicato la stabilità dell'edificio, Ma - precisa il legale - c'è di più. Cinque diverse perizie hanno messo in evidenza che in quel cemento - fatto pagare un terzo di meno del valore medio del mercato - erano presenti ceneri, diossine e metalli pesanti. Sostanze tossico nocive che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali e che invece erano finite in un'abitazione civile".
Infine l'avvocato Todaro chiarisce la quatificazione del risarcimento, "Il danno? L'esperto della Procura lo ha quantificato in 500mila euro, ma senza tenere conto dei costi di smaltimento dei calcinacci (in discarica speciale, ndr) e dei disagi della proprietaria dell'immobile".


Il Gazzettino di Treviso
Giovedì 22 Marzo 2012

Da Monselice: «Cementificio, esame del latte materno»


Venerdì 23 Marzo 2012. Torna ad interessarsi delle tre cementerie dell'area Monselice-Este l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Andrea Zanoni, che ha aderito alla campagna nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali organizzata, fra gli altri, da Isde Italia. «*Basta inceneritori e regole più strette sui cementifici*», tuona il politico. Sostenendo la campagna, Zanoni chiede infatti un adeguato biomonitoraggio del latte materno, un più stringente controllo degli impianti, l'abbandono di pratiche quali l'incenerimento di rifiuti e l'istituzione di un marchio dioxin free.
«Vanno controllati di più anche i cementifici, come quelli di Este, Monselice e Pederobba in provincia di Treviso, dove troppo spesso si brucia di tutto. - attacca l'eurodeputato - Latte materno vuol dire vita. Proteggerlo, vuol dire proteggere i nostri figli, il futuro di tutti noi. Non è possibile che ancora oggi il latte materno sia minacciato da agenti tossici ambientali».
Da Bruxelles Zanoni spiega che l'iniziativa delle associazioni è fondamentale per portare all'attenzione pubblica un problema che viene troppo spesso taciuto. «Come eurodeputato e membro della commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo, farò il possibile affinché l'Italia rispetti le norme europee vigenti a tutela delle nostra salute».

Piazzapulita è nata!




Piazzapulita è nata!
 
E questa è, per Verona, una grande notizia. 

Giovedi, alle 21, in piazza Bra' la presenteremo
con i 32 candidati che hanno deciso di partecipare.

Alberto Sperotto
Comitato di cittadini contro il collegamento autostradale
delle Torricelle

Paola Fontana, Pietro Zanoni e Giorgio Merci
coordinamento espropriandi

Dino Poli e Davide Marchesini
associazione cittadini per il referendum

"Il vero referendum sul traforo
saranno le prossime elezioni amministrative"
Flavio Tosi



PIAZZA PULITA  è una città tollerante, aperta, coraggiosa, sicura, unita.
PIAZZA PULITA è una piazza in cui i veronesi si incontrano ed accolgono chi  proviene da fuori le mura, offrendo l’eccellenza della propria cultura millenaria ed il meglio dei propri prodotti.
PIAZZA PULITA è una città che protegge i beni comuni, siano essi l’acqua, il paesaggio, i propri palazzi storici,  la propria cultura, i propri uomini migliori.
PIAZZA PULITA è una piazza in cui si pratica la partecipazione democratica nelle decisioni e la trasparenza degli atti amministrativi.  
PIAZZA PULITA intende la politica come servizio offerto alla cittadinanza, per un tempo limitato, senza farne un mezzo di arricchimento personale e di occupazione delle poltrone.
PIAZZA PULITA propone che i posti di responsabilità nelle aziende partecipate siano affidati secondo criteri di competenza e di effettiva necessità.
PIAZZA PULITA è una amministrazione che riprende in mano la progettazione urbanistica della città, improntandola a scelte civili, ecocompatibili e lungimiranti.
PIAZZA PULITA guarda in faccia la realtà, fa i conti con la recessione, utilizza le poche risorse economiche con prudenza e rispettando le priorità imposte dalla ragionevolezza.
PIAZZA PULITA è una città che protegge le fasce più deboli della sua popolazione, promuove il lavoro e l’occupazione, si preoccupa che le scuole ed i servizi godano delle migliori condizioni possibili.
PIAZZA PULITA è una città in cui si affrontano seriamente i problemi del traffico, della mobilità, dell’inquinamento dell’aria, della salute dei cittadini.
PIAZZA PULITA è una città che difende il verde, promuove parchi, riavvicina i veronesi al loro territorio, ricco di bellezze che il mondo ci invidia.
PIAZZA PULITA propone un sistema di mobilità che privilegia l’uso dei mezzi pubblici, che limita il traffico sia in centro ch nella periferia, che progetta un sistema integrato di piste ciclabili, che non prevede il traforo con i suoi costi esorbitanti.
PIAZZA PULITA vuole che il problema dei rifiuti sia affrontato con mezzi moderni e veramente efficaci : propone la raccolta differenziata ed il trattamento a freddo dei rifiuti.
PIAZZA PULITA è promossa da chi in questi anni si è impegnato concretamente per difendere la cultura, la democrazia, l’ambiente, la salute.
PIAZZA PULITA appoggia la candidatura a Sindaco di Michele Bertucco e si impegna  a fungere da stimolo e da incoraggiamento nella direzione espressa da questo documento.

giovedì 8 marzo 2012

5° Giornata dell'Ambiente


Sicurezza alimentare, le autorità italiane controllino i prodotti coltivati vicino a inceneritori e cementifici

Tratto da: http://www.andreazanoni.it/blog/?p=2112

Bruxelles, 5-03-2012

Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik risponde ad Andrea Zanoni: “Ci sono limiti di contaminanti per i prodotti alimentari al di sopra dei quali vanno ritirati dal mercato”. Zanoni: “I controlli spettano alle autorità italiane. Ma l’Ue ha bisogno anche di distanze minime tra terreni coltivati e siti industriali”.
“Le autorità locali garantiscano il rispetto dei limiti massimi dei diversi tipi di contaminanti nei prodotti agroalimentari vicini a impianti altamente inquinanti come inceneritori e cementifici”.

Lo chiede Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, facendo seguito alla risposta del commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik alla sua interrogazione sul pericoloso inquinamento delle aree coltivate limitrofe a siti simili.

“Purtroppo non esistono limiti Ue minimi di distanza tra gli impianti industriali e le zone di produzione dei prodotti alimentari – si rammarica l’Eurodeputato – ma esistono limiti massimi di contaminanti, come metalli pesanti, PCB e diossine negli alimenti, e questi vanno fatti rispettare”. Zanoni aveva denunciato alla Commissione europea la pericolosa vicinanza di aree coltivate a stabilimenti industriali come inceneritori di rifiuti, cementifici, fonderie di metalli e impianti per la produzione di energia alimentati a carbone in alcune regioni d’Europa a significativo sviluppo industriale, come ad esempio nel Nord-Est d’Italia.

“Tuttavia la fissazione dei cosiddetti “tenori massimi” (limiti dei contaminanti, ndr) sulla base di valutazioni del rischio effettuate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, assicura che i cittadini siano tutelati, poiché i prodotti che superano tali limiti non possono essere immessi sul mercato – prosegue Zanoni – Per questo motivo, le autorità di controllo italiane dovrebbero effettuare dei controlli puntuali sui prodotti alimentari coltivati in prossimità di siti industriali e che poi finiscono sulle nostre tavole”.

“Il caso delle analisi condotte nel latte materno di due volontarie residenti a Savarna e Porto Corsini (Ravenna) che hanno rilevato una concentrazione elevata di diossina sono un chiaro esempio del rischio che tutti noi corriamo – aggiunge l’Eurodeputato – Rischio confermato dalle parole riportate dalla stampa del direttore dell’Asl ravennate Paolo Ghinassi, secondo il quale nelle aree industrializzate è così e non servono accertamenti”.

“Invece sono proprio gli accertamenti quello di cui abbiamo bisogno, per togliere dal mercato quei prodotti che rischiano di avvelenarci – conclude Zanoni – Farò il possibile affinché l’Ue assuma una posizione più netta a riguardo, ritengo infatti sia necessario e urgente stabilire distanze minime tra terreni coltivati e siti industriali che purtroppo le attuali direttive non prevedono”.

Una strana gioventù...

Genova, 4 Marzo 2012

Dopo il pranzo domenicale a casa di mammà, mi capita tra le mani Repubblica. Sfogliandolo mi cade l'occhio sull'editoriale di Scalfari intitolato “Una strana gioventù che odia la velocità” dove l’autore in particolare si stupisce “della posizione degli studenti, ostile all'alta velocità”.

Oibò, a me invece stupisce il suo stupirsi! Da giornalista navigato forse dovrebbe informarsi un po' sulle aspirazioni e i sentimenti giovanili. Questi “strani giovani”, per ragioni anagrafiche lontani da lui, pensano al loro futuro. Quello che sarà l'Italia o il mondo tra 20 anni li tocca immensamente più di quanto non tocchi le persone dell’età di Scalfari, che, pur augurandogli lunga vita, chissà forse a quell'epoca li guarderà dall’alto.

I giovani meglio dei vecchi hanno capito che questo modello di società e sviluppo insostenibile sta distruggendo il loro futuro, i loro padri hanno permesso il depredamento delle risorse naturali, lo scempio del paesaggio, l'ipertrofia dei sistemi finanziari e speculativi, la corruzione, l'attaccamento al potere..., e si sono persi i rapporti di solidarietà e di comunità, i posti di lavoro, il welfare, la natura incontaminata, l'onestà, e mille altri valori.

I giovani meglio dei vecchi capiscono che per salvarsi bisogna ripensare il modello di società e di consumi. I giovani forse capiscono meglio concetti come “km 0”, “filiera corta”, “autoproduzione”, “sostenibilità”, “decrescita”, “beni comuni” ecc.. di cui forse Scalfari non sa il significato o li relega a utopie da ecologisti estremi, ignorando quanto stiano diventando realtà.

Sognamo un futuro dove non ci sia neanche bisogno di spostare tutte quelle merci per le quali sacrifichiamo intere comunità montane ed enormi quantità soldi pubblici, perché nel futuro che vogliamo avremo imparato a consumare meno e a consumare prodotti locali, prodotti da giovani che tornano a coltivare la terra e a fare artigianato o da piccole imprese sul nostro territorio.

Ora mi si accuserà di utopia, ma ci sono esperienze di tutto ciò e l'alternativa è la morte del genere umano e del pianeta. Pertanto preferisco inseguire l'utopia.

L'unico modo per produrre ricchezza non è produrre merci da sostituire continuamente perché già obsolete, né costruire infrastrutture inutili e dannose, a vantaggio del partito del cemento.

Possiamo produrre benessere investendo in altri settori utili e sostenibili. Vogliamo aiutare l'edilizia? Risaniamo energeticamente tutto il patrimonio immobiliare, così saremo anche meno assillati dalla crisi energetica; mettiamo in sicurezza il territorio così non dovremo piangere morti e danni alla prossima alluvione; investiamo sull'agricoltura e il recupero dei boschi, sul turismo e l'artigianato. Tutte attività che hanno impatti positivi e duraturi.

I giovani forse questo lo intuiscono ed è per questo che protestano, anche per difendere il diritto a dissentire e ad opporsi a scelte scellerate; la repressione poliziesca è un pessimo segnale e i giovani lo sanno bene.

Nel merito dell'opera ad oggi non ho ancora sentito una sola risposta alla domanda fondamentale: “Se le merci che viaggiano sono solo 3 mln tonnellate e la linea esistente può portarne fino a 20, a cosa serve una nuova linea?”. Le risposte sono state solo l'infantile “perché sì” oppure l'autoritaria repressione.

Per concludere con un sorriso riporto ancora la risposta del presidente Cota: “serve a fare aprire il Piemonte, anche psicologicamente”… Ma se mandassimo in analisi tutti i piemontesi non è che magari ci costerebbe meno?

Ing. Silvia Parodi - Genova

Luca Mercalli in Valpolicella



VENERDI’ 30 MARZO 2012
Ore 20.45

Presso la FORESTERIA SEREGO ALIGHIERI a Gargagnago
di Sant’Ambrogio di Valpolicella
(ingresso da via Giare, 277)


LUCA
MERCALLI


Presenta il suo libro

PREPARIAMOCI
“a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia,
meno abbondanza…e forse più felicità”
 (Ed. Chiarelettere, 2011)


  
                                                                     salValpolicella
Tenuta Pule – Via Monga, 9 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona)

martedì 6 marzo 2012

Sciur Padrun da li beli braghi bianchi


Andrea Bolla, in qualità di presidente degli Industriali di Verona, ribadisce con forza CHI E’ CHE COMANDA QUA! E’ talmente lucido, intelligente, preparato sull’argomento da non mettere nemmeno in discussione il perché della rinuncia di Cementirossi al rinnovo degli impianti a Fumane: la colpa è di quei “sette” che hanno detto NO. E in questo modo non si aiuta l’economia, si perdono posti di lavoro, non si supera la crisi in atto (provocata, come è ovvio, sempre da quei “sette” che hanno detto NO).

Il Corriere porta la data del 2 marzo 2012, ma potrebbe anche essere 2 marzo 1912 o 1882; il tono della dichiarazione è quello del Sciur Padrun che non va disturbato, deve essere lasciato libero nelle sue scelte, deve essere rispettato e riverito PERCHE’ PORTA LAVORO. Non importa che tipo di lavoro e a che costo per la comunità: porta lavoro e questo deve bastare perché il “popolo” se ne compiaccia, ringrazi, si scappelli tutte le volte che incrocia il Sciur Padrun.

Riferisce e redarguisce il nostro: “La scorsa settimana un imprenditore ha rinunciato a fare un importante investimento nella nostra città, per effetto delle proteste di un comitato del no. All’inizio erano sette cittadini, ma la politica è andata loro dietro e alla fine chi ha perso la partita è stata l’economia”.

E’ sbalorditivo quanto un presidente di una Associazione degli Industriali si beva la versione di comodo di un loro associato, non voglia approfondire, non sia capace di capire un contesto dove l’attore principale è il crollo del consumo di cemento. Cementirossi ha tre stabilimenti. Il calo di consumo di cemento, anche in prospettiva, è del 30-40%. Chiudere un cementificio dei tre è una conseguenza logica della flessione di mercato. Però c’è un problema grosso: come comunicare tale decisione ai lavoratori dipendenti. Ed ecco la soluzione pronta: è colpa dei comitati.

La versione dei sette cittadini che bloccano tutto è folcloristica ed estemporanea: sono rinati i Magnifici Sette. Dottor Bolla, ma come fa a non accorgersi che è una panzana senza fondamento? E poi che figura ci fa l’Associazione Industriali di Verona nei confronti della sua omonima di Padova? Italcementi a Monselice ha ottenuto una sentenza del Consiglio di Stato che gli permette il rinnovo degli impianti e una permanenza sul territorio per altri ventotto anni. E a Verona? Chi ha consigliato Cementirossi di rinunciare ancora prima della sentenza?

L’imprenditoria veronese, per bocca del suo principale rappresentante, si dimostra molto fragile e intimorita. Non so come faccia ad essere ottimista un presidente che si lascia spaventare da un comitato del no composto da sette cittadini. Passa il tempo, caro presidente, cambiano le valutazioni sulla qualità del vivere, ci sono persone che sono in grado di capire la differenza tra produrre cemento e bruciare rifiuti. La salute è diventato un valore irrinunciabile e non è più possibile mettere sul piatto della bilancia qualche malato di tumore ai polmoni in cambio di posti di lavoro. La “libertà” che lei invoca per l’imprenditoria, non c’è più e ce ne sarà sempre di meno. E lei sa benissimo come reagisce l’imprenditore veneto “tipo”: delocalizzando, portando il lavoro in Serbia e in Ucraina.

E’ questo il supporto che l’Associazione Industriali di Verona fornisce alla ripresa economica del Paese?

Lettera aperta al Presidente di Confindustria Andrea Bolla

Fumane 06/03/2012

Egregio dottor Bolla,
 sul CORRIERE DI VERONA di venerdi 2 marzo a pag.3 sono riportati stralci del discorso da lei tenuto in occasione del primo incontro quaresimale organizzato dal Convento di San Bernardino.
Fra l’altro lei avrebbe affermato:…"La scorsa settimana un imprenditore ha rinunciato a fare un importante investimento nella nostra città, per effetto delle proteste di un comitato del no. All’inizio erano sette cittadini, ma la politica è andata loro dietro e alla fine chi ha perso è stata l’economia"
Il giornalista che scrive l’articolo attribuisce le sue parole alle vicende della Cementirossi di Fumane e fa accostare alla sua fotografia quella di un impianto industriale, con la didascalia “Il presidente di Confindustria Andrea Bolla richiama al caso Cementirossi”
Un errore madornale.
Mai il presidente di Confindustria avrebbe potuto riferirsi in quei termini a Cementirossi, perché il presidente di Confindustria è uomo informato ed è uomo d’onore e non può in nessun caso affermare una cosa non vera!
Infatti il direttore tecnico di Cementirossi Giuseppe Fais ha commentato così la decisione della azienda di rinunciare al progetto di ammodernamento del cementificio di Fumane: “Con questa decisione intendiamo garantire la permanenza della nostra attività nel territorio con l’obiettivo primario di preservare l’assetto occupazionale…”.
L’ing. Fais non attribuisce la rinuncia alle “proteste di un comitato del no”, ma, forse primo nella storia industriale italiana, rinuncia a un investimento lucroso per un benemerito atto di filantropia “preservare l’assetto occupazionale”.
Quanto abbia equivocato il giornalista lo dimostra poi il fatto che i comitati di cittadini di Fumane e Marano che si oppongono all’ammodernamento del cementificio di Fumane (con aumento della produzione), all’impiego di rilevantissime quantità  di rifiuti industriali, e allo sbancamento della collina di Marezzane, hanno visto riconoscere le loro ragioni dal TAR del Veneto e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, che sono due organi amministrativi e non politici.
Del resto lei nella sua qualità di presidente di Confindustria conosce perfettamente la sentenza del TAR e il dispositivo del sovrintendente perché grazie alla sua posizione è uomo informato e mai e poi mai avrebbe potuto fare simili affermazioni riferendosi a Cementirossi perché in tal caso avrebbe detto delle menzogne e lei, presidente di Confindustria, è uomo d’onore.

Mi sembra, a questo punto, che sia opportuno chiedere al giornale una doverosa rettifica.

Cordiali saluti
Ing. Maurizio Chierighini